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Il confine tra le democrazie e i regimi totalitari nel mondo di oggi: una panoramica complessiva

Il 25 aprile è stata l’occasione, ancora una volta, per ribadire la centralità dei valori democratici che caratterizzano gli Stati moderni, ma anche per sottolineare come la democrazia sia una conquista che si rinnova quotidianamente, mai da potersi considerare scontata, o comunque acquisita una volta per tutte. Sulla base di tali affermazioni è interessante costruire una “mappa” della democrazia nel mondo, sì da evidenziare a livello globale il suo stato di salute e la sua capacità attrattiva.

Una fetta cospicua della popolazione mondiale si trova in una qualche forma di democrazia, di converso più di un terzo vive assoggettata ad un regime autoritario. È quanto emerge da un’analisi condotta e finalizzata a misurare il grado di democrazia di 167 Paesi nel globo.La valutazione risulta essenzialmente basata secondo l’ausilio di alcuni parametri decisivi: processo elettorale e pluralismo, funzionamento del Governo, partecipazione politica, cultura politica democratica e libertà civili.

Il 2023 ha fatto segnare un lievissimo scostamento in aumento dello 0,01%: il punteggio complessivo di 5,29 su 10 pone in evidenza una “stagnazione”, una sorta di immobilismo quasi inaspettato.

L’Europa occidentale, che ospita otto dei primi dieci Paesi dell’indice – Norvegia, Islanda, Svezia, Finlandia, Danimarca, Svizzera, Irlanda, Paesi Bassi – è stata l’unica regione a certificare un importante avanzamento. Il suo punteggio è tornato ai livelli precedenti la pandemia da Covid-19, con i primi posti occupati dai Paesi del nord e con la Norvegia che si conferma al vertice della classifica, con un punteggio complessivo di 9,72.

L’unico regime che può definirsi “ibrido” in Europa occidentale è la Turchia, che ha mantenuto invariata la sua posizione, appena poco sopra i regimi autoritari. L’Italia occupa invece il 34esimo posto, con un valore di 7,69: si trova esattamente tra le cosiddette “democrazie imperfette”, sotto Regno Unito, Giappone, Francia, Spagna, Grecia, Israele, Stati Uniti, Botswana e Malta, solo per citarne alcuni. 

Uno dei parametri più bassi è quello del “funzionamento del Governo”,a quota 6,89 su 10. La rappresentanza di partiti come Fratelli d’Italia in Parlamento e al Governo “non è necessariamente dannosa per la democrazia” come taluni potrebbero al contrario sostenere, ma al tempo stesso, sopraggiungono preoccupazioni derivanti dalla presenza di partiti di estrema destra che potrebbero minare la democrazia, favorendo la pratica dell’intolleranza, approvando provvedimenti restrittivi o censurando parte dell’informazione pubblica.

Gli ultimi dieci Paesi della classifica sono Guinea Equatoriale, Laos, Chad, Turkmenistan, Repubblica Democratica del Congo, Siria, Repubblica Centrafricana, Corea del Nord, Myanmar e, infine, l’Afghanistan. Quest’ultimo restituito al controllo dei talebani, i quali hanno progressivamente escluso le donne afghane dal riconoscimento dei diritti fondamentali, è a quota 0,32; l’Iran, invece, rimane stabile in questa particolare classifica che misura l’attecchimento della democrazia nelle diverse regioni del mondo. 

LaCina che non si distingue per valori democratici si colloca quindi nella parte finale, esattamente al 156° posto. Lo Stato asiatico, che ospita quasi un quinto della popolazione mondiale, ha abbandonato alcune limitazioni a seguito delle varie proteste dei cittadini, le quali, tuttavia, sono state represse con veemenza dal Governo. Questo, infatti, ha esercitato un’influenza affinché scendesse il punteggio della democrazia cinese a 1,94 su 10; si tratta del valore più basso mai registrato dalla Cina, almeno fino ai rilievi acquisiti a partire dal 2006.

Mentre, il Paese che ha fatto segnare la forbice negativa più ampia è la Federazione Russa, poiché, quest’ultima, ha ceduto ben ventidue posizioni rispetto ai precedenti rilevamenti. L’ambizione di Putin di fare salva la posizione della Russia nello scacchiere internazionale, come potenza imperiale, è ferocemente contrastata dall’Occidente, sebbene la condanna dei Paesi non occidentali non appare per nulla universale. Basti pensare che, circa due terzi della popolazione vive in Paesi i cui Governi sono neutrali o a sostegno della Russia. Al minimo storico mai registrato da Mosca, hanno contribuito, inevitabilmente, anche la stretta sui media e la repressione dei manifestanti contro la guerra ancora in corso.

Passando da una superpotenza all’altra, cioè agli Stati Uniti, anch’essi, tra le democrazie imperfette soffrono il rischio di una polarizzazione, la quale infatti rimane la maggiore minaccia per la democrazia ma, pur perdendo quattro posizioni dall’ultimo rilevamento, il Paese ha saputo comunque mantenersi. Per tale risultato contribuisce l’elevata affluenza alle elezioni di metà mandato di novembre e il rigetto dei candidati che negano i risultati delle elezioni presidenziali del 2020. Anche il Perù ha perso delle posizioni in classifica, ma si colloca molto più in basso rispetto agli Stati Uniti, tra i regimi ibridi: il colpo di Stato incompiuto del presidente Pedro Castillo, da allora spodestato, ha indebolito una democrazia i cui equilibri erano già parecchio labili.

Al pari della Russia, anche il Burkina Faso ha ceduto tante posizioni  a causa di due colpi di Stato che si sono susseguiti nel 2022. Svariate iniziative golpiste si sono registrati in diversi Paesi dell’Africa subsahariana, causando le ragioni di una stagnazione in classifica per questi territori appartenenti al continente più grande – forse anche il più complicato – nel mondo.

E’ tuttavia possibile rinvenire, in chiusura, anche chi ha guadagnato notevoli posizioni: si pensi la Grecia, l’Angola, il Niger, la Cambogia, il Senegal, la Thailandia e il Montenegro, sebbene al netto di oggettivi miglioramenti su scala globale, la democrazia nel mondo, rimane, costantemente minacciata

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Mi chiamo Luca Gigliuto e sono animato dalla straordinaria passione per il diritto, quest'ultimo inteso come occasione inestimabile di ricerca di giustizia e verità. Sono un legale e mi occupo, altresì, in qualità di docente di insegnamento, consapevole dell'importanza fondamentale di formare ed informare le persone con le quali ho costantemente il privilegio di poter interloquire, investendo, su quei valori alti del convivere umano e civile che, talora, la mediocrità di questo tempo sembra non considerare. Amo la scrittura che si traduce nella capacità di comunicazione e, a tal proposito, vanto collaborazioni con alcune tra le più prestigiose riviste giuridiche scientifiche online, come Diritto.it, Altalex e Quotidiano Legale. Sul piano professionale, inoltre, sono un amministratore condominiale, iscritto presso il registro nazionale Confedilizia, nonché mediatore civile e commerciale ed arbitro presso la Camera Arbitrale Internazionale. Mi nutre pure la passione per il sociale, la quale è coincisa con l'impegno personale nel mondo dell'associazionismo e in compagini politiche, sempre e comunque, a sostegno del bene comune come propria stella polare. Credere sempre, fermarsi mai.

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