Solenghi-Lopez, allegro show allo Stabile di Catania

Una nuvola di fumo, quello del divertimento, avvolge i sorpresi e divertiti spettatori. Così inizia il nuovo esilarante ed elegante spettacolo di un duo comico inossidabile, quello di Tullio Solenghi e Massimo Lopez, in questi giorni in scena allo Stabile di Catania con repliche fino al 12 gennaio.
Dove eravamo rimasti è l’emblematico titolo dello show, scritto con la collaborazione di Giorgio Cappozzo, che è innanzitutto un omaggio alla memoria di Enzo Tortora. Proprio da dove erano rimasti dopo il precedente spettacolo, Massimo Lopez e Tullio Solenghi Show, i due mattatori, accompagnati dalla frizzante orchestra Jazz company, diretta dal maestro Gabriele Corneglio,sono ripartiti dunque con un caleidoscopico spettacolo, ricco di gag, colpi di scena, imitazioni, che hanno fatto scintillare sul palco mille personaggi, mille spunti comici di sicuro effetto: Frank Sinatra, Vittorio Sgarbi (che ha apprezzato lo spettacolo, come ha rivelatolo stesso Solenghi) Sergio Mattarella, Papa Francesco, Stanlio e Ollio, le Gemelle Kessler, Maurizio Costanzo, Papa Benedetto XVI, Giampiero Mughini, Mike Bongiorno, Corrado, Nunzio Filogamo, Pippo Baudo, Cristiano Malgioglio.
I due showman, affiatati più che mai, procedendo in perfetta sintonia, hanno condotto i divertiti spettatori (sui quali, chissà, il fumo agisce come catalizzatore di risate?!) in un viaggio nel tempo nel mondo del cabaret: non a caso la vera chicca dello spettacolo è stata una famosa performance del teatro d’avanguardia (alla cui scuola si formarono i nostri più grandi attori comici, da Macario a Alberto Sordi, da Totò a Aldo Fabrizi):lo sketch del dentista. Qui veramente Solenghi e Lopez hanno dimostrato la loro consumata arte, con una perfetta modulazione della voce e una mimica eccezionale, tali da suscitare tante allegre risate, in una riscoperta necessaria della vera arte comica, dove il comico era l’altra faccia del tragico e lo attraversava ironicamente.
L’ironia elegante e garbata ha dominato anche in altre avvincenti gag come l’acuto dialogo tra il presidente Sergio Mattarella e papa Francesco (mirabilmente imitati con una cadenza azzeccata della voce) o la sfiziosa favola di Cappuccetto Rosso, che rosso non può essere, che non può incontrare il lupo, che non può far nulla in nome del politically correct. Una bella performance di Solenghi anche l’omaggio a Leopardi con una scoppiettante A Silvia, declinata in tutti i dialetti regionali e di Lopez la splendida imitazione di un grande maestro della televisione come Maurizio Costanzo.
Poi è giunto il momento più commovente, il sentito ricordo di Anna Marchesini, che è lì tutte le sere con loro, ma senza la quale i due amici si sono sentiti e si sentono ancora oggi più soli. Animato da deliziose foto dell’attrice sullo sfondo, qui l’emozione si è fatta tangibile, con i due attori che hanno cantato una bellissima canzone di Gianmarco Testa, Dentro la tasca di un qualunque mattino, che sembra scritta apposta per lei, anche se, ironia della sorte, non si conoscevano e sono morti lo stesso anno, a pochi mesi di distanza, il tutto per un sincero effetto occhi lucidi in platea e sul palco.
Così, dinanzi a un pubblico incantato da un’orchestra capace di sottolineare i momenti salienti e felice di tante genuine risate, i due attori si sono congedati tra mille applausi, confermandosi dei veri signori dello spettacolo, cementati da una decennale amicizia. Che possano deliziarci ancora a lungo.