La replica di Maurizio Salustro a Marco Del Monte

Egregio Ing. Del Monte,
Prendo atto di quanto lei osserva a commento del mio breve scritto titolato “Quo usque tandem…”.
Apprezzo il tono composto con cui ha espresso il suo punto di vista. Tuttavia, mi sembra ovvio che siamo su posizioni diverse, forse opposte, e comunque inconciliabili.
Io guardo alla situazione con gli occhi del giurista e mi limito a rilevare quanto segue.
- Dal 2005 al 26 ottobre 2023 (ingresso dell’IDF nella “striscia” dopo l’attacco del 7 ottobre) il territorio di Gaza non è affatto stato libero; infatti, come affermato già dalla Missione del Comitato ONU per i Diritti Umani nel settembre del 2009, lo Stato di Israele esercita su Gaza un controllo che gli consente di determinare le condizioni di vita degli abitanti (decide chi e cosa entra o esce, controlla il mare prospicente la striscia applicando restrizioni alla pesca, mantiene un controllo assoluto sullo spazio aereo, compie incursioni militari ad libitum, regola il mercato monetario e controlla tasse e diritti doganali, detiene pieno controllo sui registri dell’anagrafe).
- Tutto questo si traduce nella continua occupazione di Gaza da parte di Israele e nel fatto che i Gazawi non hanno avuto 16 anni di libertà ma di ininterrotta occupazione.
- Affermare, in termini generali ed assoluti che i Gazawi hanno passato questo periodo di occupazione a scavare tunnel, somiglia molto all’affermazione di Avigdor Lieberman secondo cui “non ci sono innocenti a Gaza”, quindi nemmeno i bambini che puntualmente le truppe inviate dal ricercato Netanyahu non hanno risparmiato.
- Quanto all’inerzia degli organismi internazionali, tra cui l’ONU, osservo solo che, in data 20 novembre 2024, gli USA hanno posto il veto su una proposta di risoluzione del Consiglio di Sicurezza che richiedeva un immediato cessate il fuoco e il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi.
- Del resto, nessuna organizzazione internazionale avrebbe potuto fare di più e meglio di quel che Israele ha fatto e sta ancora facendo.
- Quanto all’ultima domanda da lei posta (“È ragionevole pensare che uno stato che ha vinto tutte le guerre sinora non possa far valere i suoi diritti, se non, appunto, con delle guerre…?”), mi pare di capire che si riferisca al fatto che Israele sarebbe costretta alla guerra dagli attacchi altrui.
- Ho già detto che considero l’azione armata di Hamas un crimine ma, ammettendo che Israele, pur essendo potenza occupante, possa per le specificità del caso agire in legittima difesa, bisogna ricordare che superando il limite della proporzionalità nella risposta, limite che Israele ha ampiamente superato (mi astengo per decenza dalla conta di morti e feriti, a maggioranza donne e bambini, dal riferimento alla distruzione totale di infrastrutture civili, alle insostenibili condizioni di vita, al rischio di epidemie, ecc.), si finisce nel campo dell’illegalità, dei crimini di guerra, del genocidio, dei crimini contro l’umanità, secondo le qualificazioni che si ritengono più appropriate.
Nel mio scritto precedente ho elencato una serie di misure che delle nazioni civili e democratiche dovrebbero intraprendere nei confronti di Israele. Del resto, azioni analoghe sono state giustamente intraprese nei confronti della Federazione Russa. Perché Israele dovrebbe esserne esentato? Le misure che propongo sarebbero una “punizione collettiva” e colpirebbero 8 milioni di poveri cittadini israeliani per colpe del proprio governo?
Anzitutto, giuridicamente le azioni del governo Netanyahu, democraticamente eletto, sono senz’altro ascrivibili allo Stato di Israele. Il popolo israeliano, che ha certamente conserva uno spirito democratico, non manca di mezzi per fermare “l’unico colpevole”.
Inoltre, la finalità delle misure che proponevo, e sostengo ancora, era di indicare a Israele il dissenso della comunità internazionale, o parte di essa, rispetto all’interminabile “risposta all’attacco” (pensare che queste punture di spillo possano fermare Israele è più che ingenuo).
Infine, parlare di “punizione collettiva” dalle parti di Gaza si traduce in un’offesa agli abitanti della striscia. Risparmiamo loro un’ulteriore derisione, dopo quella già realizzata da Trump e dall’“unico colpevole Netanyahu”, che vorrebbero trasformare Gaza in una specie di Disneyland, naturalmente dopo aver ramazzato via il popolo dei “nessuno è innocente”.
Cordiali saluti.