Etty Interdonato in dialogo con le istituzioni

Di Etty Interdonato colpiscono le non indifferenti doti organizzative che le consentirono la realizzazione di numerose iniziative mirate alla valorizzazione e alla tutela dei beni culturali presenti non solo nel nostro territorio ma anche, su scala più ampia, in un contesto regionale. Colpisce, soprattutto, nel dispiegarsi di questa attività, che a distanza di anni non può non sembrare febbrile, la sua capacità di coinvolgimento, a tutti i livelli, del campo istituzionale: politici( sindaci, assessori, onorevoli regionali e nazionali), esponenti di spicco dell’Università catanese, vertici dell’Archeoclub nazionale e regionale .
La documentazione pervenutaci consiste, quella più copiosa, negli atti puntualmente pubblicati dopo l’organizzazione di una “Tavola rotonda”(sullo sviluppo turistico del comprensorio jonico etneo del 1984), di due “Serate d’incontro” (su Arte e cultura e su Arte e Religione, entrambe del 1990), e di cinque convegni, che si tennero dal 1983 al 1989: il primo dedicato ai problemi del litorale minacciato dalla speculazione edilizia; il secondo al riequilibrio paesaggistico e all’utilizzo alternativo del torrente Macchia; il terzo, il più prestigioso per l’importanza dei relatori, alla viabilità antica in Sicilia; il quarto, siamo nel 1988, al progetto del porto turistico di Riposto; il quinto e ultimo, alla riscoperta e tutela dei cosiddetti “Beni culturali minori”, quali edicole votive, arredi sacri, chiesette di campagna, palmenti cantine portali cancelli e tutto quanto è testimone, fragile e deperibile, di un antico ma anche recente passato.
Ma non vanno taciute due altre importanti iniziative del club guidato dalla Interdonato: la prima, certamente la più ambiziosa, fu la pubblicazione di una rivista, “Archeoclub” che, seppur limitata ad un numero unico(dicembre 1988), espresse la volontà di una presenza costante e attiva all’interno della comunità di riferimento: vi scrissero, oltre ai maggiori esponenti dell’Archeoclub nazionale e regionale, gli intellettuali più in vista della nostra come di altre città del territorio. La presidente intervenne con due relazioni: una sul campo di ricerca organizzato dal club presso la chiesa di S. Matteo Baglio a Trepunti di Giarre, l’altra sul ritrovamento di un grande frammento di dolium nel torrente Macchia. La seconda iniziativa fu la stampa, cui contribuirono i comuni di Giarre, Mascali e Riposto, di uno studio di Vincenzo Di Maggio, noto cultore di ricerche storiche, su un’antica via romana che attraversava la nostra fascia costiera.

Da questo sommario elenco dei temi affrontati emerge con evidenza l’ampiezza di una prospettiva che è sì rivolta ai grandi problemi d’interesse comune (il litorale, il porto turistico, il torrente Macchia, con l’annesso progetto del futuro depuratore) ma è anche attenta ai cosiddetti “beni minori”, che soprattutto richiedono quell’intervento capillare che un ente come l’Archeoclub può richiedere alle istituzioni quando non farsene carico direttamente.
Emerge anche con chiarezza, soprattutto dalle “Serate d’incontro”, la preoccupazione che l’attività del club non si limiti alla gestione dei beni “materiali” ma si estenda a tutta la vita culturale della comunità. Scriveva l’Interdonato nella prefazione alla prima “Serata”: ”L’Archeoclub ha voluto superare l’impressione di pragmatismo che potrebbe riceversi da quei lavori che procedono solo per rilevazioni di dati e fenomeni ed offrire le motivazioni più complete di un impegno che appartiene profondamente ed integralmente alla persona umana”.
Ricordare Etty Interdonato oggi significa, per l’Archeoclub da lei fondato nel marzo del 1980, ricordare appunto questo suo impegno integrale, inteso come presenza costante sul territorio, tramite tra la cittadinanza e le istituzioni nel rispetto dei valori e dei fini dell’associazione.
Non sarebbe, infine, completa questa sintetica rassegna dei rapporti intrattenuti dall’Interdonato con le istituzioni cittadine se non ricordassimo un’altra importante sua iniziativa, la creazione nel 1992 della Caritas all’interno della parrocchia “S. Isidoro Agricola” di Giarre. Leggiamo sul sito della stessa: “ Dopo un pellegrinaggio a Medjugorje era avvenuto in lei un cambiamento profondo. Da allora aveva fatto diverse esperienze spirituali, fino ad approdare a quella del “ Rinnovamento nello spirito.” … Dopo la frequentazione del “Centro Ascolto” della parrocchia “S. Paolo” di Acireale e diversi incontri con padre La Rosa, allora responsabile della Caritas diocesana, insieme a un piccolo gruppo del “Rinnovamento” avviò nella nostra parrocchia l’attività della Caritas.” Così scriveva nella prefazione alla “Serata d’incontro su Arte e Religione”: “ Il sacro è importante, è vitale e quindi bisogna parlarne, perché, in verità, ci si vergogna di parlare di religione, di Dio! “. Come abbiamo visto, Etty Interdonato non si limitava a parlarne.