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Il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese prende posizione :”Liberate le spiagge”

Così come stanno le cose, si limita la libertà di movimento del cittadino sul suolo pubblico a dispetto dell’art. 16 della Costituzione?

 

PREMESSA

È da rilevare che, durante questi giorni di agosto 2025 – dichiara il noto critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese -, in tutta Italia, si è accesa una battaglia tra cittadini bagnanti e i cosiddetti balneari (coloro che affittano sdraio e ombrelloni).

LA DOMANDA A TEMA

È possibile che la legge che disciplina la concessione di spiagge a privati necessiti di un bell’esame, di un riesame molto attento? di una revisione punto per punto?

LE LAMENTELE

Le lamentele, sempre le stesse da sud a nord, corrono uguali lungo tutta la nostra stupenda penisola. Gli italiani sostanzialmente si chiedono quanto sia lecito, da parte dei balneari, recintare le spiagge pubbliche avute in concessione. Chiedono anche se sia moralmente corretta, rispetto alla domanda di spiaggia libera, l’estensione (superficie) di quella spiaggia data in concessione. E si chiedono quanto siano leciti i tornelli. Chiedono se sia edificante essere fermati da un tizio (spesso dai modi spicci e dal tono aspro) cui si debba rendere conto e soddisfazione delle passeggiate nostre lungo la spiaggia demaniale. Si domandano se sia giusto che un concessionario che affitta ombrelloni possa praticare i prezzi che voglia. E si chiedono tante altre cose ancora gli italiani, come la libertà di muoversi in spiaggia, la libertà di mangiare il proprio cibo, e così via: basta leggere i quotidiani.

VORREI CAPIRLO

Al mare non posso andare? né gratis né a pagamento? Pazzesco! Assurdo – sbotta Paolo Battaglia La Terra Borgese.

Gratis no, è chiaro, purtroppo fin troppo chiaro (forse solo al legislatore occorre l’oculista), perché le spiagge libere sono talmente insufficienti (per non parlare qui della loro pulizia), sono così fazzolettini di Barbie, da non consentire la libera scelta al vacanziere (non potendovi egli trovare posto).  Si è dunque costretti a cercare spazi a pagamento.

COSTRETTI

È che in fondo, è che alla cosa, a ciò, alle costrizioni, siamo già noi molto, tristemente troppo abituati. Ci hanno abituato così i drogatori del pensiero – e stiamo così perdendo di vista la realtà – costretti, come siamo – per esempio – a comprare l’acqua per bere e cucinare (per lavarsi alcuni di noi risparmiano, e perciò usano l’acqua della cisterna condominiale, che, dai, diciamolo francamente: non è davvero così buona da bere! bisogna pur ammetterlo! ne corre l’obbligo). E la cisterna condominiale a cosa serve? Serve a battere il Comune in una strana, molto strana gara dove perdono solamente i poveri! Quelli che la cisterna non l’hanno. Strano ma vero. Serve a prendere in anticipo l’acqua che ci negherà la scienza comunale nei giorni successivi. Solo i poveri perderanno l’acqua. È la scienza.

POLLI IN ALLEVAMENTO INTENSIVO

Ma torniamo in spiaggia (se ci fanno entrare!) – dice Paolo Battaglia La Terra Borgese. Abbiamo detto che gratis niente va più. Tuttavia – a pagamento – (e beh, certo, a pagamento!) -, una mente minimamente intelligente, e soprattutto libera, dignitosa, di libero spirito, non può, e non si fa trattare come un pollo in allevamento intensivo, calato come sarebbe – dagli ombrellari (col massimo rispetto, s’intende!) – nello stesso stato di famiglia del bagnante accanto.

PRIVATI DI OGNI DIGNITÀ

Passando per i tornelli non proprio armoniosi con le leggi (come sostengono sul web i moltissimi esperti in materia), e anche in disarmonia con la bellezza dell’etica umana (come sostiene Paolo Battaglia La Terra Borgese), milioni di bagnanti s’introducono, sommessamente,  troppo sommessamente (poveri diavoli), con moglie e figli (povere vittime), in questi luoghi chiamati stranamente, molto stranamente (quasi mai c’è un edificio) stabilimenti balneari (boh) (?), per intendere tratti di spiaggia dove sono affittati ombrelloni. Luoghi, dove l’ultimo disoccupato di turno incaricato, magari sotto irregolare assunzione e spesso anche incapace di ogni grammatica (sia linguistica o di bellezza, o anche etica, oppure di gioia, di ogni cosa che possa essere di afflato) – ordina (materia da Franco Basaglia) – al bagnante e alla di lui famiglia non pagante -, che da lì non si passa – oppure – se pagante – ordina cosa deve fare il cliente, ciò che non può fare, come lo deve fare, e dove piazzare i figli e il resto della famiglia, considerato che molti posti sono già stati venduti in abbonamento in territorio di demanio, dunque non privato: eh sì, perché è concesso dalla legge abbonare gli spazi demaniali per giorni o mesi. È una vera follia. La spiaggia è di tutti, e chi vi arriva dovrebbe potersi piazzare in qualunque posto libero. Gli abbonamenti vanno bene altrove, non certo in territorio demaniale.

SIAMO TUTTI CRETINIZZATI? E LA LIBERTÀ?

Si deve (l’imperativo è d’obbligo) consentire al bagnante la libertà di scegliere, o non è più democrazia, o – secondo Paolo Battaglia La Terra Borgese – non è più libertà costituzionale. Si deve dividere ogni singolo tratto di litorale. Che sia chiaro: ogni singolo tratto di litorale. E che sia ancora più chiaro: ogni singolo tratto di litorale: metà per il libero godimento, e l’altro a seguire; metà per il libero godimento, e l’altro a seguire; metà per il libero godimento, e l’altro a seguire. E così via. L’altro spazio, quello a seguire, cioè quello a pagamento, non dovrebbe superare mai i 500 mq, alias cinquanta ombrelloni, secondo la legge che ammette 1 ombrellone ogni 10 mq. Via perciò le industrie balneari dalle spiagge demaniali.

L’AMARO SAPORE

Se non si può andare in spiaggia libera (Barbie) perché il legislatore non ha lasciato lo spazio libero, si subiscono i prezzi, fissati dagli ombrellari, di turno, spesso fuori controllo. Prezzi che recano – all’avviso di Paolo Battaglia La Terra borgese – un messaggio di amaro sapore.

RISTORAZIONE

Nelle aree concesse ai privati per l’affitto di ombrelloni, sarebbe meglio vietare agli ombrellari la gestione di bar e ristorazione. Questi fanno concorrenza a chi – tutto l’anno – investe e imprende nelle attività fisse adiacenti.

Sembrerebbe pure, e vorrei a tal proposito essere smentito – dice Battaglia La Terra Borgese -, che i costi di gestione affrontati dagli ombrellari  per bar, tavola calda e ristorazione, siano caricati e diluiti sull’affitto di sdraio e ombrelloni.

CONCLUSIONE

Sì dedurrebbe, da tutto ciò quanto detto sopra, il bisogno umano di un legislatore più coerente con la libertà e le necessità del cittadino, tenuto conto che la democrazia è chiamata a tutelare gli interessi della maggioranza della popolazione, e cioè, in questo caso, quella popolazione che non ha i soldi per l’abbronzatura privatizzata – chiude Paolo Battaglia La Terra Borgese.

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