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L’educazione per prevenire la violenza alle donne

Il moltiplicarsi di vari episodi di violenza sulle donne da parte dei loro mariti e compagni non è questione da affrontare in poche righe sui social.
Magari con battute o proposte emotive e superficiali.
Il problema è grave, serio e complesso.
Sintetizzo dicendo che vi sono due tipologie di cause: esogene ed endogene.
Le prime sono antropologiche, culturali, ambientali, e riguardano il contesto complessivo dei rapporti sociali, collettivi e individuali.
Le seconde attengono alla singola persona, alla sua storia, ai suoi problemi non risolti, alla sua identità.
Tali cause interagiscono tra loro in vario modo e vanno analizzate tutte assieme.
Pertanto la soluzione non è assolutamente facile.
E non può certo affidarsi solo alla repressione, pur necessaria e che va meglio articolata.
In questa sede, tuttavia, ritengo opportuno sottolineare un aspetto che reputo essenziale:
LA PREVENZIONE.
Il tema è quello formativo, prima in famiglia e poi a scuola.
I ragazzi vanno educati al rispetto degli altri e della libertà di ciascuno.
Vanno educati alla affettività, intesa come scelta consapevole di vivere un rapporto senza la pretesa di possedere l’altro.
Vanno educati a diventare persone autonome e responsabili, perché solo in quanto tali saranno adulte.
Si deve cominciare nella culla!
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Laureato in Giurisprudenza nell’ Università di Catania. Avvocato penalista di lunga e consolidata esperienza, patrocinante presso la Suprema Corte di Cassazione e Giurisdizioni Superiori. In particolare modo svolge attività di assistenza e consulenza legale, nonché attività di rappresentanza e difesa in sede contenziosa e stragiudiziale, principalmente nel settore del diritto penale e prevalentemente nelle seguenti materie: Reati contro l’ordine pubblico; Reati contro la Pubblica Amministrazione; Reati contro la persona; Responsabilità medica; Diritto penale del lavoro; Reati contro il patrimonio. E’ stato uno dei fondatori del Movimento La Rete e poi deputato regionale dello stesso gruppo politico all’Assemblea Regionale Siciliana per due legislature. E’ un animatore e un attivista dell’impegno antimafia a Catania in Sicilia e si è distinto nell’attività professionale difendendo molti collaboratori di giustizia che hanno reciso i legami con Cosa Nostra.

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