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Meritato sold out per I promessi sposi in musica al Metropolitan

Fare dei Promessi sposi di Alessandro Manzoni, il romanzo più amato e odiato della storia della letteratura italiana, un musical? Un’impresa ardua, vien da dire.
Ma questa sfida ha intrigato la Poetica produzioni, diretta sapientemente da Alessandro Incognito, che con un entusiasmante sold out è tornata in scena, al Teatro Metropolitan di Catania venerdì 7 marzo, offrendo come sempre uno spettacolo godibile, che, fin dal debutto dell’aprile 2017, ha mietuto grande successo di critica e di pubblico con 50000 spettatori all’attivo.


Così, dinanzi a un foltissimo pubblico in attesa della storia d’amore più famosa di tutti i tempi, un cast di 30 artisti tra attori, cantanti e ballerini, diretti con grande rigore da Alessandro Incognito, coadiuvato dalla brava Gisella Calì, ha fatto rivivere con assoluta fedeltà al testo manzoniano e selezione accurata degli snodi centrali della complessa trama, una vicenda segnata dall’ingiustizia e dal sopruso contro i più poveri, emblema del secolo decimosettimo, visto dalla acuta penna illuminista del buon Manzoni.


Lo show si è distino appunto intanto per una lettura attenta, mai superficiale o incline alle superficiali drammatizzazioni, dell’opera manzoniana, dove il tema della giustizia ha campeggiato con soluzioni scenografiche molto affascinanti: basti pensare all’episodio dell’Azzeccagarbugli, che ha visto la suggestiva voce del celebre avvocato assediare il buon ingenuo Renzo, con uno stuolo di legulei a circondarlo metaforicamente, per una resa davvero suggestiva.


Grazie a un team artistico di tutto rispetto (coreografie di Erika Spagnolo, direzione musicale di Lilla Costarelli, costumi di Rosy Bellomia, scenografie mobili di Gaetano Tropea e Artefatto Allestimenti, e video mapping curato da Andrea Ardizzone) si è via via rivelato l’altro grande tema dell’opera: l’Amore. Ebbene sì, un aspetto spesso dimenticato del capolavoro manzoniano: i Promessi sposi sono la storia di un grande amore. Amore che ha percorso significativamente tutta la messa in scena, e che ha segnato anche la vicenda della monaca di Monza, perduta per il disonesto Egidio.


Le azzeccate scelte registiche hanno garantito così una fluidità narrativa che ha saputo fare di un classico dall’intricata trama una storia contemporanea, segnata da musiche coinvolgenti e bravi interpreti, che ha svelato alla fine, con la scena forse più icastica, il vero tema di tutta la messinscena, il più criticato forse dalla critica manzoniana più severa, quella Provvidenza, che non a caso compariva nel titolo dello stesso musical.
Splendida, infatti, e sottolineata da un abile gioco di luci la rappresentazione della morte di Don Rodrigo, dove la Provvidenza divina mette in atto la sua più importante vittoria, attuando l’unica giustizia possibile e chiudendo uno spettacolo gradevole, coinvolgente, che ha meritato i lunghi, sentiti applausi finali. L’eterno successo di una storia senza tempo, ora animata dall’arte della Poetica produzioni, davvero una piccola Broadway sotto il Vulcano…

 

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Docente liceale, collabora con la pagina culturale del quotidiano La Sicilia e la rivista di informazione scolastica La tecnica della scuola. Recensisce spettacoli di teatro di prosa, musica e lirica per il quotidiano on line Sicilymag.

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