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Nuovo quotidiano d'opinione e cultura
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Sulla devianza minorile puntare alla prevenzione

Dinnanzi al crescente fenomeno della devianza minorile, sintomo di un grave disagio personale e sociale, il governo si appresta ad approvare una serie di misure repressive.
È la strada giusta?
Sicuramente è la più facile.
Ancora una volta la politica asseconda la reazione emotiva dell’opinione pubblica, la “pancia”, piuttosto che impegnarsi nella riflessione equilibrata.
Intervenire sui sintomi di un male senza interrogarsi sulle complesse cause dello stesso, evitando di affrontare le responsabilità di quanti hanno contribuito a farlo sorgere è segno di pochezza intellettuale, di ignoranza, di superficialità, di mala fede.
È fare becera propaganda.
E le responsabilità sono antiche e numerose, in primo luogo di quanti governano il nostro Paese ai diversi livelli, e poi delle varie istituzioni preposte alla cura dei minori.
Il tema merita luoghi e momenti diversi per essere approfondito, pertanto mi limito a porre alcuni interrogativi, ovviamente retorici.

Ci siamo chiesti quale sia la condizione delle tante periferie delle grandi città?

Ci siamo chiesti se le opportunità educative siano adeguate?

Ci siamo chiesti quanti minori vengano di fatto trascurati e subiscano, sin dalla tenera età, sia in famiglia che fuori, violenze fisiche, psicologiche, sessuali?

Ci siamo chiesti se le istituzioni preposte alla tutela e al recupero dei minori non contribuiscano anch’esse, in qualche caso, al loro disagio, praticando un “maltrattamento istituzionale”?


Uno Stato serio, governato da persone serie, e cittadini adulti, messa al bando ogni reazione emotiva, dovrebbero porsi prioritariamente queste domande.
Reprimere non basta, non risolve il problema.
Risanare le strutture sociali ed economiche, prevenire, educare, formare le nuove generazioni: questo è il compito di uno Stato degno di tale nome.
Non mi pare sia questa la strada intrapresa, non solo da questo governo ma da tutti i governi.
Anche se conta poco, la mia condanna e riprovazione sono assolute.
Senza possibilità di appello!

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Laureato in Giurisprudenza nell’ Università di Catania. Avvocato penalista di lunga e consolidata esperienza, patrocinante presso la Suprema Corte di Cassazione e Giurisdizioni Superiori. In particolare modo svolge attività di assistenza e consulenza legale, nonché attività di rappresentanza e difesa in sede contenziosa e stragiudiziale, principalmente nel settore del diritto penale e prevalentemente nelle seguenti materie: Reati contro l’ordine pubblico; Reati contro la Pubblica Amministrazione; Reati contro la persona; Responsabilità medica; Diritto penale del lavoro; Reati contro il patrimonio. E’ stato uno dei fondatori del Movimento La Rete e poi deputato regionale dello stesso gruppo politico all’Assemblea Regionale Siciliana per due legislature. E’ un animatore e un attivista dell’impegno antimafia a Catania in Sicilia e si è distinto nell’attività professionale difendendo molti collaboratori di giustizia che hanno reciso i legami con Cosa Nostra.
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