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Nuovo quotidiano d'opinione e cultura
Il tempo: la ricchezza per l’umanità
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L’Odissea di Lord Elkann il marziano

À la Recherche ” dell’ educazione perduta

“Breve racconto d’estate”, pubblicato il 23 luglio scorso da Alain Elkann su Repubblica, ha scatenato una furiosa tempesta di sabbia. E’ la storia di un distinto Lord che,in un assolato giorno d’estate,ha la malaugurata idea di fare un viaggio in treno da Roma a Foggia. Nella sua discesa “ ad inferos” ,viene in collisione con dei giovani urticanti che  usano con nonchalance il turpiloquio, ascoltano musica,intasano il cestinetto della carta con la miriade di lattine che si sono scolati,fanno a voce alta vuoti discorsi a sfondo vagamente sessista sulle strategie d’acchiappo più efficaci da utilizzare per far cadere la preda nella trappola. Oh my God!! Loro non lo riconoscono e nemmeno lo salutano!

Loro sono tutti tatuati (sulla punta delle dita coloro che,oggi, non lo sono), vestiti con una Tshirt, cappellati come rappers; portano ai piedi calzari griffati Nike e stanno  attaccati all’iphone come ad una flebo. Sono sforniti di orologio (forse perché hanno del tempo da perdere).

Lui, gentleman d’altri tempi,impeccabilmente abbigliato,legge  il Financial Times e il New York Times in inglese,legge il Robinson  e pure un libro rigorosamente in francese,  “À la Recherche du temps perdu” di Proust (roba estiva,davvero leggera!), utilizzando una cartellina perfettina in cuoio.

Peccato che il libro citato,intitolato “Sodoma e Gomorra”,  sia il vol. IV e non, come scrive lui erroneamente, il II! Quindi lo legge davvero o non lo legge? Mah! Ai posteri l’ardua sentenza.

Lui  e loro, distanti come il bianco e il nero.

Lui legge autocompiaciuto, appunta diligentemente le proprie riflessioni con una penna stilografica (d’oro??) ed usa ancora la carta, così démodé ed antiquata, nel 2023,ancora la carta!

Loro adoperano l’Iphone, adeguano  la gestualità, l’abbigliamento e la favella ai tempi moderni.

Loro, i normali, i ragazzi del presente e gli uomini del domani.

Lui, il marziano,alla ricerca del tempo perduto.

Loro,i visibili e rumorosi umani. Lui, il trasparente,l’invisibile,l’ectoplasma che nessuno si fila. 

Ecco…il focus sta proprio qui, e fornisce lo spunto per riflettere su due temi più ampi: anzitutto il drammatico scontro generazionale tra un anziano signore, amante della lettura e delle buone maniere, fuori stagione,cultore della cultura, ed un gruppo di ragazzi partoriti  da Instagram e Facebook,plagiati da improbabili influencer, emulatori di tik toker disinibiti e impegnati in “challenges” pericolose, figli dimenticati dai propri genitori…

 Io non ravviso,come alcuni detrattori, odio di classe, disgusto per la povertà arrogantemente trasferitasi sul treno in I classe. Non ravviso snobismo sociale,ma solo culturale( che non necessariamente fa rima con morale!),perché quei ragazzi non sono poveri,seguono i rappers arrabbiati che gridano la povertà delle periferie, ma possiedono smartphone che costano un occhio, ed amano la comodità del viaggio su “Italo” in I classe, pagata, ovviamente, dal paparino ricco di famiglia o parvenu “arrinisciutu”,che se ha messo i bigliettoni nel loro portafoglio ha, però, dimenticato il Galateo a marcire in libreria.

Sul fatto che gli incriminati fossero Lanzichenecchi  calati dal Nord, io, da buona terrona,posso solo  goderne!

Allora gli “zaurdi” maleducati esistono anche in “Polentonia” e calano dal profondo Nord perché  attratti dalle nostre bellissime terre … Bene! Con la maleducazione ogni mondo è paese.  Guardando ancora più a fondo, però, nel diario di bordo  di Elkann, io voglio leggere l’amarezza per il divario anagrafico e la malinconica “madeleine” di Proust  alla  disperata ricerca dell’educazione perduta.

