Italietta da bar

Stefano Bandecchi è lo specchio dell’italietta da bar, quella della violenza verbale e della violenza in generale, della sopraffazione e degli affari non proprio puliti, della cattiva educazione e della pressapocaggine, direi della pochezza umana. Facendo rapido excursus del personaggio Bandecchi, si tratta di un imprenditore che ha istituito il diplomificio Niccolò Cusano convenzionato con le forze armate italiane al fine di ottenere di titoli di studio ricercati nei vari settori e che senza ombra di dubbio ha ottenuto i favori politici quando ha ottenuto di essere dichiarata Università riconosciuta ufficialmente dal Ministero dell’Istruzione e della ricerca dal 2006 e cambiando denominazione nel 2011, in precedenza si chiamava Università Telematica delle Scienze Umane. Questa vicenda da un po’ un’idea dell’uomo Bandecchi, dedito all’affarismo ed ai legami che contano dove contano, al fine di ottenere situazioni che potessero portare denaro e affermazione al proprio conto mediante le giuste conoscenze. Fin qui probabilmente nulla di nuovo nel mondo dell’imprenditoria, non è sicuramente il solo a puntare ad espandere il proprio potere, prima economico poi anche politico, tenuto conto che le due cose sono sempre e comunque correlate. Il potere economico di Bandecchi lo porterà nel 2017 ad acquisire mediante la società legata alla sua Università telematica la Ternana Calcio. Qui diciamo che iniziano i teatrini di questo losco figuro. Su tutti la famosa contestazione della curva ternanese che lo contestava e che il Bandecchi ha provveduto a rimandare al mittente sputando verso i sostenitori. Un episodio che da il calibro del soggetto. Tra gli altri episodi, ma solo come nota di colore la tragicomica conferenza stampa post-sconfitta col Cittadella che merita in qualche modo di essere “recuperata” da parte di chi non l’ha vista.
Arriviamo all’attualità. Bandecchi si candida per le elezioni a sindaco di Terni di quest’anno ed “incredibilmente” vince contro lo sfidante Maselli al ballottaggio. Divenuto sindaco di Terni iniziano da parte del Bandecchi una serie di dichiarazioni, non nuove da parte sua dato che il tenore di quelle rilasciate da presidente della Ternana non erano da meno, sicuramente poco edificanti per un primo cittadino e sempre inneggianti in qualche modo alla violenza. “Tiro uno schiaffo a tizio”, “un calcio a caio” e così via, nella discesa agl’inferi della ragione. Ultimo episodio in ordine cronologico risale al 28 agosto durante un consiglio comunale, Bandecchi ha dapprima inveito nei confronti di un consigliere comunale e poi è passato dalle parole ai fatti tentando di creare una vera e propria rissa cercando di colpire il consigliere reo di essersi opposto verbalmente alle minacce. Fortunatamente la seduta è stata sospesa e Bandecchi prontamente allontanato dall’aula, ma c’è veramente da riflettere sull’episodio.



Questo soggetto, non vengono sostantivi che possano meglio qualificarlo, è stato eletto alla carica più importante per un comune e dovrebbe rappresentare il cittadino nelle sue istanze e bisogni e non delegare alla violenza il metodo per l’ottenimento dei risultati pseudo-politici. La decadenza di costumi in questo paese è veramente totale e sconfortante. Se chi dovrebbe rappresentare la collettività è un soggetto di questa caratura, allora significa che la collettività si riconosce in quel soggetto e di conseguenza si legittimano certi atti o comportamenti; come dire “se può farlo lui, allora io..”. Un retropensiero grave, che nella testa di menti poco strutturate potrebbe indubbiamente attecchire. L’opinione pubblica indubbiamente condanna questo approccio da cavernicolo che non ha ragion d’essere, ma questo dovrebbe portare alla considerazione che quando si elegge qualcuno ci si deve sempre chiedere chi si ha davanti e fare la scelta più opportuna o come purtroppo si dice oggi “scegliere il male minore”. Povera italietta.