La Storia e la ricetta della Pasta cca Norma

La denominazione ci fa subito capire che si tratta di un mangiare della città di Vincenzo Bellini.
Per i Catanesi, infatti, “Norma” è sinonimo di capolavoro;
comunque il nome al piatto, presente nella cucina Etnea da oltre un secolo, fu dato da Nino Martoglio, grande commediografo e poeta siculo.
Cio’ è scrupolosamente documentato da Pino Correnti un Grande Siciliano di valore assoluto. Intellettuale coltissimo, imprenditore dinamico e, soprattutto, il più grande e concreto storico del CIBO Siciliano.
Siamo pronti per la preparazione:
Pesate un chilo di pomodori, prendete solo i filetti e tagliuzzateli, poneteli in padella con uno spicchio d’aglio tritatissimo; fateli cuocere a fuoco vivace, schiacciandoli di continuo con la paletta di legno, e quando sono ben condensati in salsa dategli tre cucchiai di olio extra vergine d’oliva, un pugnello di foglioline di basilico fresco, venticinque grammi di pecorino ridotto in pezzetti. Pochi minuti dopo, ritirateli dal fuoco.
Sbucciare a zebra due melenzane, possibilmente del tipo “sita” di solito poco semose, tagliatele a fette spesse poi lasciarle in bagno d’acqua e sale per mezz’ora a perdere l’amaro. Indi asciugarle, friggere in olio extra vergine di oliva.
Mettere su mezzo chilo di maccheroni, scolarla al dente, condirla con la salsa e l’olio di frittura delle melenzane.
Quand’è nei piatti dargli una bella informaggiata di ricotta salata stagionata e guarnirla con le melenzane fritte.
Questa è una ricetta che non prevede regole dietetiche, è stata trascritta così come tramandata dalle massaie Siciliane, utilizzavano pomodori e melenzane dell’orto non trattate, e soprattutto, l’olio prodotto con le olive nocellara dell’Etna.
Un piatto pieno di sapori e di odori della nostra Sicilia, ho che meraviglia.