Elkann ,con il suo racconto( ingenuo, volutamente forzato o ironico?),ha fatto un pernicioso autogoal,  e ciò mi induce ad una ulteriore riflessione.

Con meno ostentazione e meno dettagli sulla penna stilografica, su mattoni letterari “cult” e sul suo abbigliamento raffinato, avrebbe centrato l’obiettivo e sarebbe stato  più credibile ed incisivo nel biasimare la maleducazione imperante sui mezzi pubblici.

In nome del clima vacanziero e libertino e della giovine età,nel deserto educativo  che avanza inesorabile, purtroppo, tutto viene,oggi,  permesso ai ragazzi, e le cattive abitudini ,trasmesse proprio dalla stessa generazione di Elkann,vengono sempre giustificate.

Mi sento di ribadire a caratteri cubitali che i ragazzi,per fortuna,non sono tutti cosi. Tanti sono i ragazzi perbene. Ma quando il consesso di giovani vuoti di valori,di parole  e di stimoli si trasforma in branco,allora c’è da aver paura. Cerchiamo, pertanto di educare e di prevenire le degenerazioni! Tempo fa anch’io, viaggiando sul treno, dovevo ripassare per un esame importante e sono stata infastidita per tutto il tempo da schiamazzi di ogni genere.  Pertanto, faccio “J’ accuse” e punto il dito  contro la maleducazione  dilagante sui mezzi pubblici e ovunque: odio le persone che fumano dove non si dovrebbe,bevono e mangiano in continuazione,  sbriciolano biscotti, patatine e panini untuosi sui sedili, ascoltano musica a palla,occupano tutti i posti che trovano,parlano a voce alta, ridono sguaiatamente quando c’ è da riposarsi, urlano come se non ci fosse un domani. Cosa pensare di coloro che  sfoggiano un turpiloquio che, a confronto, i seniores entra ed esci dalle patrie galere sono dei miti fraticelli?! E che cosa dei giovani nati stanchi che vivono per riposare,che  “stinnicchiano” con noncuranza e avidità  le membra lasse  e   le scarpe sporche  sul sedile vicino al nostro? Per non dire di coloro che si tolgono le scarpe e pure le calze,emettono un effluvio aromatizzato al gorgonzola rimasto per mesi nel frigo, con un retrogusto di broccolo bollito che metterebbe a dura prova anche le narici più dure, e infine “con lo scatto felino e l’abile mossa” ( meglio di  Lady Oscar ), allungano le zampe sul sedile della fila opposta, facendo il ponte sul corridoio e costringendoti a chiedere scusa e perdòno se devi passare! Doveroso fare un “mea culpa” per noi che siamo negli -anta. Se i giovani non  alzano più gli occhi dallo smartphone per guardarci,e non si sognano nemmeno di cedere il proprio posto agli anziani acciaccati, alle donne in gravidanza o alle persone in difficoltà, la colpa non è anche e soprattutto della nostra generazione?

Se sono tutti omologati e schiavi del consumismo, noi siamo senza macchia?

Inoltre cultura non equivale di certo a superiorità morale!

 Ordunque ad Elkann è andata bene! La smetta di lamentarsi!

E’ sceso dal treno, i ragazzi lo hanno del tutto  ignorato … Cosa pretendeva?

Con i tempi che corrono,li ringrazi, invece, se nessuno di loro gli ha fatto il terzo dito!

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Nata a Catania nel lontano 19..(il tempo è solo uno stato d’animo!), dopo aver conseguito la maturità classica si iscrive presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo di Catania. Si laurea in Lettere classiche con votazione di 110/110 “cum laude” e si immerge nel mondo del lavoro. Dopo aver vinto il Concorso a cattedra nel 2001 inizia ad insegnare presso i Licei. Partecipa a diversi convegni come corsista e come relatrice, cercando di tenersi costantemente aggiornata. Si occupa di temi e problemi della sfera umanistica, collaborando con diverse riviste. Appassionata di libri, ama dipingere, recarsi a teatro, ascoltare musica e suonare il pianoforte. Ama viaggiare, e la sua valigia è sempre pronta!

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