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Teatro Brancati, il frizzante Liolà di Incudine inaugura la stagione 2023/24

Funambolico, istrionesco, accattivante. Questo il Liolà di Mario Incudine, che ha visto l’eclettico musicista siciliano aprire l’1 novembre, nella doppia veste di attore e regista (insieme a Moni Ovadia), la stagione del teatro Brancati di Catania, con un’opera insolita del grande drammaturgo siciliano che egli stesso definì «così gioconda che non pare opera mia».

Ne è venuta fuori una piece di grande impatto visivo e sonoro che ha strizzato l’occhio al musical più godibile, animata da un cast di attori che hanno incarnato diverse psicologie, ognuna con un suo particolare timbro, tessendo le trame di una grande partitura per orchestra sinfonica, impreziosita da un mix di tanti dialetti siciliani (come ci ha rivelato lo stesso Incudine nell’intervista prima dello spettacolo che potete ascoltare qui sopra) che si sono fusi armoniosamente con la musica.

In serata di grazia tutti gli attori, con una Rori Quattrocchi ( ascoltala nell’intervista) sempre disinvolta e perfettamente nella parte di zia Ninfa, mamma accudente dei mille figli di Liolà, un Angelo Tosto perfetto nei panni del beffato zio Simone e un ispirato Paride Benassai che ha divertito moltissimo il pubblico nel ruolo di Pauluzzu u fuoddi, inserto originale dei registi (ci spiega perché nell’intervista).

Quale migliore incipit per una stagione che ci promette altre perle di autori siciliani e non solo?

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Docente liceale, collabora con la pagina culturale del quotidiano La Sicilia e la rivista di informazione scolastica La tecnica della scuola. Recensisce spettacoli di teatro di prosa, musica e lirica per il quotidiano on line Sicilymag.

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