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Il tempo: la ricchezza per l’umanità
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Bisogna essere cittadini non sudditi

Uno dei criteri per valutare il livello di maturità di una persona e di un popolo, è il criterio di “appartenenza”.

Tutti avvertono l’esigenza di “appartenere”, cioè di avere un punto di riferimento, di partecipare, e di essere ben accetti da qualcuno o da un gruppo.

Tale esigenza, però, si può manifestare in modi diversi.

Per esempio, gli insicuri, gli immaturi, gli psicologicamente fragili, i frustrati, 

il loro bisogno di “appartenere” lo vivono come “dipendenza”, come identificazione  acritica.

Come ricerca di quelle certezze che non ritrovano dentro di se.

Nei gruppi mafiosi i c.d. “soldati” tengono a precisare la loro condizione dichiarando: “appartengo a Tizio, appartengo a Caio”.

Tizio e Caio sono i capi della cosca.

Allo stesso modo avviene nella vita personale di molti, allorchè si dipende totalmente da altri.

Analogo meccanismo in politica.

L’ adesione a un partito e a un capo avviene, sempre più spesso, “a prescindere”.

In modo apodittico e acritico.

Vi è una delega in bianco, una rinuncia a qualsivoglia personale riflessione critica.

Si determina una assoluta omogeneità, che attutisce quasi del tutto le differenze soggettive degli individui, accentuando al massimo i caratteri comuni del comportamento, del modo di pensare, persino dell’immagine esteriore.

Penso alla ostentazione, quasi feticistica, di alcuni simboli identificativi del partito o del gruppo di appartenenza, come spille, medaglie o altro.

L’ appartenenza che ho descritto è quella dei sudditi.

Poi vi è quella degli adulti e dei cittadini.

Questa consiste in un rapporto di interdipendenza dinamica con gli altri,

in uno scambio paritario di valori e opinioni, nel riconoscimento e rispetto reciproco.

Nella costruzione, assieme, di un progetto comune.

Tale modo di vivere l’appartenenza non mortifica l’identità di ciascuno, anzi la rafforza.

È l’appartenenza delle persone libere, nel cuore e nella mente.

Mi guardo attorno e penso: quanta strada, ancora, da fare!

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Laureato in Giurisprudenza nell’ Università di Catania. Avvocato penalista di lunga e consolidata esperienza, patrocinante presso la Suprema Corte di Cassazione e Giurisdizioni Superiori. In particolare modo svolge attività di assistenza e consulenza legale, nonché attività di rappresentanza e difesa in sede contenziosa e stragiudiziale, principalmente nel settore del diritto penale e prevalentemente nelle seguenti materie: Reati contro l’ordine pubblico; Reati contro la Pubblica Amministrazione; Reati contro la persona; Responsabilità medica; Diritto penale del lavoro; Reati contro il patrimonio. E’ stato uno dei fondatori del Movimento La Rete e poi deputato regionale dello stesso gruppo politico all’Assemblea Regionale Siciliana per due legislature. E’ un animatore e un attivista dell’impegno antimafia a Catania in Sicilia e si è distinto nell’attività professionale difendendo molti collaboratori di giustizia che hanno reciso i legami con Cosa Nostra.

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