Quosque tandem…? del dott. Maurizio Salustro, ecco la risposta di Marco Del Monte

Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota critica dell’ing. Marco Del Monte su un articolo scritto dal nostro collaboratore, il dott. Maurizio Salustro pubblicato il 18.11.2024 dal titolo “Quo usque tandem abutere, Israel, patientia nostra?
Egr. Direttore, ho avuto modo di leggere sulla “Clessidra”, da lei diretta, un articolo a firma del magistrato Maurizio Salustro intitolato “Quosque tandem, Israel…”, che parafrasa la domanda di Cicerone a Catilina, per osservare preliminarmente che Catilina stava tramando contro Roma, mentre nel caso di specie a tramare sono in tanti ed Israele e il suo comportamento sono soltanto la punta dell’iceberg.
Premetto che le affermazioni dell’esimio magistrato appaiono garbate e volte a raggiungere in quell’angolo di mondo, se non la pace definitiva, almeno una tregua permanente, per raggiungere la quale basterebbe che Israele fosse cancellato dalla carta geografica.
Colgo, di fatto, una contraddizione al termine dell’articolo che mi permetto di segnalare, onde ottenere un’esaustiva risposta, che potrebbe essere utile alla bisogna.
Per non ingenerare equivoci riporto tra virgolette l’intero periodo, per cercare di abbozzare delle congrue conseguenze.
“Purtroppo non mancano squallide manipolazioni che tentano di coinvolgere “tutti gli ebrei” nelle responsabilità dello Stato di Israele e della sua classe politica al potere, fomentando così l’antisemitismo. Ingiustificato e idiota è qualsiasi sentimento di odio sia verso gli ebrei in quanto tali, sia verso il popolo israeliano tutto. Detto ciò, quello che è sotto gli occhi del mondo intero, a mio avviso, dovrebbe imporre a degli Stati democratici e attenti ai propri obblighi internazionali, quanto meno, di: proporre l’espulsione di Israele dall’ONU; cessare l’invio a Israele di aiuti di ogni tipo, specie militari; imporre a Israele sanzioni economiche; vietare a qualsiasi rappresentativa israeliana la partecipazione a eventi sportivi internazionali; imporre il visto d’ingresso ai cittadini israeliani. E ai cittadini di tali Stati, seguendo l’esempio tedesco, spetta il compito di chiedere ai propri governi che ciò sia fatto”.
Se si attuasse tutto questo significherebbe che tutto il popolo israeliano dovrebbe seguire le sorti del proprio governo: espulsione da ogni attività umana, taglio dei viveri, degli armamenti, dei più elementari bisogni di un popolo, boicottaggio totale di ogni attività, drastica riduzione del comparto turistico, divieto di partecipazione alla ricerca, allo studio, etc.
Mi permetto di chiedere se è elemento di giustizia che otto milioni di persone debbano pagare le cosiddette “avventure” del proprio governo e chiedo ancora se così non venga proposta l’attuazione di quello che si rimprovera ad Israele stessa: una punizione collettiva che, però, in questo caso contemplerebbe in prospettiva l’annientamento dell’intera popolazione.
Mi sembra necessario dover porre alcune domande:
- È lecito che i Gazawi abbiano impiegato sedici anni di libertà (dal 2005 ad oggi) per costruire tunnel e accumulare armamenti..?;
- È ragionevole pensare che tutti gli organismi internazionali, a cominciare dalla C.R.I. e l’ONU abbiano abbandonato 250 civili nelle mani di Hamas che li ha letteralmente affamati, facendone morire circa la metà..?;
- È ragionevole pensare che uno stato che ha vinto tutte le guerre sinora non possa far valere i suoi diritti, se non, appunto, con delle guerre…?
Sarei molto grato al sig. magistrato se mi chiarisse questi ultimi punti, prima di contestare le affermazioni che le precedono.
Con stima ringrazio, porgendo i miei più cordiali saluti
Ing. Marco Del Monte
Roma lì, 02 marzo 2025