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I Beddi in concerto

Una musica che parla all’anima, ricchissima di sentimento, espressione della cultura e della storia della Sicilia, ma anche laboratorio e ricerca di nuovi stili.

Sono, come loro amano definirsi, i “Musicanti di Sicilia in terre lontane, ossia I Beddi, la band folk pop con radici etneomessinesi andata in scena sabato 24 agostonella cittadina dell’Alcantara nell’ambito del ricco programma di festeggiamenti in onore del patrono Sant’Euplio Martire, un evento musicale con organizzazione a cura di “Franco Francavilla Management”.

È stato quello dei I Beddi un concerto spettacolare e coinvolgente, che ha richiamato tantissime persone giunte da tutta la Valle dell’Alcantara e dalla fasciacostiera ionica; e in piazza D’Aquino si è ballato e cantato, giovani, adulti, anziani, intere famiglie con bambini, al ritmo di una musica incalzante e irresistibile, armoniosa, immediata, in cui tradizione popolare siciliana e influenze artistiche e musicali apparentementelontane dalla “sicilianità”, come il blues, il country americano, il cantautorato italiano, si mescolano e convivono, dando origine ad un raffinato mosaico di suoni antichi e moderni, perché, in fondo, la sicilianità non è solo sconfinata bellezza, civiltà, ma anche incontro di culture e linguaggi musicali.

Il gruppo nasce nel lontano 2005 dall’idea di due giovani musicisti siciliani Davide Urso e Simona Di Gregorio, con lo scopo di riproporre la musica siciliana tradizionale e di ricerca. Da quel momento in poi il gruppo si è trasformato, evoluto, plasmato, affinato, ed è cresciuto, sia nel numero dei componenti, sia nella qualità delle proposte musicali eseguite nei concerti dal vivo, sia nella serietà della ricerca musicologica proposta, oggi, manifestazione evidente dei lavori discografici incisi.

Nel 2006 esce il primo vero lavoro discografico, Dedicato a Rosa Balistreri – canti e cunti del Natale siciliano, realizzato in collaborazione con l’Associazione culturale Darshan di Catania. Dedicato a Rosa Balistreri è un omaggio a questa grande Cantante siciliana, al suo modo di raccontare, al suo essere Siciliana.

La band di “Quannu viru a tia, il brano più rappresentativo della formazione siciliana, si è esibita in molte regioni italiane e all’estero (Austria, Belgio Olanda, Spagna, Tunisia, Malta, Malesia e Danimarca) e nel 2007 ha partecipato alla realizzazione della colonna sonora di un DVD – documentario sulla Sicilia: “Barocco e Mascheroni– viaggio per immagini nella Sicilia barocca”.

Moltissimi sono stati i festival internazionali a cui la band ha partecipato con grande successo, e altrettanto numerosi i riconoscimenti ottenuti: nel 2014, solo per citarne qualcuno, il gruppo ha ricevuto a Fiumefreddo diSicilia il premio Cruijllas, conferito dall’Associazione Culturale Sikania, che ha scelto i Beddi per rappresentare la Sicilia nel mondo, mentre nello stesso anno, a Siracusa, l’Associazione Siciliana di Musica Popolare Cori di Val d’Anapo gli ha attribuito il premio Corrado Maranci, per l’attività svolta con prestigio in ambito nazionale e internazionale.

Il precorso e la crescita artistica del gruppo si manifesta nel 2021 con il nuovo album, Non chiamatecifolksinger”, “… la rivoluzione musicale della bandiniziata anni orsono, continua e si rivela ancor più palesemente all’interno di questo albumuna ribellione adesso manifesta, una sommossa disciplinata contro ogni qualsivoglia classificazione artistico musicale.”

L’anno successivo esce il singolo Sugnu Latru, nato dalla collaborazione con gli artisti e cantanti Marco Corrao e Simona Sciacca. Il brano è prodotto dall’Associazione Culturale Il Tamburo, in collaborazione con Suoni Indelebili nuova Etichetta discografica della band.

Nel 2023 la band rilascia il nuovo singolo dal titolo La mia Africa, pubblicato da Mhodì Music Company e distribuito digitalmente da You Independent, scritto con Ture Most (pseudonimo di Salvatore Mostaccio), autore dei versi rap; il testo è firmato da Davide Urso per il Tamburo di Aci, un brano che va oltre gli abissi e lefrontiere del mare, il racconto di una giovane vita spezzata, una testimonianza forte e commossa sul dramma del fenomeno migratorio nel Mediterraneo.

La band (2023) è composta da Mimì Sterrantino (voce, chitarre, armonica), Davide Urso (voce recitante, tamburi a cornice, mandolino, marranzano), Giampaolo Nunzio (voce, organetto zampogna, friscalettu, flautotraverso, Bouzouki, marranzano), Ottavio Leo (basso elettrico), Alessio Carastro (batteria e percussioni), Francesco Frudà (chitarra elettrica) e Nhoa TeclaNoemi Carpinato (voce).

 

 

 

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Luigi Lo Presti nasce a Francavilla di Sicilia il 10 settembre 1959; diplomato presso l’Istituto Tecnico Commerciale di Randazzo. La sua prima esperienza con il giornalismo risale agli anni Ottanta, quando all’età di 25 anni inizia a collaborare con il quotidiano “La Gazzetta del Sud” come corrispondente da Francavilla di Sicilia, dal 1984 al 1988, e con il settimanale “La Gazzetta Jonica”. Nel 1989 viene assunto nella Pubblica amministrazione e si trasferisce a Cuneo, in Piemonte, dove rimarrà per 20 anni. La lunga permanenza nella città subalpina non gli farà tuttavia dimenticare le proprie origini, e così nel 2008 rientra in Sicilia. Studia Scienze dell’Informazione, tecniche giornalistiche e social media presso l’Università di Messina. Attualmente, collabora anche con il Gazzettinoline di Giarre.
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