Vandalismo al Monastero dei Benedettini di Catania: un affronto alla storia e all’educazione



Ogni atto di vandalismo, per quanto possa sembrare insignificante, ha un costo che ricade sull’intera comunità, inclusi gli stessi trasgressori. Le risorse impiegate per ripristinare e restaurare quanto danneggiato potrebbero essere destinate ad altre necessità, eppure i danni si accumulano. Lo stesso discorso vale per i bagni del cortile e quelli del primo piano, recentemente ristrutturati a fronte di una spesa considerevole, ma che già mostrano i segni di una scarsa considerazione per il lavoro altrui.


Ridurre simili gesti a una semplice ragazzata sarebbe un errore che la comunità universitaria non può permettersi. Il vandalismo non è solo un danno estetico, ma il sintomo di un problema più profondo: una perdita di consapevolezza del valore di ciò che ci è stato lasciato in eredità. Non basta limitarsi alla riparazione materiale; è necessaria un’educazione al rispetto del patrimonio, che sia culturale, storico, artistico o anche contemporaneo.
È fondamentale che i giovani comprendano che ogni atto di distruzione ha conseguenze tangibili, non solo sull’ambiente che ci circonda, ma anche sulla collettività in cui viviamo. La città e il suo patrimonio sono parte della nostra identità, e come tali vanno rispettati e valorizzati. È tempo di ristabilire un legame di rispetto e consapevolezza tra le nuove generazioni e la memoria storica di Catania.