Il giudizio in Cassazione

Sentiamo sempre parlare della Corte di Cassazione ogniqualvolta ci si trova di fronte ad una notizia di carattere giudiziario che ci ragguaglia di come la suprema corte abbia espresso un orientamento circa un determinato ambito giuridico, ma in realtà come funziona la corte che occupa il vertice dell’ordinamento giudiziario italiano? Innanzitutto vi è da dire che la Corte di Cassazione è un organo collegiale che ha un’unica sede a Roma, che ha giurisdizione sull’intero territorio dello Stato italiano. La sua funzione secondo quello che è l’articolo 65 dell’ordinamento giudiziario è quella di assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, esprimendo unità del diritto oggettivo nazionale oltreché il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni. Sono ulteriori funzioni che gli competono quelle in relazione ai conflitti di competenza e di attribuzione che fanno parte del novero delle caratteristiche della Suprema Corte. Le sue funzioni principali secondo quanto sancito dall’ordinamento giudiziario agli articoli 65-68 ed in combinato disposto con gli articoli 360 e seguenti del codice di procedura civile, sono la funzione impugnatoria e quella cosiddetta nomofilattica. Intuire cosa significhi funzione impugnatoria non è complesso, la funzione impugnatoria è quella che la Cassazione svolge essendo l’organo giudiziario che si occupa di sindacare l’applicazione o l’interpretazione del diritto nel singolo procedimento costituendo essa stessa l’ultima istanza di impugnazione rispetto ad un dato processo. Sicuramente giunge invece più interessante sentire parlare della cosiddetta nomofilachia, e cioè il fatto che la Corte è chiamata a svolgere una funzione di interesse generale, cioè quella di assicurare l’uniforme interpretazione della legge e l’unità del diritto nazionale, decidendo su ben 30.000 ricorsi all’anno. Questa ovviamente è dotata di una sua organizzazione interna che le consente di districarsi tra questi numerosi ricorsi; infatti è composta da sezioni semplici, cinque civili e sette penali, di cinque membri ciascuna, presidente compreso, a cui a capo sta quest’ultimo. Queste sezioni semplici operano normalmente in maniera disgiunta, salvo i casi in cui la Corte decida in composizione allargata di nove votanti, allora si parlerà di decisione a sezioni unite.
Il ricorso presentato in Cassazione, potrà avere due esiti: o la cosiddetta cassazione con rinvio in cui la Corte cassa (annulla) ed enuncia il principio di diritto cioè la corretta interpretazione della legge rinviando la causa ad un giudice di parigrado rispetto a quello che ha emesso la sentenza cassata. Oppure potremmo avere la cassazione senza rinvio qualora la sentenza venga cassata per un difetto che attiene o alla giurisdizione del giudice ordinario o al fatto che la causa non poteva essere proposta o il processo in qualche modo proseguito. Il punto interessante del giudizio in Cassazione, attiene soprattutto alla funzione che la stessa ha nel decidere su un dato procedimento. In particolar modo al fatto che la decisione possa essere decisa nel merito, e non solamente in rito (cioè solo per problematiche che attengono alla stretta procedura), ove la stessa ritenga che i fatti siano già chiari, dando modifica alla errata interpretazione che era stata data alla norma. In questo caso diciamo che per un discorso di economia processuale, la corte si esprime nel merito piuttosto che adempiere alla sola funzione di legittimità stretta.