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Al Castello Ursino “La rimozione” di Leonardo Sciascia

Il Teatro Stabile inaugura la Stagione Estiva al Castello Ursino

Mercoledì 14 giugno alle ore 21 a Castello Ursino ha preso il via la Stagione Estiva del Teatro Stabile di Catania che prevede una serie di appuntamenti -fino agli inizi di agosto- tra Castello Ursino, Sala Verga, Palazzo Platamone.

Si comincia con “La rimozione” il testo di Leonardo Sciascia già presentato in febbraio a Sala Futura (secondo appuntamento di “Progetto Sciascia”) con la regia di Cinzia Maccagnano (assistente alla regia Marta Cirello).

In scena gli eccellenti interpreti: Rosanna Bonafede, Pietro Casano, Marta Cirello, Rita Fuoco Salonia. 

Costumi di Riccardo Cappello; luci di Gaetano La Mela; musiche di Lucrezio de Seta.

Produzione: Teatro Stabile di Catania.

Il sapido e fortemente ironico breve scritto di Sciascia sembra una sorta di immersione nell’atmosfera guareschiana di Peppone e don Camillo, ma in cui si inserisce il fulmine della destalinizzazione e il pensiero profondo dell’autore.

Ripercorriamo la trama con le stesse parole di Sciascia operando, ovviamente, una opportuna scelta di brani e necessari tagli.

Michele Tricò convinto comunista e presidente della ‘Federterra’

“Rincasò, come ogni sera, alle otto in punto; dopo la solita partita a perdivinci, in cucina, si accorse che la moglie non c’era … e dalla camera da letto venne un piccolo tonfo, ..Sollevò un lembo della coperta: c’era il gatto gnaulò da orfano, da morto di fame .
‘E dove se n’è andata?… A quest’ora, poi… Forse l’hanno chiamata da sua madre.’
‘Ci vado’, decise. “C’è Filomena?” “Non c’è” disse la vecchia; “Sarà in chiesa” ‘Mi sentirà: le farò perdere la voglia di andare in chiesa finché campa.’
C’era gente, davanti alla chiesa. “Le donne: stanno dentro la chiesa” spiegò il brigadiere “e non vogliono uscire. Temono che calino giù dall’altare la statua di santa Filomena: non si muoveranno dicono, se l’arciprete non giura che la statua resterà dov’è.”… Ma chi glielo fa fare, ai preti? …e di colpo vien fuori il decreto che santa Filomena non è mai esistita.’

Michele entrò in chiesa; …E come trovare sua moglie, in quell’arruffo di donne e di bambini? “Dov’è Filomena?” …“Più avanti, verso il coro”… Ad un tratto scoprì sua moglie: la faccia insoggolata da un velo nero, come per lutto, “Andiamo a casa” disse .“Non posso” disse Filomena “staremo qui finché l’arciprete non ci fa giuramento che la Santa resterà sull’altare…“Tua madre” disse Michele. Gli era venuta improvvisa l’idea di armare un piccolo inganno… .”Mia madre che?” si allarmò Filomena …“Niente” disse Michele, fingendosi imbarazzato come chi porta grave notizia e vuol usare precauzione a comunicarla “una cosa da niente…”

“Che è successo?” quasi gridò Filomena alzandosi di scatto .
“A pensarci bene, puoi anche restartene qui: tanto, c’è il medico, c’è il parroco”…“Un piccolo insulto, ha solo perduto la parola”…

“E allora non è vero!” “Che ha avuto un colpo?… Certo che non è vero…E come ti viene in mente, sapendo come io la penso, a metterti in quella cagnara?” “Ignorante, sei ignorante come una mucca…” “Io so che la Santa c’è sempre stata”
Se l’arciprete vi dice che chi non vota per la Democrazia Cristiana va all’inferno, gli credete; se vi dice che santa Filomena non esiste, fate la rivolta… Queste son cose da pazzi !” Santa Filomena non c’è, bestia che sei: ed è il Papa stesso che te lo dice… “Non c’è, non c’è mai stata” disse Michele “e la caleranno giù dall’altare: e al posto di santa Filomena metteranno un’altra Santa.

