Scompare a 93 Lina Wertmuller, una regista di talento puro che sembrava immortale

Lina Wertmuller ci ha fatto divertire, riflettere e rattristare su Italia divisa sul piano antropologico e sociale. I suoi film hanno avuto un successo strepitoso di popolarità, apprezzati dal pubblico, visti in tutto il mondo per i contenuti sempre arguti, ironici, grotteschi e intelligenti. Già quei titoli lunghissimi erano tutto un programma, in cui le apparizioni di Giancarlo Giannini, attore prediletto dalla regista e Mariangela Melato hanno rappresentato il meglio della commedia amara e dolce della Wertmuller. Lei è stata da sempre un’icona del cinema italiano, con quegli occhiali bianchi, quel suo modo di interagire svelto e vivace, con quei sorrisi smaglianti e con la sua natura frizzante, vivace ed esplosiva. Lina Wertmuller è stata la prima donna in assoluto ad essere candidata agli Oscar come miglior regista nel 1977 per il film “Pasqualino Settebellezze” in una Hollywood snob che poi le assegnerà un Oscar alla carriera nel 2020 . In tal modo ha iscritto il suo nome accanto ai grandi come Chaplin, Disney e Morricone. Il film “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” è stato record di incassi nel 1974/75 e la Wertmuller in questa pellicola mostra la sua vena di artista che dipinge affreschi tragicomici sui contrasti di un Paese classista e ingiusta, conflittuale ed divisa . Ed è proprio nell’indimenticabile incontro in Sardegna tra la ricca signora (Mariangela Melato), anticomunista e settentrionale è costretta dagli eventi a condividere l’isola deserta con il mozzo siciliano (Giancarlo Gannini) comunista.
La Wertmuller fece una lunga gavetta anche come aiuto regista in 8e1/2 di Fellini (1963) ed ebbe la capacità di lanciarsi nel mondo del cinema italiano in quegli anni precluso alla donne con la sola eccezione di Liliana Cavani . Il suo film d’esordio è , I Basilischi (1963), pellicola in bianco e nero in cui si affronta la vita di giovani pigri e indolenti di provincia che non riescono ad affermarsi oltre la realtà paesana. L’interprete principale è Stefano Satta Flores, che recita in modo impeccabile un giovane che vive una condizione introspettiva e questo film vince un premio a Locarno. Negli anni sessanta si cimenta in un paio di celebri film musicali con Rita Pavone (Rita la zanzara e Non stuzzicare la zanzara, 1966-1967). Poi la Wertmuller perfeziona la sua tecnica e inizia a chiamare nei suo film Giancarlo Giannini con cui girerà otto film. Nel 1972 Mimì Metallurgico ferito nell’onore arriverà persino al Festival di Cannes.In questa pellicola sempre interpreta da Giannini abbiamo le vicissitudini del manovale siculo Merdocheo che è un miscuglio pirotecnico di tanti stili comico e grottesco, tragico e impegnato . In questo personaggio c’è un tratto dell’Italia in vengono mescolati i desideri antisistema degli ideali comunisti e antimafiosi con una realtà personale di atavico familismo in cui figli ,amanti e tradimenti sono il pane quotidiano. Infatti nel cinema della Wertmuller si tratta sempre il dualismo fisico tra femmina e maschio, che viene rappresentato in termini parossistici e assurdi con personalità quasi sempre schizzati e nevrotizzati al punto da apparire a volte anche ridicoli. Inizia poi un periodo di produzione cinematografica con pellicole quali “Film d’amore e d’anarchia”, “Pasqualino Settebellezze” , più leggeri e brillanti. Successivamente comincia il filone in cui la Wertmuller denomina i film con lunghissimi titoli che si rifanno ai titoli di giornali quali per esempio La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978) e Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978) – in originale è il titolo più lungo al mondo – Un fatto di sangue nel comune di Siculiana fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici. Amore-Morte-Shimmy. Lugano belle. Tarantelle. Tarallucci e vino). In questi film c’è sempre il binomio incontro/scontro tra uomo e una donna, il conflitto delle idee politiche differenti il tutto condito sino all’esasperazione da un approccio divertente sulla vita contemporanea.
Continua con i titoli fiume nel film “ Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante di strada”(1983) in cui arriva al genere prediletto del grottesco dove un politico-ministro resta bloccato in auto blindata. A recitare vi è cast d’ attori straordinari: Tognazzi, Montagnani, Moschin, Jannacci, Piera degli Esposti e anche la Golino esordiente. Sempre nella stessa dimensione del film pregressi la Wertmuller realizza “Notte d’estate con profilo greco, occhi a mandorla e profumo di basilico” (1986), in cui ancora una volta la Melato ,ricca borghese, vive un rapporto tempestoso con un sottoposto interpretato da Michele Placido. In seguito dirige Montesano e Veronica Lario in “Sotto sotto strapazzato da anomala passione” continuando ad eccellere nella fantasia e creatività . Nel film “In una notte di chiaro di luna (1991)” dirige Rutger Hauer, Nastassja Kinski e Peter O’Toole in un dramma sul mondo dell’Aids e poi si dedica alla riproposizione in chiave cinematografica di “Io speriamo che me la cavo” dello scrittore –insegnante Marcello D’Orta facendo recitare Paolo Villaggio nel ruolo del maestro elementare come l’autore. La Wertemuller lavorò con gradi compositori quali Piero Piccioni, Nino Rota e con il maestro Paolo Conte. Fu sempre legata al marito scenografo e costumista di molti suoi film, Enrico Job.