Paolo Crepet, la musica e i giovani. L’ascolto di Mozart potrà salvare i padri dalla violenza dei figli?

L’ illustre sociologo e psichiatra Paolo Crepet, intervistato per il Corriere del Trentino in merito alla tragedia di Mezzolombardo, in cui un diciannovenne ha ucciso il padre a coltellate, ha dichiarato che “un padre e una madre che ascoltano Mozart non finiranno mai uccisi dal proprio figlio”.
L’esperto ha espresso profonda preoccupazione per i numerosi casi di cronaca nera che vedono protagonisti i giovani. “Mi preoccupa in generale questa ondata che attraversa l’Italia. Siamo davanti alle nuove ‘invasioni barbariche’ in cui la nostra cultura evidentemente è rientrata per una ragione abbastanza semplice: quando non hai futuro hai solo presente, e il presente può essere drammatico”. Esternando molta preoccupazione per la deriva emotiva e morale e sociale che imperversa soprattutto tra le nuove generazioni e/o all’interno delle famiglie disfunzionali, violente e talvolta castranti, Crepet ha proseguito: “Se i giovani si comportano come i loro trisavoli, per cui le dispute vanno lavate nel sangue, e si ragiona come nel ‘600, ci sarà un motivo, no? Vuol dire che abbiamo fallito. Abbiamo fallito qualsiasi approccio educativo”.
Per lo studioso “è il futuro che ti salva, non è certo il presente. Però noi da decenni abbiamo osannato il qui ed ora. E oggi siamo finiti così”. E più avanti ” Se a 19 anni l’unico strumento è un coltello, significa che non abbiamo insegnato nulla”.
Rileggendo l’intervista di Crepet, non so se trasudi un certo snobismo culturale o, più probabilmente, si manifesti una errata valutazione del valore universale, livellante e democratico di tutta la musica. A ben vedere, nella società contemporanea, si è persa “l’idea dell’amore” ma si è persa anche l’idea dell’umiltà, come Crepet asserisce in un altro intervento. “Non crediamo più in quello che avverrà. Non sorridiamo più a ciò che verrà, abbiamo paura. Ecco la sindrome dell’invasione barbarica”.
Io ritengo che la verità stia nel mezzo. Forse, insieme all’idea dell’amore vero, si sono persi anche i sorrisi spensierati e confortanti.
Intanto vale la pena ricordare che Crepet, per la formazione e la crescita dell’individuo, assegna un ruolo precipuo sia all’arte che alla musica. Da giovane, infatti, visse al fianco di Franco Basaglia la stagione decisiva della riforma della sanità psichiatrica, quando la malattia veniva ancora considerata una colpa e i manicomi erano dei veri e propri lager.
Accompagnò Gianni Berengo Gardin e Carla Cerati nel viaggio che documentava la vita all’interno di tali “ospedali”, su richiesta di Franco Basaglia. Le fotografie prodotte vennero pubblicate nel libro “Morire di classe”, nel 1969, opera di Franco e Franca Ongaro Basaglia, e rappresentarono una miccia che accese i riflettori sulle condizioni degli ospedali psichiatrici italiani degli anni sessanta, smascherandone le violazioni dei diritti umani e documentando la vita di povere internate e di personaggi definiti “scomodi”. Un input che condusse alla legge Basaglia del 1978.
Per quanto riguarda, invece, la musica, non mi pare ci possa essere un sillogismo in base al quale i figli che crescono ascoltando Marilyn Manson o Led Zeppelin debbano essere Killer potenziali o tossicodipendenti o satanisti, mentre coloro che ascoltano musica più calma e colta debbano diventare figli modello. L’esperienza lo dimostra. Inoltre mi chiedo perché esaltare Mozart e non Beethoven, con la sua potenza immaginifica? Perché non Chopin o Liszt con i loro Sogni e Notturni, con la struggente bellezza e potenza dell’amore tradotti in musica? E poi dobbiamo far finta di non sapere o di non ricordare che Hitler fosse un fanatico del grande Wagner o che tutti i nazisti fossero invasati adoratori della musica classica?
Ascoltavano bene ma agivano male, e quindi sembrerebbero contraddire la tesi di Crepet. Ma com’ è possibile che la musica, che rappresenta uno stimolo astratto e non fisico, possa innescare un piacere grande e pervasivo al pari del cibo e del sesso? La risposta è che le aree cerebrali coinvolte sono le medesime: il sistema della ricompensa e della libido si attiva con determinati input e rilascia un neurotrasmettitore, la dopamina, responsabile della sensazione di piacere. I “brividi”, il godimento, il benessere psicofisico sono segnali inequivocabili
Il cervello secerne dopamina durante l’ascolto di musica e addirittura comincia a produrla prima dell’ascolto, proprio come quando si pregusta un dolce o un cibo che alla vista è attrattivo, entusiasmante e anticipa il piacere stesso .
L’ascolto della musica è importante sempre, così come avevano ben capito i greci antichi, e vale, a parer mio, per qualunque forma di essa. Probabilmente la musica classica o l’opera educano l’orecchio e la mente alla percezione delle sfumature, delle pause ritmiche, dei significati delle parole, attivando suggestioni culturali ed emozionali importanti su testi e musiche che non contengono riferimenti volgari o sessisti o violenti.
Crepet pare voler suggerire ai giovani e ai genitori un controllo dei testi potenzialmente pericolosi e delle vibrazioni sonore che potrebbero provocare onde dannose per il cervello, come avviene per i suoni dei videogiochi. . Il discorso di Crepet invita i genitori ad insegnare ai figli ad apprezzare un tipo di musica che per secoli è stato e continua ad essere un fiore all’occhiello delle nostre tradizioni canore e librettistiche, e che sembra essere trascurato dalle nuove generazioni.
In conclusione, per evitare che la violenza domestica diventi la grammatica quotidiana, occorre fare attenzione all’uso dei social media e promuovere il dialogo tra generazioni e in famiglia, anche attraverso la musica. L’ascolto consapevole e la selezione di buona musica potranno generare serenità ed educare con efficacia.