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Leclerc Piastr-i-ato

Al termine delle qualifiche del Gran Premio d’Azerbaijan sembrava già tutto apparecchiato per il bis rosso: un Verstappen anonimo relegato alla terza fila, Norris nobile decaduto (e depresso) in fondo alla griglia, Sainz terzo a fare da attento scudiero, Monza e Baku in fila…bella storia eh?

Eppure c’era un certo Carlo Vanzini che, quasi sottovoce, diceva: il favorito è Oscar Piastri, ha la macchina migliore da molti Gran Premi a questa parte. Ma nessuno, probabilmente neanche la Ferrari, credeva che il giovane talento australiano, di origini italiane (il trisavolo era toscano), potesse portare a termine una manovra come quella attuata all’inizio del giro 20, una staccata in fondo al lungo rettilineo dei box tirata veramente al limite ma perfetta nella sua pulizia e precisione.

Leclerc, come ammesso nel post gara, da un lato non si aspettava tale manovra, dall’altro credeva fermamente che, parimenti a quanto fatto dal collega, avrebbe potuto replicare nei giri seguenti senza troppe difficoltà, avendo anche messo gli pneumatici nella giusta temperatura di esercizio in maniera graduale, come chiestogli dal box.

La dura realtà da accettare è stata quella di una Mclarenvelocissima sul dritto grazie alla combinazione di due armi di cui la Ferrari non dispone ancora: ali flessibili al limite del regolamento (ma approvate per quest’anno dalla Fia) e un utilizzo ottimale del MGU-K, sostanzialmente la parte elettrica di erogazione della potenza da parte del motore. Così il copione che andava ripetendosi giro dopo giro era quello di una Ferrari che guadagnava terreno in curva arrivando sino a 5-6 decimi da Piastri per poi perdere subito un mezzo decimo di trazione in uscita dalla 17 e avvicinarsi relativamente poco nel lunghissimo rettilineo dei box a causa della velocità Mclaren. Se a ciò si aggiunge la difesa preventiva e ordinata di Piastri che, nei giri in cui Leclerc era più vicino, proteggeva sistematicamente l’interno, il risultato è stato un nulla di fatto per il monegasco, costretto a consumare invano le gomme nell’aria sporca della Mclaren. Il fatto che a fine gara sia arrivato secondo è stato solo dovuto alla mancanza di intelligenza tattica di Perez e Sainz, i quali si sono fatti fuori nel momento in cui, essendo un attimo più pazienti, avrebbero facilmente approfittato della debolezza di gomme del monegasco e avrebbero portato a casa punti preziosissimi per i rispettivi team in ottica mondiale costruttori.

Tornando al duello che ha caratterizzato la gara, la cosa che sorprende è che in realtà Piastri in qualifica aveva mostrato le velocità di punta più basse dell’intero lotto di auto in pista (335Km/h contro i 338 di Leclerc e i 342 di Perez ad esempio), dunque sembra incredibile che con un rettilineo lungo 2,2 chilometri, la scia e il DRS Leclerc non sia riuscito a superarlo. A questo punto è lecito ipotizzare che davvero le tanto accusate ali Mclarenabbiano giocato un ruolo determinante, non solo nella resistenza agli attacchi Ferrari ma anche nel sorpasso ai danni della monoposto numero 16: osservando attentamente il movimento dell’ala anteriore e posteriore attraverso le telecamere in auto si può chiaramente notare come, al crescere della velocità in rettilineo, le due componenti si schiaccino verso il basso in maniera sensibile, per poi tornare repentinamente nella loro posizione statica al decrescere della velocità in prossimità della curva. Questo comporta un chiaro vantaggio per la monoposto papaya: la diminuzione della resistenza all’avanzamento in rettilineo, guadagnando in velocità, senza perdere carico aereodinamico in curva; una sorta di DRS invisibile ma estremamente efficace. A controprova di ciò che si dice si faccia caso al distacco che aveva Piastri all’uscita di curva 16, ben 8 decimi contro i 6-7 di media di Leclerc nei giri successivi dietro all’australiano.

Ciò significa, dunque, che la sua monoposto si è dimostrata più efficiente aerodinamicamente nel complesso della Ferrari, laddove per efficienza si intende il connubio di buon carico verticale in curva e bassa resistenza all’avanzamento in rettilineo. A conti fatti l’unico modo di vincere la gara per Leclerc sarebbe stato quello di non far passare Piastri al giro 20 e poi sfruttare la migliore gestione del passo gara della sua monoposto, così come era accaduto nel primo stint su gomme medie. Il fatto che non abbia chiuso la traiettoria di sorpasso in maniera decisa può essere considerato il suo vero grande errore di una gara che, superata la fase di messa in temperatura degli pneumatici, avrebbe potuto, altrimenti, vincere “con margine” (parole di Piastri).

La crescita di Mclaren da un anno e mezzo a questa parte è evidente, sembra che ogni volta che la squadra di Woking porti un aggiornamento sulla macchina questo funzioni e la faccia progredire nei suoi (ormai pochi) punti di debolezza. Gli avversari sono adesso chiamati ad attrezzarsi, come peraltro già annunciato dal team principal della Red Bull, Christian Horner, per far sì che questo finale di stagione non diventi un monologo delle vetture di Andrea Stella, ingegnere italiano e vero artefice della rinascita delle vetture inglesi.

 

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Nato a Catania il 19/09/1998 e residente a Riposto. Ho conseguito la maturità classica nel 2017 e, successivamente, ho portato avanti la mia grande passione per gli studi umanistici conseguendo la laurea triennale in Lettere moderne, nel 2021, e la magistrale in Filologia moderna, nell'aprile del 2024. Scrivere è sempre stato un modo per esprimere me stesso e raccontare la realtà che mi circonda. Durante il mio percorso universitario ho collaborato con il giornale studentesco "Vociuni" trattando, in particolar modo, tematiche sportive, altra mia grande passione. Dal 2023 mi occupo di ricerca su temi concernenti la geografia culturale tra cui il turismo, il legame tra quest'ultimo e la letteratura nonché la progettazione di itinerari culturali. Amo il tennis, i romanzi gialli e qualsiasi cosa comporti una sfida conoscitiva. Sogno, inoltre, di diventare una figura di riferimento in ambito di divulgazione culturale, obiettivo per il quale cerco quotidianamente di migliorarmi.

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