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Mr. Mazzone per gli amici Carletto

I tifosi di qualunque colore e latitudine lo ricorderanno sempre come Carletto alias Carlo Mazzone classe ’37 romano verace, che ha ricordato al mondo del pallone cosa fosse realmente il mondo del pallone. Quello della palla di cuoio un po’ opaca ed imperfetta che rotola su un campo verde neanche tanto curato che fa la gioia di grandi e piccini. Quel calcio che purtroppo non esiste più da decenni, sostituito solo ed esclusivamente dal vil denaro che spadroneggia e porta alla luce scenari sempre nuovi e spesso ben poco edificanti per l’etica sportiva. Non ultima la questione araba che sta sconvolgendo la sessione di mercato in corso e che probabilmente andrebbe regolamentata per evitare situazioni grottesche vista la chiusura post-europea dell’attuale mercato arabo. Tornando al calcio vero, quello di un tempo, Mazzone è stato un maestro di vita per chi ha avuto l’onore di conoscerlo ed essere allenato da lui. E non sono pochi i nomi dei grandi legati all’allenatore romano. Su tutti ricordiamo Francesco Totti ai tempi dell’esordio in serie A con la Roma a metà degli anni ’90, che lo stesso Totti ha ricordato come una figura paterna il giorno della sua scomparsa. Negli anni dal ’93 al ’96 ha coronato il sogno di chi fa questo mestiere, allenare la squadra della propria città, che allora alla presidenza aveva Sensi, uno di quei presidenti-tifosi tipicamente italiani, che per la propria squadra, negli anni ’90, faceva spese folli pur di vederla vincere. Ebbene in quel clima tutto infuocato, Carletto Mazzone si è posto alla guida della lupa dopo aver ottenuto l’anno prima uno storico sesto posto alla guida del Cagliari, facendo qualificare la squadra sarda alla Coppa Uefa per l’anno successivo. 

Mazzone nel 1993 alla Roma

Nel 1998 approdò alla panchina del Bologna l’anno in cui Roberto Baggio lasciava la squadra felsinea e che però ritroverà successivamente nella sua carriera, e che aveva tra i propri nomi eccellenti quello di Beppe Signori. Nel 1999 fu l’unico allenatore, ingaggiato dall’esuberante Presidente Gaucci, a restare sulla panchina dei grifoni del Perugia per l’intero anno di contratto. Nel 2000 fu chiamato ad allenare il Brescia del presidente Corioni con l’ingaggio anche del Divin Codino che decise il trasferimento alla squadra bianco-azzurra con la clausola che qualora fosse stato esonerato Mazzone, anche lui avrebbe potuto lasciare la società lombarda. In realtà questi furono gli anni d’oro del Brescia di Mazzone; al fianco di un campione come Roberto Baggio, che era in cerca di riscatto personale dopo anni costellati di tanti infortuni gravi e rapporti con allenatori non sempre distesi, vi erano anche i campioni del domani, su tutti il nome di Andrea Pirlo. Passerà alla storia la corsa di Carletto dalla panchina del Brescia verso la curva nel derby contro l’Atalanta pareggiato all’ultimo, contro chi lo aveva contestato costantemente per tutti e 90 minuti, salvo poi, come succede sempre nel calcio, saltare sul carro dei vincitori; e no, questo Carletto proprio non poteva accettarlo per la verve e grinta interiori che da sempre possedeva.

La famosa corsa di Mazzone verso la Curva

Aneddoto vuole che quel giorno facesse il suo esordio in Serie A con la maglia del Brescia Pep Guardiola; lo stesso Guardiola legherà in modo paterno col tecnico romano e questo lo ha portato a presentarsi in conferenza stampa di pochi giorni fa, dopo aver appreso la notizia della scomparsa di Mazzone, oltre a ricordarne le virtù umane, indossando propria una maglietta con la stampa di quella famosa corsa. 

Il ricordo su Instagram di Francesco Totti

Il legame con quest’ultimo si intensifica e porta alle incredibili stagioni di Baggio al Brescia, che saranno le ultime da calciatore e che purtroppo non coincideranno con la chiamata in nazionale per i mondiali di Germania 2006 che vedranno la vittoria azzurra con CT Claudio Lippi. La volontà di Baggio rafforzata dal suo carisma e dalla vicinanza di una città intera non gli varranno la tanto sperata ultima chiamata a vestire la magia azzurra. Indubbiamente Carletto ne fu dispiaciuto ed in quell’occasione non esitò a difendere il campione, che avrebbe meritato quell’ultima competizione gloriosa. Ma si sa, chi ha carattere spesso viene considerato scomodo e sia Baggio che Mazzone sono stati un esempio di questo modo di intendere tanto la vita quanto il calcio. Dopo il ritiro da allenatore a seguito della guida del Livorno, Carletto Mazzone si ritirò a vita privata e aprì tramite il nipote, in questi ultimi anni, un profilo Instagram nel quale pubblicava periodicamente foto di ricordi legati al passato e momenti in famiglia. Il cordoglio e la vicinanza del mondo calcio, sono stati vicini alla famiglia Mazzone, difatti alla 1° giornata di questo nuovo campionato di Serie A 2023/24 è stato osservato un minuto di silenzio in memoria dell’allenatore romano. Con lui se ne va una parte del calcio del passato, quello fatto di sudore, un pallone che rotola, un campo nemmeno tanto perfetto ed i sorrisi e la gioia degli spettatori. Ciao Carletto.

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Alessandro Sorace classe 1988, nato a Catania. Giurista, giornalista pubblicista, appassionato di arte, storia ed amante della cultura, del gusto e del buon vivere. Collabora da gennaio 2022 col quotidiano online "Clessidra 2021".

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