Acireale, successo della conferenza “Architettura del ‘700,le Chiese e i palazzi di Via Dafnica”

L’Associazione Sicilia Antica Sede di Acireale e comuni delle Aci ha organizzato una conferenza “Architettura del ‘700, le chiese e i palazzi di Via Dafnica”. L’evento è perfettamente riuscito con una consistente partecipazione di pubblico che ha mostrato grande attenzione agli interventi dei relatori . Tale iniziativa fa parte della manifestazione la Via del Barocco ad Acireale e si è svolta nella Chiesa Santa Venera (Via Dafnica), sabato 21 settembre alle ore 17.00 . L’incontro è stato reso possibile per la sensibilità del consigliere comunale Francesco D’Ambra il quale ha promosso l’evento del Barocco che è giunto ormai alla Terza Edizione che ha goduto sempre del sostegno del Comune di Acireale. Ha portato i saluti istituzionali l’avv. Vincenzo Di Mauro che ha sottolineato l’importanza di questi momenti di studio protessi a valorizzare la storia della vita acese e delle sue bellezze artistiche. Ha moderato l’incontro la dott.ssa Silvana Cardì, Presidente di Sicilia Antica,la quale è intensamente impegnata in un programma che punta a mettere in luce gli aspetti di una realtà artistica di Acireale per farla conoscere con un opera di divulgazione qualificata e approfondita. Mentre il relatore è il prof. Eugenio Magnano di San Lio, che si è soffermato sul fatto la via litoranea ad Acireale nel 1700 non esisteva e la via Dafnica fungeva da arteria principale che metteva in comunicazione Acireale (demaniale) con le Aci feudali.
Silvana Cardì, Vincenzo Di Mauro e Eugenio Magnano di San Lio
Si è anche ricordato che l’ architetto che ha firmato la maggior parte dei palazzi di quel periodo è Paolo Amico Guarrera. Fra gli altri, sono stati citati il palazzo Scudero, e il palazzo Pasini (famiglia ligure). Notevoli gli interessi economici dei monasteri, i cui beni non potevano essere venduti ai laici. Le famiglie aristocratiche acesi hanno esteso il patrimonio nella contea di Mascali, ricca di vigne e di boschi. Ma commerciavano anche il grano, che proveniva da Caltagirone. I commerci erano fiorenti con la Liguria, da dove molti emigravano per stabilirsi in Sicilia (immigrazione dal Nord al Sud). Ancora resta traccia di questo movimento immigratorio nel dialetto di alcune località del calatino. Il successo di questo incontro è stato per merito anche dell’Associazione Città Domani e altra importanti associazioni che hanno aderito partecipando alla conferenza.