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Il libro “Elsa, la sua storia inizia qui”

Elsa, la sua storia inizia qui. Viaggio nelle radici siciliane della scrittrice Elsa Morante, a cura di Margo Margherita Cacioppo, con interventi di M.M. Cacioppo, G.Ebano, M.Fiume, F. Morante, M. Rimi, A. Scandaliato, Palermo, Navarra Editore, 2023

Cosa sono le radici? Sono quello che l’anima coglie fisicamente e spiritualmente quando si imbatte in luoghi che le aprono percorsi d’amore, mai interrotti, tra lei e i suoi antenati. Questo è il senso che emerge dalla lettura del libro “Elsa, la sua storia inizia qui. Viaggio nelle radici siciliane di Elsa Morante” a cura di Margherita Cacioppo.

Quanto abbiano inciso nei lavori di Elsa Morante il luogo natale dei suoi avi paterni e i cunti a cui ha prestato ascolto mentre era in Sicilia e ben evidenti neisitidei suoi percorsi letterari, lo si può verificare individuando le ambientazioni dei suoi lavori.Rimandano a paesaggi e situazioni familiari che la legavano al territorio della Valle del Belice, soprattutto negli scritti come “Menzogna e sortilegio”e“Lo scialle andaluso” in cui emerge il magico e il tribale.

Tutti gli interventi del libro “Elsa, la sua storia inizia qui”insistono sul rapporto che Elsa Morante ebbe con la Sicilia, in particolare con Santa Margherita del Belice, la terra d’origine dei suoi avi, lasciando emergere sia il profondo legame con la terra, sia la sua relazionesentimentale col vero padre, Augusto Morante, per molti considerato solo colui che le aveva dato il cognome.

Dalle relazioni del volume si apprende che  Elsa Morante amò sempre Augusto, suo genitore naturale,anche se questi visse una situazione affettiva e sessuale fuori dalla sua famiglia. Al contrario Elsaebbe un bruttissimo rapporto con la madre IrmaPoggibonsi,ebrea, la qualeebbe altritre figli con Francesco Lo Monaco. Una famiglia atipica per l’epoca, ove ancora il delitto d’onore salvava l’immagine della famiglia patriarcale e lavava l’onta del disonore. Una famiglia nella quale l’omosessualità e la convivenza, oggi diremmo famiglia allargata, in cui tutte le figure genitoriali sono presenti, precorrevano i tempi futuri. Quest’anomalia ha generato in Elsa, profonda lettrice di Freud, un modo di elaborare i rapporti familiari connessi a vincoli affettivi manifestati poi nel suo vissuto e nel suo lavoro e non invece legati a stereotipi  formali e a schemi borghesi. 

La famiglia tradizionale, in cui i ruoli di padre, madre e figli sono ben definitiè spesso assente nei suoi racconti. In generale la figura maschile è carente, perché lontana o defunta. Secondo gli autori del libro, Elsa riprende quella tradizione di critica verso quella borghesia monogamica e il perbenismo di facciata tipici di un mondo che ormai, dopo la seconda guerra mondiale, stava svanendo. 

La copertina del libro

Le madri sono gli elementi su cui ruota il nucleo familiare dei piccoli protagonisti dei perni dei suoi romanzi.  Grandi Madri ausiliatrici e distruttrici per la loro capacità di essere presenti nei confronti dei figli, ma incapaci spesso di porre fronte alle vicende che li portano alla distruzione.  Tutto si manifesta nella Morante attraverso racconti, i cunti, le favole e i miti come legame che unisce il vecchio al nuovo. In questo mondo i bambini, suoi protagonisti in molte vicende, trovano la loro dimensione, il loro spazio.

Il mondo dei grandi è l’universo del render conto. I mondi dei suoi protagonisti Useppe, Andrea o Arturo sono mondi dove tutto è naturale ed accettato, la loro lotta è solo quella del voler essere riconosciuti ed amati per il solo esistere. L’omosessualità, lo stupro, la vergogna e la fame fanno parte della vita, che deve avere come motrice il suo divenire dipanando storie, non sempre a lieto fine, perché ognuno è artefice e vittima della storia e non può essere altrimenti.

Altro tema trattato nel saggio è come Elsa Morante definisce la fine di un mondo sociale e ne segna l’inizio di uno nuovo i cui connotati non avevano radici,evidenziando così la caducità della psiche umana. Nella “Storia” tale aspetto emerge soprattutto nelle figure comprimarie, tutte espressioni di una instabilità emotiva e strutturale che si andava sempre di più diffondendo.

Bene fa Marinella Fiume a far emergere la corrispondenza trasversale dei due romanzi “Il Gattopardo” di Tommasi di Lampedusa e ” Menzogna e sortilegio” di Elsa Morante. Entrambi raccontano la fine di un’epoca dove tutto era ordine e ognuno occupava il suo posto nella società conscio del suo ruolo sociale. Il nuovo diviene portatore di decadenza e sbandamento sociale, un percorso arduo in cui l’individuo come direbbe lo scrittore  Michel Houelebecq utilizza la scrittura per esorcizzare il suo caos interiore . 

La scrittura è tutt’altro che un sollievo. La scrittura rievoca, precisa. Introduce un sospetto di coerenza, un’idea di realismo. Si sguazza sempre in una caligine sanguinolenta ma un po’ si riesce a raccapezzarsi. Il caos è rinviato di qualche metro. Misero successo in verità”

Elsa Morante con la sua scrittura si riconnette culturalmente alle sue radici forti per evitare il caos esistenziale ediviene, come si direbbe oggi nella pratica delle costellazioni familiari di Bert Hellinger, il capro espiatorio della sua famiglia, la pecora nera, attraverso il quale  dolore la stirpe si libera dalla colpa di non aver  svelato il segreto che univa il gruppo. Elsa dal libro, appare proprio così, ostica e poco compresa dagli altri membri, eppure coerente e lucida nel portare avanti i suoi progetti che la renderanno una delle autrici più amate del ‘900.

L’intervento di Angela Scandaliato pur apparendo ostico e frammentario fa riemergere tutte le tappe che hanno strutturato il percorso della scrittrice e che sono presenti nei suoi libri, l’intervento risulta molto approfondito nelle sue componenti e lascia comprendere al lettore quali matrici abbiano tenuto insieme la personalità della Morante.

Bene ha fatto il comune di Santa Margherita del Belice a pubblicare questi interventi che, oltre a rendere un meritato omaggio alla figura della Morante, così riservata, avvicinano il lettore alla conoscenza profonda dei suoi scritti, ricollegandoli al vissuto della scrittrice. 

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Caterina Luisa de Caro nata a Mussomeli (Cl). Docente, laureata in Filosofia teoretica. Scrittrice, relatrice e soprattutto ricercatrice su argomenti di filosofia esoterica e controstoria dell'unità d'Italia. I suoi testi trattano soprattutto dei più bei giardini sapienziali italiani. Ha pubblicato articoli su numerosi giornali, riviste mensili di approfondimento culturale. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive in Italia e all' estero su temi riguardanti le sue conoscenze specialistiche.

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