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Una maggiore cooperazione europea e le ambiguità del modello Frontex

Parlare di Europa rappresenta una costante sempre più ricorrente nella nostra quotidianità, infatti numerosi aspetti che concernono la vita di ogni giorno, in molti casi, risentono dei riflessi derivanti dall’influenza delle norme europee preminenti su quelle interne. Pertanto, l’Unione europea esprime una realtà consolidata che si sviluppa attraverso l’adozione di strategie e percorsi improntati alla cooperazione sia in ambiti tradizionalmente appartenente all’Unione, in virtù di un predeterminato criterio di competenza fissato nei Trattati europei, sia in relazione alla volontà di estendere il novero delle sinergie tra gli Stati, affidando quindi all’Europa, la gestione di numerose materie anche particolarmente delicate per gli interessi che vi sono alla base.

Si inserisce, in tale ottica, il concepimento di nuovi soggetti di diritto idonei a manifestare, sul piano strutturale, l’evolversi dell’articolazione dell’Unione europea, spesso attraverso la creazione di Agenzie.

Creata nel 2004, ma attiva nel 2005, Frontex rappresenta una agenzia per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea, con la finalità di favorire mediante un’intensa attività di coordinamento le autorità di confine Ue. Tuttavia, nel corso del tempo, è stata ulteriormente potenziata con l’assegnazione di compiti e funzioni più ampi e circostanziati.

In questa prospettiva evolutiva si ricordi la riforma del 2016, quando Frontex, fu “ribattezzata” con l’attuale denominazione di Agenzia europea della guardia di costiera e frontiera dotandosi di squadre e di mezzi per lo svolgimento delle proprie attività, facendovi pure rientrare il supporto a favore delle operazioni di ricerca e soccorso nell’ambito delle attività di sorveglianza delle frontiere.

L’idea di una maggiore cooperazione in materia non si esaurisce nei confini della riforma anzidetta, poiché nel 2019, un ulteriore evoluzione vi è stata in tal senso, con l’approvazione di un piano avente lo scopo di assegnare all’Agenzie circa diecimila elementi operativi, secondo un crono programma previsto in origine fino al 2021 per l’attuazione di tale obiettivi. Un corpo permanente destinato a sostenere gli Stati membri nelle attività preposte ai rimpatri, e quindi identificando coloro che, irregolarmente, si trovassero all’interno dei confini europei.

Per fare questo Frontex ha potuto beneficiare di ingenti risorse, le quali, crescendo da circa 6.3 milioni di euro nel 2005, a 70 del 2008, raggiungono la soglia di 335 milioni di euro nel 2019; l’ultimo bilancio, di cui il Parlamento momentaneamente ha posticipato l’approvazione, contempla un ulteriore aumento: 1,1 miliardi di euro nel 2021 e 1,9 nel 2025.

Sulla base di tali evidenze, dunque, si individua la centralità che l’Unione europea ripone verso la creazione di enti, organismi ed agenzie preposte a rafforzare l’esigenza di un coordinamento in Europa. Muovendo però da tali situazioni, però, Frontex è stata coinvolta da alcuni scandali che concernono proprio la gestione delle risorse finanziarie, importanti, di cui dispone, nonché in materia di violazione dei diritti umani.

Sono state segnalate le spese folli sostenute da Frontex per cinque eventi di gala in quattro anni, a cui hanno partecipato centinaia di dipendenti e ospiti. Poi si è avuta notizia dell’apertura di una indagine da parte dell’Olaf – l’Ufficio Europeo Anti-Frode e Corruzione che ha perquisito lo studio di Leggeri e del suo capo di gabinettoThibauld de La Haye Jousselin. Le indagini sono ancora in corso, conferma l’Olaf,  e per questo non è possibile conoscerne i dettagli, ma nelle lente di ingrandimento sono finiti aspetti relativi la gestione delle assunzioni, abusi di potere e molestie denunciate dai dipendenti.

Il Parlamento europeo, invece, sta approfondendo le rivelazioni di un gruppo di testate che ha documentato la complicità dell’agenzia in alcuni respingimenti avvenuti nel mar Egeo. Sono ben quattordici i casi sottoposti all’attenzione di Bruxelles. 

Pertanto, tra i problemi decisivi che affliggono Frontex vi è indubbiamente la trasparenza, per la quale l’Agenzia è stata più volte denunciata all’Ombudsman, il mediatore europeo che indaga sulle denunce riguardanti le situazioni di mala amministrazione imputabili alle istituzioni e agli organi dell’Unione. A riprova di un quadro poco limpido, si pronuncia anche l’organizzazione no-profit Corporate Europe Observatory, che pubblicando documenti rilevanti, informa, circa avvenuti incontri cui avrebbe partecipato l’agenzia con le aziende produttrici di armi e strumenti di sorveglianza. Compagnie che, secondo gli autori del report, non sono “parti neutrali, ma cercano di fatto di influenzare nei loro interessi l’approccio di Frontex al controllo dei confini, nonché di beneficiare dei contratti d’appalto“.

Nello specifico, infatti, si evidenzia come dal 2017 al 2019, l’Agenzia abbia incontrato tantissimi enti privati di cui 109 aziende, 10 centri di ricerca, 15 università e una sola organizzazione non governativa. Il maggior numero di riunioni ha interessato le multinazionali europee con sede in Francia Airbus e Leonardo.

Frontex inevitabilmente va interpretata come elemento specifico di una strategia più ampia, attraverso la quale, l’Unione europea, mira considerevolmente ad ampliare, rafforzare e militarizzare i propri confini interni, ma anche all’esternalizzazione delle proprie frontiere.

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Mi chiamo Luca Gigliuto e sono animato dalla straordinaria passione per il diritto, quest'ultimo inteso come occasione inestimabile di ricerca di giustizia e verità. Sono un legale e mi occupo, altresì, in qualità di docente di insegnamento, consapevole dell'importanza fondamentale di formare ed informare le persone con le quali ho costantemente il privilegio di poter interloquire, investendo, su quei valori alti del convivere umano e civile che, talora, la mediocrità di questo tempo sembra non considerare. Amo la scrittura che si traduce nella capacità di comunicazione e, a tal proposito, vanto collaborazioni con alcune tra le più prestigiose riviste giuridiche scientifiche online, come Diritto.it, Altalex e Quotidiano Legale. Sul piano professionale, inoltre, sono un amministratore condominiale, iscritto presso il registro nazionale Confedilizia, nonché mediatore civile e commerciale ed arbitro presso la Camera Arbitrale Internazionale. Mi nutre pure la passione per il sociale, la quale è coincisa con l'impegno personale nel mondo dell'associazionismo e in compagini politiche, sempre e comunque, a sostegno del bene comune come propria stella polare. Credere sempre, fermarsi mai.

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