Eclissi della ragione

Da qualsiasi parte ci giriamo il panorama sociale mostra i segni di un decadimento incipiente. E’ il prezzo che paghiamo alle spinte irrazionali di un mondo che non esprime molte luci intriso di un consumismo divorante. La malattia del nichilismo avvolge la mente anche di chi coltiva la speranza e la fede nel futuro. Nei tempi andati con la lentezza del vivere si gustava meglio l’esistenza. Oggi l’accelerazione dei ritmi e la globalizzazione dei contatti rappresenta al tempo stesso un beneficio e una perdita. La nostra antropologia deve misurarsi con emergenze che sommergono depauperando la libertà. La vita si svolge on line anche se rinasce il desiderio del silenzio cosmico, vissuto obliquamente nel periodo in cui siamo stati marginalizzati. Le scelte sono sospinte sovente dall’impulso irrazionale e da un’aggressività inusitata che prevale sulla meditazione riflessiva. Ci accorgiamo che le stagioni sono vissute senza pregi: all’emozione subentra la commozione, al sentimento si sostituisce il risentimento, alla comprensione preferiamo l’indifferenza. Una fuga dal reale che crea disfunzioni sociali, perdita d’identità, anomia individuale e collettiva. Queste condizioni negative producono diseconomie, rallentano le dinamiche sociali e determinano un impoverimento sociale e individuale. Oggi i pensatori e gli intellettuali vengono spesso dileggiati, emarginati, derisi in qualche caso sono oggetto di ironie e sarcasmo. Eppure la cultura, il sapere e la conoscenza possono salvare l’umanesimo ed evitare l’eclisse della ragione.