Palermo, conferita la laurea honoris causa al “puparo” e “cuntista” Mimmo Cuticchio

Una laurea magistrale honoris causa in Italianistica è stata conferita al maestro “puparo”e “cuntista” Mimmo Cuticchio nel corso di una cerimonia all’Università di Palermo nella sala magna dello Steri, a piazza Marina. Sono stati il rettore, Massimo Midiri, e la direttrice del dipartimento di Scienze umanistiche, Francesca Piazza, a portare i saluti per questo momento celebrativo, mentre a leggere la motivazione è stata, Luisa Amenta, prorettrice e coordinatrice del consiglio del corso di studi in Italianistica. Prima del conferimento della laurea magistrale honoris causa, la laudatio è stata tenuta da Marina Calogera Castiglione, docente di Linguistica italiana dell’Università di Palermo. Mimmo Cuticchio,molto emozionato e grato per il ricnoscimento, ha svolto una lectio magistralis su “L’Opera dei Pupi-Una tradizione in viaggio”.

L’artista tra i suoi pupi
Questa è la seconda laurea honoris causa conferita all’artista , mentre la prima è stata ottenuta nel 2022 in Teatro,musica e danza all’Università Roma Tre. Per l’artista sono state “due belle e significative tappe di un viaggio lungo oltre mezzo secolo, non sempre facile, anzi a volte decisamente difficile, doloroso. Un viaggio iniziato da bambino in quel mondo dei pupi-ha affermato Cuticchio- in cui sono nato e in cui sono cresciuto con mio padre Giacomo, mia madre Pina Patti e i miei fratelli e le mie sorelle”. Mimmo Cuticchio rievoca la sua vita in cui erano “sette figli, settecento pupi, mamma e papà: questa è stata la mia famiglia. Ho vissuto tra paladini di Francia e saraceni che sì, è vero, si fanno la guerra, ma è una guerra senza sangue, in cui se si muore, si muore per finta. E, alla fine, le teste mozzate l’indomani, in laboratorio, si aggiustano. Il sangue non scorre davvero”. Mimmo Cuticchio è nato Gela nel 1948, il padre Giacomo Cuticchio e la madre Pina Patti sono stati promotori della tradizione dei cuntisti siciliani e dell’Opera dei pupi. All’inizio Mimmo inizia la sua attività come attore e regista teatrale. Nel 1973 apre a Palermo il Teatro dei Pupi di Santa Rosalia e nel 1977 fondò l’associazione “Figli d’arte Cuticchio”, che aveva il compito di promuovere l’arte dell’Opera dei Pupi,e oggi anche per merito suo quest’arte è iscritta tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità dell’Unesco.

Il Teatro dei Pupi di Palermo
Da ricordare le apparizioni di Mimmo Cuticchio nel 1990 nel film “Il Padrino-Parte III” di Francis Ford Coppola e poi nel documentario Prove per una tragedia siciliana. Ha partecipato al film Cento giorni a Palermo di Giuseppe Ferrara in cui era la voce narrante nel monologo finale da lui scritto, ed stato anche coprotagonista del film Terraferma di Emanuele Crialese. Nel 2007 ottiene il premio Hystrio- Teatro Festival di Mantova. Quindi Cuticchio è stato anche attore che sa alternare sulla scena il tono cantilenante del cantastorie con vari stili e registri. Nel 2015 la collezione di Pupi siciliani iniziata dal padre è stata acquisita dalla Fondazione Sicilia, ed è ora esposta a Palazzo Branciforte. Nella versione del «puparo» e «cuntista» Mimmo Cuticchio riesce ad affascinare persone di ogni età e l’artista fa molte iniziative anche nelle scuole.

Mimmo Cuticchio attore e artista poliedrico
Cuticchio ha avuto il grande merito non solo di valorizzare e rinverdire questa grande tradizione della nostra terra, ma soprattutto di avere creato una nuova generazione di allievi che si ispirano alla sua recitazione e allo stile del “cunto” siciliano. Nella sua arte vi è l’anima della Sicilia con la sua importante cultura antropologica, arte e tradizioni, storia e storie, i pupi siciliani condensano una pluralità di aspetti.

L’artista Mimmo Cuticchio
Mimmo Cuticchio è un uomo di cultura , dalla formazione poliedrica, attore e regista teatrale e la sua qualità artistica e originalità interpretativa ha saputo amalgamare tradizioni e culture, con uno spirito di passione intellettuale e di amore per il teatro. La tradizione culturale siciliana affonda le radici nella lunga storia dei cantastorie e ha dato vita anche a una commistione di stili e di generi narrativi e artistici. Nel Novecento il più famoso dei cantastorie siciliani,Ciccio Busacca, instaurò una collaborazione con il poeta Ignazio Buttitta (oltre a quella con il futuro Premio Nobel Dario Fo). E lo stesso Andrea Camilleri amava ripetere di sentirsi un artigiano della letteratura e soprattutto un «contastorie». Raccontare storie può essere oggi uno strumento di dialogo e di pace con gli altri popoli del Mediterraneo.