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Al Teatro Stabile di Catania lo spettacolo “Effetto Truffaut”

Dal 20 al 23 aprile a Sala Futura per la stagione del Teatro Stabile di Catania, in omaggio ai novant’anni dalla nascita del grande regista scomparso nel 1984, è andata in scena una produzione del Teatro Stabile di Catania, Teatro della Toscana, Tradizione e Turismo srl – Centro di Produzione Teatrale -Teatro Sannazaro: “EFFETTO TRUFFAUT” di Nicoletta Della Corte e Valerio Ruiz, con la regia e l’impianto scenico dello stesso Valerio Ruiz (aiuto regia Francesca Bertocchini) e le luci di Leone Orfeo.
All’interno di una scenografia essenziale, rigorosamente in bianco e nero, Nicoletta Della Corte, protagonista assoluta, è immersa nel buio del suo appartamento, volutamente isolata dal mondo esterno, e dà vita a un lungo monologo in attesa di una telefonata che non giungerà.

Davanti alla foto di François Truffaut, l’unico a suo parere che possa comprendere le sue ansie, i suoi appassionati ricordi e le vane speranze, la donna cerca di ricomporre i frammenti del suo amore ‘sospeso’, divenuto ormai solo virtuale, per il pianista Michele.

Il regista François Truffaut

La breve vita di Truffaut (morì a 52 anni) era stata segnata dalla nascita illegittima, dall’impegno nel ‘Maggio francese’, dal successo come iniziatore della ‘Nouvelle Vague’, vincitore dell’Oscar nel 1974, premiato a Cannes, dalla turbolenta vita sentimentale.

L’incorreggibile seduttore seriale, “l’uomo che amava le donne” (Il suo ultimo amore fu Fanny Ardant da cui ebbe una figlia l’anno prima della sua morte), colui che conosceva la depressione, aveva fatto dell’amore il filo conduttore della sua carriera.

Chi meglio del regista francese avrebbe potuto capire il profondo travaglio interiore della protagonista?   

“Un sogno a occhi aperti -a detta di Ruiz- che le permette di muoversi parallelamente su diversi piani e registri. Da una parte si rivolge direttamente a François Truffaut in un dialogo immaginario, dall’altra rivive scene del suo recente passato d’amore”.

Le note del pianista Alessandro Gwis hanno accompagnato significativamente la narrazione intercalata da brani (Non andare viaParigi,colonne musicali, inediti) cantati dalla stessa Nicoletta Della Corte- e arricchita da video proiezioni.

Un piccolo gioiello incastonato in una preziosa realtà teatrale di nicchia!

                                                                                            

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Silvana Raffaele, laureata in Lettere moderne, è stata professore ordinario di Storia moderna presso l'Università di Catania. Nella sua lunga carriera, oltre a seguire allievi e tesisti, ha organizzato convegni di studio, seminari, conferenze, e viaggi di istruzione a livello nazionale e internazionale. Ha insegnato anche presso il Dottorato di ricerca in Storia del Mediterraneo dell'Università di Potenza. Specialista del periodo borbonico si è occupata, scegliendo tra un centinaio di pubblicazioni, di politica assistenziale specie dell'infanzia abbandonata, di demografia storica, di analisi delle strutture familiari, di storia delle realtà accademiche e universitarie specie nel campo della sanità, di patrimonio culturale dell'isola e di politica scolastica. Ha pubblicato infine un volume sul feudalesimo al femminile e in particolare sulle monacazioni forzate in età moderna. Negli ultimi anni ha ideato e completato un progetto di turismo culturale "Catania e i suoi Palazzi: il recupero della memoria" con cui si è proposta, attraverso l'apposizione di ben 162 tabelle e dopo una lunga ricerca di archivio, di recuperare l'architettura urbanistica in senso storico per imparare a leggere la città attraverso le categorie sociali che nel tempo hanno voluto autorappresentarsi con i loro edifici. Per circa quattro anni ha pubblicato su informarmaSicilia le recensioni di tutti gli spettacoli di lirica, sinfonica e prosa messi in scena dal Teatro Massimo 'Bellini', dallo Stabile e dal Brancati nella stagione invernale e in quella estiva.

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