Colapesce, grande successo sold out a Portopalo per la quarta edizione

Metti il luogo più a sud d’Europa, una affascinante leggenda e un’idea drammaturgica originale e toccante. E il gioco è fatto. Dopo un mese di repliche di grande successo si è concluso a Portopalo di Capo Passero, domenica 3 settembre, lo spettacolo “Colapesce la leggenda sull’isola” – giunto alla sua quarta edizione – e coronato dalla presenza, come protagonista, di Stefano Gianino, l’attore reduce da The White Lotus, fortunatissima serie televisiva HBO.




I numeri parlano chiaro anche per il passato: 150 repliche, in 4 anni, e ben 12 mila spettatori che hanno messo piede sull’isola di Capo Passero, a Portopalo, un comune di quasi 3 mila 800 abitanti.
E anche quest’anno, ancora una volta,, nella magnifica Fortezza Spagnola il folto pubblico di ogni fine settimana (tutti sold out) ha assistito a un’opera accattivante, immergendosi in un villaggio dipescatori perduto nel tempo, in uno scenario mitico, primigenio, scandito solo dal ritmo delle ore e dei giorni.
Grande merito, dunque, a Gisella Calì, autrice e regista della performance, che è riuscita a costruire una trama avvincente e a metterla in scena con rara semplicità, avvicinando gli spettatori a usanze scomparse, come quella della tradizione orale di miti e leggende. Già l’arrivo a bordo di una barchetta ha segnatol’immersione nell’affascinante mondo marino della Sicilia ottocentesca. Poi l’incantevole incipit della rappresentazione, con una donna narratrice (una coinvolgente Laura De Palma)dialogante in cerchio con tanti ragazzini e ragazzine, felici di interloquire e ascoltarla, ha dato avvio a un viaggio a ritroso alla ricerca di una perduta autenticità.
Davvero un salto indietro nel tempo per gli increduli spettatori itineranti, quasi parte attiva della vicenda, che hanno bevuto dalle labbra dei bravissimi attori la storia del “figlio del mare”, che ha salvato col suo sacrificio la Sicilia, proiettandosi nella magia di un modo dimenticato, dai ritmi lenti e rilassanti, segnato da povertà e bisogni primari, attraverso usi, costumi, canti, cialome, l’incanto dell’opera dei pupi dei celeberrimi Fratelli Napoli, antichi riti e preghiere.
Merito anche di un cast straordinario di veri professionisti, primo fra tutti, nel ruolo del “forestiere”, l’attore siciliano Stefano Gianino (che dopo tre edizioni ha sostituito Michele Perrotta) che, con un perfetto aplomb, ha saputo conferire al personaggio voce, volto e anima adeguati; perfettamente nel ruolo anche Emanuele Puglia nel severo ruolo del generale e il simpaticissimo Cosimo Coltraro in quello del maresciallo. Il tutto condito dalle musiche e liriche di Daniele Caruso, coadiuvato da Fabio Privitera, dagli arrangiamenti di Marco Genovese e Flaminia Castro, dalle coreografie di Francesco Torrisi, dagli azzeccati costumi di Rosy Bellomia e dalle delicate movenze del danzatore croato KristiIsmailaj.
Ma merito anche, e questo ha donato allo spettacolo un sapore particolare, della presenza dei reali abitanti dei luoghi, quegli ultimi tonnaroti di Capo Passero, fortemente voluti dalla regista, che hanno fatto sì che la performance sapesse di vita reale.
Questo Colapesce La leggenda sull’isola, dunque, attraverso i tre linguaggi della danza, del canto e della recitazione, animato da sessanta tra performer, musicisti e cantanti, col sottofondo do “scrusciu do mari” (per dirla con Camilleri), davvero ha costituito una perla artistica e una valida forma di valorizzazione dello splendido territorio del sud-est siciliano. Non resta che sperare in una nuova entusiasmante quinta edizione nel 2024.