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La Nascita della Costituzione Repubblicana del 1948

La Costituzione italiana, entrata in vigore il 1º gennaio 1948, rappresenta il culmine di un percorso storico, politico e culturale che segnò una profonda discontinuità con il passato monarchico e autoritario del Paese. La sua stesura fu il risultato di una sintesi straordinaria tra diverse tradizioni politiche e culturali, unite dall’aspirazione comune di costruire una Repubblica democratica basata sui principi di libertà, uguaglianza e giustizia sociale.

La Costituzione del 1948 affonda le sue radici in due momenti fondamentali della storia italiana: la Resistenza al nazifascismo e la tradizione giuridico-culturale italiana ed europea.

La lotta partigiana contro il nazifascismo non fu soltanto una battaglia militare, ma anche un’esperienza politica e morale che gettò le basi per la nuova Italia democratica. La Resistenza rappresentò una rivolta contro l’oppressione e un laboratorio di idee, dove si formarono le prime aspirazioni a una società libera, giusta e partecipativa. Questi ideali trovarono espressione nei principi fondamentali della Costituzione, come la centralità della persona, il rifiuto della guerra e l’uguaglianza dei cittadini.

La cultura giuridica italiana, profondamente influenzata dal diritto romano e dalle tradizioni liberali europee, fornì un patrimonio prezioso per la stesura della Carta costituzionale. Inoltre, le esperienze delle costituzioni democratiche di altri Paesi, come la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino della Rivoluzione francese e la Costituzione di Weimar, offrirono modelli di riferimento. La consapevolezza degli errori del passato – in particolare l’uso autoritario delle leggi sotto il fascismo – spinse i costituenti a creare una Carta che garantisse un equilibrio tra poteri e la tutela dei diritti fondamentali.

La nascita della Costituzione si inserisce in un quadro storico segnato da profonde trasformazioni politiche e sociali, culminate nella transizione dalla monarchia alla Repubblica.

Il 2 giugno 1946, gli italiani furono chiamati a scegliere tra monarchia e Repubblica. Con una partecipazione straordinaria, che vide per la prima volta il voto femminile, la Repubblica prevalse con il 54,3% dei voti. Questo evento segnò non solo la fine della monarchia sabauda, ma anche l’inizio di una nuova stagione democratica, ponendo le basi per la convocazione dell’Assemblea Costituente.

L’Assemblea Costituente, eletta contemporaneamente al referendum, fu composta da 556 membri rappresentativi delle principali correnti politiche del Paese: i democristiani, i socialisti, i comunisti, i liberali e altre formazioni minori. Nonostante le divergenze ideologiche, i lavori della Costituente furono caratterizzati da un clima di dialogo e collaborazione, spinti dalla comune volontà di evitare i conflitti che avevano lacerato il Paese nel passato.

La Costituzione del 1948 fu il risultato di una sintesi tra le principali correnti politiche italiane, che contribuirono in modo significativo alla definizione dei suoi valori fondamentali.

La Democrazia Cristiana (DC), guidata da Alcide De Gasperi, portò nella Costituzione i valori del personalismo cristiano e della dottrina sociale della Chiesa. Tra i principi chiave promossi dalla DC vi furono la centralità della persona, la tutela della famiglia e il riconoscimento dei diritti sociali, come il lavoro e l’assistenza.

I partiti della sinistra, come il Partito Socialista Italiano (PSI) e il Partito Comunista Italiano (PCI), contribuirono a inserire nella Costituzione principi di uguaglianza sociale, giustizia economica e tutela del lavoro. Tra gli articoli più emblematici vi sono quelli che sanciscono il diritto al lavoro (art. 1 e art. 4) e la funzione sociale della proprietà (art. 42).

Il Partito Liberale Italiano (PLI) e altre forze democratiche minori portarono nel dibattito costituente l’eredità del liberalismo ottocentesco, insistendo sulla difesa delle libertà individuali e sull’equilibrio tra i poteri dello Stato. La separazione tra esecutivo, legislativo e giudiziario e il principio dello Stato di diritto furono alcuni dei contributi più significativi.

La Costituzione Repubblicana si basa su valori che riflettono la volontà di superare le divisioni del passato e costruire una società equa e democratica. Tra i principali valori, vale la pena di ricordarli, vi sono l’articolo 2 riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, ponendo la dignità umana al centro dell’ordinamento giuridico. L’articolo 1 che definisce l’Italia come una Repubblica democratica fondata sul lavoro, dove la sovranità appartiene al popolo. L’articolo 3 che sancisce l’uguaglianza formale e sostanziale, impegnando la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini. Ed infine l’articolo 11 che ripudia la guerra come strumento di offesa e promuove la collaborazione internazionale, quest’ultimo attuale come non mai.

La Costituzione riconosce l’importanza della solidarietà e del bene comune, garantendo diritti come l’istruzione, la salute e la previdenza sociale.

La Costituzione del 1948 non nacque in un vuoto storico, ma si inserì nel contesto della ricostruzione post-bellica e della Guerra Fredda. L’Italia, alleata degli Stati Uniti e parte del blocco occidentale, trovò nella Costituzione un compromesso tra le diverse ideologie, mantenendo una neutralità ideologica che le consentì di adattarsi ai mutamenti geopolitici. La Costituzione Repubblicana del 1948 è un documento unico, nato dal sacrificio della Resistenza e dal dialogo tra diverse tradizioni culturali e politiche. I suoi principi fondamentali, ispirati a libertà, uguaglianza e giustizia sociale, continuano a guidare la Repubblica Italiana, rappresentando una bussola per affrontare le sfide del presente e del futuro.

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Alessandro Sorace classe 1988, nato a Catania. Giurista, giornalista pubblicista, appassionato di arte, storia ed amante della cultura, del gusto e del buon vivere. Collabora da gennaio 2022 col quotidiano online "Clessidra 2021".

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