James Hillman, il puer aeternus sfida l’universo interiore

James Hillman è stato uno psicologo e psicanalista, straordinario epigono del pensiero di Carl Gustav Jung. Hillman ha osservato il mondo interiore restituendo all’anima e agli archetipi junghiani una vitalità e una luce che altrimenti nell’età moderna si sarebbero affievoliti. Sia per Jung che per Hillman l’anima e la psiche è elemento femminile dell’essere che unifica la materia allo spirito. Aggiunge a questa dimensione non nuova l’ emotività che si evolve e diventa carità, amore, agape. Questo può avvenire se pone in essere il processo cristico del perdono per i torti, per le sconfitte subite. Il perdono diviene l’ apice e completezza, disvela il sé senza tempo di cui il “puer aeternus“, il fanciullo divino eterno, è il simbolo più illuminante. Il bellissimo saggio di Hillman Puer aeternus che in Italia è stato pubblicato da Adelphi ci consegna due conferenze dell’autore in cui nella prima si discetta sul tradimento, mentre nella seconda, intitolata appunto puer aeternus si analizza il senex, il vecchio che diventa saggio e ritorna bambino, così come auspicano non solo i Vangeli ma anche secondo la concezione di Lao Tzu. Si riunificano i contrari con l’affermarsi dell’armonia del mondo e con la sua continua rinascita, di cui la resurrezione del Cristo è testimonianza.

Carl Gustav Jung
Tale fusione dei contrari era già stata contemplata nella filosofia di Eraclito e definita come “enantiodromia“, che significa l’incontro di due polarità. Dunque proprio il contrario l’inverso della famosa guerra eraclitea, che è pur vera ma solo una parte della verità. La verità è l’unione di scienza ed inconscio, del maschile con il femminile, dell’impulso originario, sorgivo, “bambino” di Eros con l’autoconoscenza del vecchio Crono, che non divora più i figli come accade nel mito greco. Dopo la detronizzazione Crono , umiliato ed esiliato sulla terra, ne diviene custode, agricoltore, raccoglitore di messi, fautore di vita, padre buono, e il pentimento e la richiesta del perdono secondo l’insegnamento di Cristo sulla croce. La richiesta non sorge dall’ego razionale in quanto non ne è capace, deriva dalle istanze guaritrici divine, simbolizzate dal latte, elargito dal femminile, dalla figura della Grande Madre. Il bambino puer ha sempre bisogno del padre per completarsi, del principio del Logos:
Dio e papà incarnano l’imago paterna: affidabile, salda, stabile, giusta, quella «Roccia dei tempi» la cui parola è vincolante. L’immagine paterna può essere espressa anche con il concetto di Logos, l’immutabile potenza e sacralità della parola maschile. Per Hilmannlaverità è il suo contrario e lo psicologo scopre Hermann Hesse alla fine del suo Siddharta. Il completamento con il femminile può avvenire per paradosso con una tragedia senza il tradimento del padre.
Hillman racconta una storiella ebraica assai terribile : un padre fa salire il figlio bambino sul primo scalino di un’alta scala, dicendogli: “Buttati, ti prendo” e ciò accade regolarmente, salendo i gradini, con la crescente fiducia e intraprendenza del figlio. Giunto però al gradino più alto , il bambino si butta e il padre non lo prende con premeditazione e intenzionalità. Il piccolo cade disteso, ferito e sanguinante. Non viene raccolto e consolato, medicato, il padre impartisce un insegnamento che è pieno di cinismo e cattiveria : “mai fidarsi di un ebreo“.
Hillman ricorda i tradimenti di Dio, evocando il comandamento ad Abramo di uccidere Isacco per esempio, poi inattuato con l’intervento finale dell’angelo che blocca la mano del padre omicida. La vita è costellata di tradimenti, senza i quali il puer diverrebbe un “figlio di mamma” o un “figlio di papà”, un Narciso inaffidabile, incapace di progettualità, di continuità e di ordine. Sostanzialmente incapace di costruire un cosmo.

L’ Anima è mezzo usato dalla parte femminile da Dio per attuare il tradimento. Anima è dissimulata e nascosta nella Bibbia, pur tuttavia esiste, il suo nome è Asherah e compare nel “Libro dei Re“, fuggevolmente. Yahweh ha una sposa, all’inizio capricciosa, una dea emotiva deputata a sconvolgere il destino, come Eva la vivente. Così è giusto che sia. Anima deve evolvere, passare delle tenebre (inconscio) originarie alla luce, per mostrare ed esplicare tutta la sua tenerezza. In molti passi biblici Dio è mostrato come madre e con il suo intervento il fanciullo può superare il trauma. Incamera in sé il femminile, l’imprevisto e l’incalcolato, l’uomo realizza l’androgino spirituale divino. Il puer deve evitare quattro scogli che sono la vendetta, il rancore sordo e protratto, il cinismo e il tradimento di sé, il peggiore, la sfiducia, la rinuncia ai suoi ideali.Qui subentra il senex che se non sposa il femminile Anima evoluta e riconosciuta, si può trasformarsi in despota, si sclerotizza in una rigidità legislativa intollerante, uccidendo il suo puer. I personaggi dell’odissea umano-divina sono rappresentati dai miti. Hillman considera l’astrologia peraltro come Jung una vera scienza un mito che attua la sincronicità universale.
Figura mitica per Hilmann è la scimmia, assai disprezzata in occidente rispetto all’uomo, mentre in oriente questo animale è rispettato e adorato. Infatti in oriente esistono scimmie alate, esseri super umani. Mentre lo Spirito Santo è una colomba. Pablo Picasso l’aveva intuito,afferma Hilmann , quando raffigurava la scimmia nei suoi ultimi anni di vita.
Elemento essenziale di ogni trasformazione è il cammino solitario che ognuno compie nel percorso interiore.