Puntare sulla “disciplina” nella scuola per una migliore comunità educante

Tanto si discute a proposito di un settore tra i più importanti destinato a preparare le future generazioni non soltanto sotto il profilo dell’apprendimento delle discipline insegnate, ma anche sul versante della consapevolezza di diventare cittadini attivi per la costruzione delle realtà sociali del presente e del futuro. Questo identikit, conduce, senza particolare fatica, all’individuazione del ruolo che la “scuola”, forse oggi più di ieri, è chiamata a svolgere, rappresentando allo stesso tempo una sfida delicata non agevole da affrontare.
Per governare tali fenomeni in una società che cambia rapidamente, serve realizzare delle scelte apportando modifiche quando migliorative del sistema. Emerge così la previsione della valutazione numerica in condotta anche alle scuole medie, la decurtazione del voto di maturità a chi non raggiunge almeno il nove, ancorché criteri maggiormente restrittivi per agevolare la bocciatura in caso di insufficienza e lavori socialmente utili da associare a sospensioni lunghe dalla scuola.
La valutazione in condotta, attualmente, è presente nella pagella degli studenti delle scuole superiori essendo possibile far ripetere l’anno a coloro che riportino una insufficienza; tuttavia, a dire il vero, tale eventualità è piuttosto rara, tenuto conto che, in virtù dei dati a disposizione, soltanto lo 0,1% degli alunni viene bocciato a causa di intemperanze disciplinari, con un’incidenza leggermente più alta dello 0,4% negli istituti professionali.
Ritornando alla legge in esame, manca molto poco al traguardo. Sembra davvero prossimo il voto favorevole da parte del Senato, che per accelerare ulteriormente i tempi ha affidato alla sua Commissione Istruzione il compito di portare in aula un testo già confezionato, la cosiddetta “sede redigente”, da votare in blocco. A seguire spetterà alla Camera consegnare il via libera definitivo. Va però segnalato, come il ddl preveda che, entro 180 giorni dalla data di approvazione della legge, il Ministero dell’Istruzione e del Merito sia tenuto all’emanazione di un Regolamento con lo scopo di garantire la coerenza delle innovazioni previste con la normativa vigente.
In quest’ottica, pertanto, il giudizio descrittivo sul comportamento resterà soltanto per i bambini della scuola primaria; mentre, per gli altri, troverà spazio la valutazione classica espressa in decimi. Sia alle medie che alle superiori, se non si raggiunge almeno la sufficienza in “comportamento”, si verrà automaticamente bocciati.
L’intervento della riforma punta quindi a rendere più rigide le “concessioni” presenti dall’attuale normativa. L’attribuzione dell’insufficienza può avvenire sulla base di mancanze disciplinari gravi e reiterate avvenute nel corso di tutto l’anno scolastico, e non solo dell’ultimo quadrimestre, anche con riferimento alle violazioni previste dal regolamento di istituto.
Vi è, tuttavia, una differenza a seconda del livello scolastico. Alle medie, infatti, qualsiasi voto superiore alla sufficienza consente di passare alla classe successiva. Alle superiori, invece, chi prenderà un sei pieno riceverà un debito formativo. Al pari dell’insufficienza in una qualsiasi altra materia, lo studente sarà chiamato a usare il periodo estivo per redigere un elaborato sui temi di “Cittadinanza attiva e solidale”, da discutere insieme ai docenti. A fronte dell’esito positivo del colloquio, seguirà o menol’ammissione alla classe successiva.
Assume dunque rilievo decisivo per gli studenti delle superiori, soprattutto in ottica diploma, l’otto in condotta. Infatti, se non si supera questa soglia, sulla carta si possono perdere fino a tre punti di credito scolastico. Si tratta di un punteggio che va a confluire direttamente nel voto di Maturità e viene assegnato al termine di ogni anno, nell’ultimo triennio delle scuole superiori, sulla base della media dei voti conseguiti dallo studente in tutte le discipline, condotta inclusa.
Il consiglio di classe deve attenersi a una tabella ministeriale che fa corrispondere ogni media a un punteggio, ma ha un margine di discrezionalità di un punto per ogni annualità. Un bonus che dovrà restare nel taschino in caso di voto di condotta inferiore al nove. In quinto superiore un semplice sei in “comportamento” determinerà un’incombenza in più, ovvero alla presentazione in sede di Maturità del già menzionato elaborato su “Cittadinanza attiva e solidale”.
Ulteriori novità sono destinate al regime delle sanzioni disciplinari che le scuole decideranno di applicare ove vi fossero pesantiintemperanze causate dagli studenti. La misura della punizione dipende dalla sua durata. Se rimane confinata all’interno delle due giornate, l’alunno verrà coinvolto in quelle che sono state chiamate “attività di approfondimento sulle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato il provvedimento disciplinare”; possibilmente da svolgersi in ambiente scolastico senza il divieto di entrare a scuola.
Risulta invece più penetrante il cosiddetto percorso di “riabilitazione” nei confronti di coloro che siano destinatari di una misura di sospensione superiore a due giorni. In tal caso la punizione si dovrà scontare attraverso la partecipazione ad “attività di cittadinanza solidale, presso strutture convenzionate con le istituzioni scolastiche”. Si tratta di una misura assimilabile a quella di un servizio sociale che, a seconda del periodo della sospensione, potrà essere limitata ai soli giorni effettivi della sanzione o, nelle situazioni più gravi, continuato per un periodo extra anche successivamente all’avvenuto rientro in classe dello studente.