L’allarme sulla corruzione e le proposte sulla Severino del Presidente ANAC Giuseppe Busia

Dovrebbe essere più di un auspicio quello lanciato dal Presidente dell’autorità anticorruzione, Giuseppe Busia , il quale afferma di “non smobilitare la lotta alla corruzione, con l’arrivo dei 200 miliardi del Recovery aumenta il rischio d’infiltrazione delle mafie”.Vediamo adesso se sarà raccolto il suo grido d’allarme dal Governo e dal Parlamento tenuto conto del fiume di soldi che arriveranno dall’U.e. e che costituiscono una grande tentazione per il mondo del malaffare.
“Non è certo il momento di smobilitare la lotta alla corruzione e l’azione di prevenzione, attraverso la digitalizzazione e l’incrocio di dati, su cui Anac sta puntando con forza” dice Busia. C’è un osservatorio internazionale “Transparency” che indica una caduta del livello di lotta alla corruzione in Italia rispetto al 2020,mentre nel decennio precedente vi era stata una crescita continua dei fenomeni corruttivi. Ora però i 200 miliardi per il Recovery e l’inizio di procedure sugli appalti ,secondo Busia “s’intensifica il rischio di corruzione e di infiltrazioni criminose. Non è certo il momento di smobilitare la lotta alla corruzione e l’azione di prevenzione, attraverso la digitalizzazione e l’incrocio di dati, su cui Anac sta puntando con forza”. Il Presidente dell’Anac si trova a Dubai per la Giornata Internazionale contro la corruzione che celebra proprio il 9 dicembre e Busia che, purtroppo, l’Italia è monitorata poiché la corruzione e lo sperpero del danaro pubblico è assai presente: “Il Pnrr – dichiara – non deve significare soltanto opere pubbliche, ma anche riforme che il Paese attende”.
Bisogna dire che non esistono dati ufficiali sulla corruzione in Italia e neanche i report di organizzazioni internazionali qual è appunto Transparency riescono a quantificare in termini assoluti ed esatti il livello di corruzione di un Paese. Tuttavia è possibile fare una valutazione complessiva dell’orientamento su tale questione nel Paese. A partire dal 2012 è stata varata la legge Severino sulla corruzione e,quindi, l’Italia sul piano legislativo ha fatto dei passi in avanti contro la corruzione si sta via via guadagnando la reputazione di Paese in lotta contro la corruzione. L’Italia secondo i dati statistici di Transparency è piazzata in compagnia di stati quali Grenada, Malta, Mauritius e Arabia saudita, mentre per esempio in Unione Europea in Germania e in Francia va molto meglio dell’Italia. Non si tratta certamente della “corruzione percepita” dai cittadini bensì di quella reale e negli anni passati il controllo preventivo di un’autorità indipendente come l’Anac tra tanti limiti ha consentito un diritto di accesso trasparente agli atti della Pubblica Amministrazione da parte dei cittadini rendendo più trasparente la Pubblica Amministrazione ai cittadini. L’introduzione della nuova norme che tutelano e proteggono chi segnala degli illeciti (i whistleblower) nonché la disciplina sulla trasparenza sui finanziamenti all’attività politica e la legge anticorruzione del 2019 che inasprisce le pene per alcuni reati hanno rappresentato utili mezzi per combattere i fatti di corruzione. Il Presidente dell’Anac Busia suggerisce al Parlamento di disciplinare ancora meglio con precisi regolamenti la figura di whisleblowing in cui “eravamo tra i più avanzati in Europa”mentre adesso “rischiamo di sperperare il lavoro fatto, arrivando per ultimi”. “A distanza di dieci anni dalla legge 190/2012, (la legge Severino) è necessario rivedere la normativa Anticorruzione tenendo conto delle criticità emerse nel decennio, che vanno eliminate o comunque migliorate, rendendo più facilmente applicabili le misure di prevenzione della corruzione varate dalla legge Severino. Va, inoltre, considerata la giurisprudenza amministrativa sopravvenuta”.
Busia si sofferma con puntualità qu questa normativa della legge Severino e afferma che “servirebbe una riforma, ma se questa non è pronta, a questo punto forse varrebbe la pena approvare almeno il decreto di aggiornamento della disciplina anticorruzione. Esiste già un lavoro ben fatto presso la Funzione Pubblica, a cui ha contributo anche Anac insieme al governo, al garante della Privacy, e ad altri soggetti di rilievo. Il testo elaborato rappresenta un buon punto di sintesi e di equilibrio, che va preservato e garantito, senza stravolgere l’azione di lotta alla corruzione portata avanti in questi anni da Anac”. Vi è poi da riformare in senso estensivo la questione sollevata dalla direttiva europea sul whistleblowing dovrebbe ampliare l’ambito dei soggetti tutelati comprendendo anche i lavoratori del settore privato e che deve essere ,quindi, recepita entro il 17 dicembre da parte di tutti gli Stati europei. “La delega per recepirla è scaduta lo scorso agosto – spiega Busia -. Come Anac abbiamo contribuito con gli Uffici del Ministero della Giustizia a predisporre un testo, che ritengo fortemente avanzato. Purtroppo è tutto fermo. Non mi risulta che si sia avviato alcun iter per il recepimento”. E Busia conclude dicendo che quella sul whistleblowing “potrà apparire una riforma minore, ma è un segnale importantissimo che in Italia la lotta alla corruzione è al primo posto nell’attenzione anche del governo e di tutte le istituzioni”.