Tirò dalla tasca il giornale come ogni sera; lo aprì. avrebbe potuto leggersi in pace ‘I’Unità’. Al XX Congresso del PCUS  (1956) decisa la rimozione di Stalin dal mausoleo .: ‘se accaduto per colpa di Stalin… che sia riconosciuto come irrazionale conservare la tomba di Stalin nel mausoleo… La risoluzione è messa ai voti. I delegati alzano il mandato rosso. La proposta di rimozione della salma di Stalin è approvata alla unanimità.’ “Che c’è?” domandò Filomena .
“Niente” disse Michele “niente.”

È il solito interrogativo che si propone alla riflessione di chi ‘vuol riflettere’:

la fede, in qualunque credo, è giustificata e/o giustificabile? Qual è la verità?

Si fa presto -scrive nelle note la regista Cinzia Maccagnano- a relegare la devozione alla sfera della religione in tutte le sue manifestazioni popolari. La fede è anche uno dei motori più potenti della politica. La politica miracoli non ne fa, ma è legittimo credere che un politico illuminato non sia poi così diverso da un santo?”.

“Sciascia si sofferma sulla natura spesso ostinata della devozione, nel bene e nel male – scrive ancora la Maccagnano – …È un gioco sulla verità, La Rimozione, e come tale, lo affronteremo: quattro narratori giocano a essere i protagonisti di questo racconto, tirando a sorte i ruoli… per svelare non tanto gli inganni della fede, quanto l’ingannevole convinzione di chi pensa di stare sempre dalla parte giusta”.

Sciascia, in conclusione, ancora una volta svela le trame e l’impostura di qualunque potere che è solito usare ai propri fini l’esibizione enfatica, generatrice di fede e culto.

La recitazione ritmata e a tratti marionettistica, l’incrocio degli sguardi, la scenografia che intende rivisitare il sapore onirico e barocco, il sapiente intreccio tra verbo narrato e parola recitata hanno reso lo spettacolo piacevolissimo e molto apprezzato da un pubblico attento e soddisfatto.

                                                                                       

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Silvana Raffaele, laureata in Lettere moderne, è stata professore ordinario di Storia moderna presso l'Università di Catania. Nella sua lunga carriera, oltre a seguire allievi e tesisti, ha organizzato convegni di studio, seminari, conferenze, e viaggi di istruzione a livello nazionale e internazionale. Ha insegnato anche presso il Dottorato di ricerca in Storia del Mediterraneo dell'Università di Potenza. Specialista del periodo borbonico si è occupata, scegliendo tra un centinaio di pubblicazioni, di politica assistenziale specie dell'infanzia abbandonata, di demografia storica, di analisi delle strutture familiari, di storia delle realtà accademiche e universitarie specie nel campo della sanità, di patrimonio culturale dell'isola e di politica scolastica. Ha pubblicato infine un volume sul feudalesimo al femminile e in particolare sulle monacazioni forzate in età moderna. Negli ultimi anni ha ideato e completato un progetto di turismo culturale "Catania e i suoi Palazzi: il recupero della memoria" con cui si è proposta, attraverso l'apposizione di ben 162 tabelle e dopo una lunga ricerca di archivio, di recuperare l'architettura urbanistica in senso storico per imparare a leggere la città attraverso le categorie sociali che nel tempo hanno voluto autorappresentarsi con i loro edifici. Per circa quattro anni ha pubblicato su informarmaSicilia le recensioni di tutti gli spettacoli di lirica, sinfonica e prosa messi in scena dal Teatro Massimo 'Bellini', dallo Stabile e dal Brancati nella stagione invernale e in quella estiva.

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