Maternità e Università: a Catania un incontro per ripensare tempi, ruoli e diritti

Quali spazi trovano oggi maternità e genitorialità dentro l’università? Quali sono le difficoltà, ma anche le opportunità, per chi decide di costruire una famiglia senza rinunciare alla carriera accademica? A queste domande proverà a rispondere l’incontro “Maternità e Università. Quali prospettive?”, in programma oggi pomeriggio alle ore 16 presso l’Aula 2 al primo piano di Palazzo Ingrassia, sede del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Catania.
L’appuntamento si aprirà con i saluti istituzionali di Loredana Cardullo, direttrice del Dipartimento ospitante, Marina Paino, direttrice del Dipartimento di Scienze Umanistiche, e Cinzia Recca, delegata alle pari opportunità. A introdurre il tema sarà la professoressa Cristina Soraci, del Dipartimento di Scienze della Formazione.
Il dibattito sarà guidato dal dottor Antonino Nicolosi, dirigente medico dell’ASP di Catania, che modererà gli interventi di accademici e studiosi provenienti da diverse aree del sapere.
Giuseppe Chiara, docente di Diritto costituzionale e pubblico all’Università di Catania, affronterà il tema della maternità e paternità in ambito accademico, analizzandone il quadro normativo e le prassi vigenti. Seguirà Rocco Vitale, docente di Filosofia del diritto presso l’Università Europea di Roma, con un intervento incentrato su maternità e famiglia nella visione antropologico-giuridica. Chiuderà la serie di contributi la professoressa Elisabetta Sagone, psicologa dello sviluppo e dell’educazione, che offrirà una riflessione su maternità, identità generativa e ruolo sociale all’interno del mondo accademico.
Al termine degli interventi sarà dato spazio al confronto con il pubblico e ai candidati alla carica di Rettore dell’Ateneo catanese, che potranno intervenire per condividere idee, proporre riflessioni e impegni sul tema. L’incontro rappresenta un’importante occasione di confronto, non solo per analizzare criticità e disuguaglianze ancora presenti, ma anche per immaginare una comunità universitaria più attenta alla vita, ai tempi e ai bisogni delle persone.