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Charles de Gaulle, il generale presidente che propugnò la “grandeur” francese

Charles de Gaulle è stato una della figure più importanti della storia francese che svolse un ruolo fondamentale e prioritario nella costruzione di una nuova Francia orgogliosa della sua potenza politica e sociale. Nato a Lilla nel 1890,  frequentò la scuola militare di Saint-Cyr a 22 anni. Nella prima guerra mondiale fu ferito due volte e venne anche fatto prigioniero nel 1916. Divenne ufficiale dello stato maggiore di Pétain nel 1929 e nominato a guidare l’armata del Levante a Beirut. Ottenne la nomina di segretario del consiglio supremo di difesa, carica che ricoprì dal 1932 al 1936. Era un graduato che propugnava la necessità dell’impiego massiccio dei mezzi corazzati insieme all’aviazione e alla fanteria nei teatri di guerra e per queste posizioni si attirò l’ostilità degli alti comandi militari. Quando scoppiò la seconda guerra mondiale ricopriva il grado di colonnello e avendo compiuto  una valorosa azione militare nel 1940 fu promosso generale anche per l’eroismo dovuta al fatto che in quella circostanza era dotato solo di una divisione corazzata non molto organizzata.  Fu nominato sottosegretario alla Guerra nel governo di Reynaud  e quando si costituì  il governo  Pétain, che concluse l’armistizio con la Germania, De Gaulle  si era dichiarò contro la resa a mani basse. Deluso e amareggiato nell’animo di patriota e nazionalista  decise di andare a Londra da dove lanciò nel Giugno del 1940 un accorato appello alla resistenza. In tal modo si pose come l’avamposto più importante e autorevole  della resistenza francese. Svolse il ruolo di capo del Comitato francese di liberazione nazionale nel 1943 e il 15 maggio 1944 divenne capo del governo provvisorio della Repubblica francese. Nell’agosto del 1944 quando entrò a Parigi fu capace in pochi giorni di controllare tutte le leve di comandoanche se alla fine delle ostilità militari si scontrò  duramente con i partiti della sinistra politica.

Charles de Gaulle 

Nel 1946 lasciò il governo e fondò il  Rassemblement du Peuple Français. Fu una lunga fase in cui scomparve dall’essere in primo piano nei vertici dello Stato. Nel 1953 abbandonò la vita politica e anche a questo disimpegno lo schieramento gollista nelle elezioni del 1956 fu sconfitto. Però nel gennaio 1957 in seguito alla crisi della Repubblica dopo la sconfitta di Suez e il pronunciamento dei militari in Algeria accettò di formare un governo nazionale. Nel dicembre del 1958  fu eletto presidente della Repubblica e della Comunità francese e in questa fase storica si impegnò in modo intenso ed inesauribile per risolvere il problema algerino consentendo nel 1962 la proclamazione dell’indipendenza algerina. Cominciò un regime dal carattere personalistico assai pervasivo e totalizzante che si sancì con la nascita della riforma della Costituzione del 28 ottobre 1962, con la quale l’elezione del presidente della Repubblica da quel momento sarebbe avvenuta  a suffragio universale e diretto. Nel 1966 cominciò una forte critica da parte di De Gaulle nei confronti della NATO  che condusse all’allontanamento del comando dell’alleanza atlantica dalle basi dal territorio francese che avvenne appunto nel 1966,mentre la politica della “grandeur” francese instaurata dal generale si distinse con l’opposizione della Gran Bretagna dall’ingresso dal Mercato comune con una polemica sempre più esplicita nei confronti degli Stati Uniti. In quel periodo a cominciare dal 1964 il Presidente  avviò rapporti diplomatici con la Repubblica popolare cinese e al tempo stesso si avvicinò all’URSS con una linea politica delle “mani libere” che sconcertò  l’opinione pubblica francese. Nel 1965 venne eletto solo  al  ballottaggio con il 54,5% dei voti contro il 45,5% di Francois Mitterrand. Il crollo del gollismo avvenne  nelle elezioni legislative del marzo 1967 quando perse  40 dei suoi 284 seggi precedenti. De Gaulle continuò a porre il veto all’ingresso della Gran Bretagna nel Mercato Comune Europeo e cominciò a  manifestare  la volontà di dotare la Francia della bomba atomica in modo da rendere il paese autonomo  nella difesa militare. Nella vita economica si propose di coinvolgere tutte le forze sociali nella gestione responsabile della produzione e della cosa pubblica per evitare i conflitti di classe. Il maggio del 1968,l’anno della contestazione in Francia fu particolarmente virulento sempre aggressivo che contestavano il sistema dei valori, il potere politico e la posizione del generale. De Gaulle all’inizio il sopravvento però questi duri contrasti logorarono il suo potere personale. La sua progettata riforma regionale e quella del senato in senso para-corporativo ebbero difficoltà ad essere approvate. De Gaulle convinto di essere ancora preminente indisse su queste riforme il referendum nell’aprile del 1969 che però furono respinte dai francesi col 52,41% di voti contrarî e il 47,58% favorevoli. Venne il giorno delle  dimissioni del generale e i poteri di capo dello Stato passarono al presidente del Senato A. Poher. Dopo le elezioni del giugno divenne presidente il gollista George Pompidou. Fu il ritiro definitivo dalla vita pubblica e il genrale si dedicò a scrivere le sue memorie. De Gaulle fu un uomo dalla forte personalità ai limiti dell’autoritarismo che conosceva bene il temperamento dei francesi ed aveva ben chiaro gli obiettivi da raggiungere, lungimirante e coerente per tutta la sua esistenza. Morì nel 1970.

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Nato a Catania nel 1990. Attualmente ricopre il ruolo di capo di gabinetto dell'assessorato dei beni culturali e dell'identità siciliana. Militante politico e appassionato di giornalismo sin dalla prima giovinezza ha collaborato con il Settimanale I Vespri e con il Secolo d’Italia. Ha ricoperto ruoli di amministratore pubblico nella sua città d’origine, Mascali, come consigliere comunale e assessore. È dottore in Scienze della Difesa e della Sicurezza e in Scienze Politiche. Autore di un saggio su Kelsen e la politica contemporanea "Pensiero forte" edito da Bonfirraro Editore.

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