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Teatro Stabile, emoziona Gabriele Lavia col suo Leopardi

Canti. Non a caso Leopardi intitolò così la raccolta integrale delle sue poesie. Perché le liriche del grande maestro di Recanati sono innanzitutto suono e musica.

Gabriele Lavia, graditissimo ospite della città di Catania, che per lui, in quanto di origini etnee, rappresenta un ritorno alle radici, ha reso omaggio il 9 ottobre  proprio a questa nativa ispirazione del grande poeta con una serata d’onore al Teatro Stabile dal titolo particolarmente significativo: Lavia dice Leopardi.

Lo dice perché lo sente profondamente tanto che da ragazzo volle imparare a memoria ogni passo, gustandolo e rigustandolo; e adesso le ridice quelle poesie, in un’ansia performativa fondata sulla pura parola, sul puro suono.

Ed è stata un’ora di assoluta magia quella che hanno vissuto gli spettatori dell’inaugurazione della stagione 2024/25, fortemente voluta dal nuovo attento direttore Graziano Piazza, a cominciare dall’incipit, con quella donzelletta che vien dalla campagna, di cui il consumato attore ha proposto una interpretazione davvero originale, alla splendida La sera del dì di festa, dove l’interpretazione si è fatta accorata fino alle Ricordanze, poesia della rimembranza assoluta, quel ricordo che per Leopardi era essenziale nel sentimento poetico, e al Canto notturno, la lirica più amaramente filosofica, che condensa nel lapidario verso finale la sintesi del nichilismo leopardiano: è funesto a chi nasce il dì natale.

Così Lavia ha voluto recitare Leopardi con una tecnica da piano sequenza, senza soluzione di continuità, passando da una poesia all’altra ininterrottamente, come se il flusso delle emozioni fosse inarrestabile in quel suo dolce ricordare il poeta della sua infanzia, cui ha dedicato un grande lavoro di memoria.

Non a caso, alla fine dello spettacolo, ha voluto che il pubblico recitasse insieme a lui il capolavoro assoluto del recanatese, quell’Infinito senza tempo, tradotto in tutte le lingue. E qui il gioco d’intesa con gli spettatori si è rivelato intenso e a tratti simpatico, con un sornione rimprovero agli improvvisati attori, che hanno dimostrato di non conoscere a memoria la celebre poesia, gettando più di uno sguardo agli schermi del telefonino.

Perdonati infine dal sempreverde performer, scroscianti applausi hanno siglato l’omaggio a un grandissimo poeta da parte di un grandissimo attore.

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Docente liceale, collabora con la pagina culturale del quotidiano La Sicilia e la rivista di informazione scolastica La tecnica della scuola. Recensisce spettacoli di teatro di prosa, musica e lirica per il quotidiano on line Sicilymag.

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