A Giarre si è svolto il terzo incontro di Educazione Civica della Fondazione Nuovo Mezzogiorno

Venerdì 16 febbraio presso l’aula Magna dell’Istituto Fermi-Guttuso di Giarre si è tenuto il terzo incontro organizzato dalla Fondazione Nuovo Mezzogiorno. All’inizio ha portato i saluti il vicario Dirigente dell’Istituto Panebianco, mentre il segretario della suddetta Fondazione Salvo Lisi, ha spiegato la finalità e gli obiettivi di questi incontri tesi a sensibilizzare gli studenti su temi variegati di grande attualità per la vita associata. Era presente anche Roberto Tufano, storico e docente universitario, che ha riaffermato la necessità di coniugare i programmi scolastici con questi momenti culturali esterni per migliorare l’offerta formativa. Ha preso la parola Maurizio Caserta, Ordinario di Economia Politica all’Università degli Studi di Catania, che ha trattato il tema “Assicurazione e Questione Sociale” il si è soffermato diffusamente su fatto che “occorre far sì che le scelte di oggi non danneggino la nostra vita di domani. Una società miope che non si chiede quali effetti sul suo futuro avranno le scelte di oggi è una società condannata all’estinzione”.

Maurizio Caserta
“Non è difficile trovare nella storia esempi di società che entrano in crisi per scelte sbagliate del passato, occorre quindi avere un’idea sulle circostanze -ho proseguito il docente universitario-nelle quali ci si potrà trovare, ed evitare di trovarsi sprovvisti di ciò che ci può essere utile in futuro in quelle circostanze. Il problema più grosso è che il futuro è incerto. Non sappiamo esattamente cosa ci riserva. Dobbiamo imparare a fare delle previsioni”. “Su quelle previsioni, se ci importa di star bene in futuro, dovremo agire ed assicurarci che non dovremo subire conseguenze negative quando quei fatti, che prevediamo con un certo grado di probabilità, si avvereranno. Ma è ciò che dobbiamo fare se non vogliamo compromettere il nostro futuro-ha concluso Maurizio Caserta- Ciò è vero per i singoli individui, ed è vero anche per le società. Scelte sbagliate, fatte guardando solo al presente, possono pagarsi molto care in futuro”.
Subito dopo è seguita la relazione di Oreste Massari, ordinario di Scienze politiche e Politica Comparata Università degli Studi di Roma la Sapienza, che ha approfondito un argomento posto all’ordine del giorno della vita parlamentare “Premierato Elettivo”. Il docente ha parlato del sistema politico italiano spiegando che “la storia politica italiana dell’ultimo quarantennio almeno è punteggiata da innumerevoli tentativi di riformare, tramite revisione costituzionale, la forma di governo parlamentare, nell’assunto che questa è oramai incapace di assicurare stabilità, efficienza decisionale e legittimità popolare ai governi.

Oreste Massari interviene
“Ma tutti i tentativi – dalle commissioni bicamerali ai vari cambiamenti di sistema elettorale (almeno 4-5 dal 1992), ai due referendum del 2006 e 2016 –sono falliti”. “Bisognerebbe chiedersi il perché di questi fallimenti, per evitarne di ripeterne gli errori. Oggi il governo di destra-centro propone l’ennesima riforma incentrata sull’elezione diretta del presidente del consiglio,-ho proseguito Oreste Massari- il cosiddetto premierato elettivo. Da un lato si dice (nella relazione al disegno di legge) che è stata fatta una scelta “minimale”, giacché si cambiano pochissimi articoli della Costituzione, dall’altra si afferma che il fine è di introdurre una “democrazia dell’investitura”, che, come tale, non esiste in nessun paese democratico al mondo”. “Difatti, in nessuna democrazia è previsto un premier eletto direttamente. Ogni forma di governo (presidenziale, semipresidenziale, parlamentare)-ha concluso- ha una sua logica funzionale intrinseca che non si può stravolgere impunemente, pena disastri istituzionali. Ma a parte questo stravolgimento, il meccanismo proposto altera radicalmente l’equilibrio dei poteri, indebolendo tanto il presidente della repubblica quanto lo stesso parlamento. Il Premierato elettivo è stato sperimentato soltanto in Israele, e l’esperimento è già stato cancellato dopo tre prove tutte disastrose. Si dirà che un solo fallimento non basta per condannare una formula, anche se questa condanna precede l’esperimento israeliano”.

Gli studenti nell’Aula Magna