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Il tempo: la ricchezza per l’umanità
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Legami malati

Le notizie che scorrono in questi giorni ci riportano alla dura realtà di un paese che vive un lento declino culturale e sociale. L’ennesima tragedia è quella che vede protagonisti due giovani poco più che ventenni. A vent’anni si dovrebbe vivere un’altra realtà, fatta di gioia e spensieratezza nei limiti delle proprie responsabilità ed invece ci si ritrova vittime di un mondo che travolge con le proprie ossessioni e modelli completamente squilibrati. Un mondo fatto di successo e mai di sconfitta, un mondo che non vuole il saper riconoscere i propri limiti e che pensa sempre che tutto sia senza limiti e senza le suddette responsabilità. Ovviamente niente di tutto questo può giustificare un omicidio o più precisamente un femminicidio, ma sicuramente non contribuiscono tali fattori a rendere il benessere mentale quantomeno più raggiungibile. Il voler primeggiare, chiedere ad una persona, che presumibilmente dici di amare, di non laurearsi perché ancora tu non lo sei, è follia. Non è giustificabile di per sé come “proposta” ed è follia se si tramuta in qualcos’altro. Lì chi si vede messo alle strette deve chiedere aiuto, mai affrontare situazioni di questo tipo in totale solitudine e farsi opprimere da atteggiamenti che hanno solo del patologico. I familiari e conoscenti di questo soggetto, mi perdonerete se non riesco a darne altro epiteto, hanno coralmente detto che non dava alcun segno di squilibrio, probabilmente nell’intento umano di proteggerlo; ebbene in realtà i segnali emersi da parte della vittima sono ben altri. Alla nonna diceva che intendeva lasciarlo perché lui era insistente ed un po’ così, storcendo il naso in segno di disagio; alla sorella raccontava dell’insistenza delle sue fantasiose proposte del fatto che se le lo avesse lasciato si sarebbe ucciso. Già questi due brevi ma importanti segnali danno il polso della situazione della tanto millantata normalità che normalità non era affatto. L’amore, quello con la A maiuscola, vuole solo il bene dell’altra persona incondizionatamente, fa mettere da parte quelle che sono le proprie paure e lascia spazio alla felicità dell’altro. A volte questo può anche voler dire lasciare andare. Qui invece avviene l’esatto opposto, ed allora non si è difronte al più alto dei sentimenti, ma al più basso. Quello che si scambia per amore è in realtà possesso. Se tu vai avanti nella vita mi abbandoni, ed allora resta qui non mi “lasciare”. Se tu mi lasci io resto solo, la tua vita dà luce alla mia. Tutti sintomi di una mente non equilibrata, che avrebbe avuto bisogno di un grosso aiuto e che a soli 22 anni invece vive il buio più totale. Il nichilismo della ragione e dell’esistenza. Dove c’è un carnefice c’è una vittima e viceversa, è molto difficile dall’esterno riuscire a decriptare un rapporto di questo tipo e quando ci si riesce a volte è tardi per intervenire ed a volte non si sa come agire per aiutare chi è aggrovigliato in questa tremenda ragnatela. Ed allora l’invito è quello di aprire un dialogo con le persone che veramente vi vogliono bene, affinché sappiano aiutarvi e starvi affianco ed anche difendervi da chi in realtà di bene non ve vuole per niente.

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Alessandro Sorace classe 1988, nato a Catania. Giurista, giornalista pubblicista, appassionato di arte, storia ed amante della cultura, del gusto e del buon vivere. Collabora da gennaio 2022 col quotidiano online "Clessidra 2021".

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