La conversione di Antonio Gramsci

Sembrerebbe, leggendo alcuni articoli e ascoltando alcune testimonianze, che non sia improbabile che negli ultimi anni della sua vita, Antonio Gramsci abbia avuto una crisi religiosa che lo portò a riavvicinarsi alla fede e al cattolicesimo.
Ne parla anche il Nieddu uno dei biografi più accurati, ma ne parla anche la stampa dello scorso decennio.
Ovviamente non ne parlano i beatificatori laici, i seguaci del partito di Togliatti.
In fondo non è una ipotesi balzana quella della conversione negli ultimi anni di vita del leader comunista; era ricoverato in una clinica gestita da personale religioso, ed era assistito da costoro.
Se ne è parlato parecchio, e sembra che anche il Vaticano ne sia a conoscenza e che su questo sia, come al solito, assai prudente.
Strano, però che nessuno si sia chiesto come mai Antonio Gramsci si trovasse in una struttura ospedaliera gestita da religiosi e chi pagava per lui la degenza.
Forse per questo Togliatti nella sua rivalutazione dell’attività politica non parla mai della Quisisana, ma si limita a dire che Gramsci morì in carcere per volontà di Mussolini (tesi falsa quella del Migliore).
Se il Migliore fosse stato a conoscenza della potenziale conversione del compagno Antonio Gramsci?
Forse non lo sapremo mai. Ci sono più interrogativi che risposte.