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Intervista al Comandante Ruzzier Enver “La mia passione per il mare è nata a sei anni ”

Navigare significa solcare la linea d’ombra, superare l’orizzonte,  metafora dei rischi, della fatica e delle emozioni che contiene lavorare e vivere per tanti mesi su una nave. Quando si pensa a questo mondo vengono in mente Moby Dick con l’indomito coraggio del capitano Achab oppure il toccante romanzo “Vecchio e il mare”, miti della letteratura mondiale ,frutto partorito dalla fantasia di fantastici scrittori. La realtà del mondo moderno e tecnologico è ben diversa e svolgere un lavoro in mare è sicuramente un’attività ben retribuita, però al tempo stesso fatta di sacrifici, rinunce e tempo perduto agli affetti più cari. Conoscere dal punto di vista umano questo mondo e capirne in profondità la dimensione odierna è una necessità di chi vive a terra beneficiando delle comodità che chi sta in mare spesso non ha. E’ facile affermare che sono scelte esistenziali ben precise e spesso sono anche dettate da motivazioni alcune note e altre imperscrutabili. Comandare poi un equipaggio e assumerne  la responsabilità implica una notevole  tenacia, molta volontà e una forza assertiva che devono essere attinte da una personalità dotata di notevole determinazione e di leadership carismatica. Ecco le ragioni per cui ho voluto porre delle domande ad un uomo simpatico e gioviale Ruzier Enver, triestino d’origine,  Comandante di Lungo Corso (CLC),su navi gasiere della Compagnia di navigazione partenopea SYNERGAS,  che è chiamato a dirigere una struttura complessa come una nave da trasporto e a coordinare un gruppo di uomini che svolgono varie funzioni tutte delicate e fondate su riconosciute competenze tecniche e alta professionalità. Ho avuto con lui un interessante e stimolante conversazione.

Qual è stata la molla che l’ha spinto a diventare quel che è?

Sono nato in una città di mare, con grandi tradizioni in questo mondo così particolare. Debbo dire che nessuno nella mia famiglia, neppure a risalire nella notte dei tempi ha mai navigato e nessuno penso lo farà in futuro seguendo le mie “bracciate”, non si può dire orme, nessuno ha mai “camminato sull’acqua” e chi dicono l’abbia fatto, non ha fatto una gran bella fine. L’elemento scatenante della mia passione, che conservo ancora oggi, per il mare è stato il vedere una barca a vela della Marina Militare, il Corsaro che era ormeggiato al molo Audace, avevo circa 6 anni, gli Ufficiali di bordo, tutti giovani Guardiamarina mi hanno preso fatto salire sull’imbarcazione e così mi hanno fatto visitare quella meraviglia.  Tanti, tantissimi anni fà ho deciso che avrei volute fare le scuole nautiche ed andare per mare e così ho fatto realizzando un sogno nutrito sin da piccolo.

Cosa riserva l’esperienza di comando in una nave che trasporta prodotti ad alto rischio ?

Il comandare una nave che trasporta carichi pericolosi non rappresenta una grande particolarità.Ho studiato per esercitare la mia professione e ogni giorno mi impegno nel gestire la sicurezza del trasporto,per cui la cosa mi riesce “abbastanza” bene e con tanta facilità. Anni addietro mi trovavo in un training center dove con altri colleghi provenienti dalle navi passeggeri una sera ci siamo fermati a chiacchierare e anche loro avevano questa curiosità ovvero quanto pericoloso è comandare una nave gasiera.

La  mia risposta è stata più o meno questa, la nave gasiera ha tutta una serie di sicurezze intrinseche che garantiscono il trasporto, tutte queste sicurezze sono poi ridondanti con altri impianti, quindi, in assoluto anche sbagliando una manovra non succede nulla, si ferma tutto il ciclo di raffreddamento o riscaldamento e nulla più. In  quella occasione ho sostenuto, senza venir contraddetto che probabilmente era più “pericolosa”per un Comandante la nave passeggeri, cosa succederebbe se tutti i 5000 ospiti cominciassero a lamentarsi per un motivo o più motivi tutti insieme, sarebbe una situazione estremamente difficile da gestire.

Il comandante Ruzzier Enver e il suo equipaggio

Quando inizia un nuovo tragitto come si prepara e cosa pensa?

Iniziare un nuovo viaggio comporta l’organizzare un gran numero di situazioni, dalla attrezzatura nautica, carte nautiche delle zone che si attraverseranno, portolani per conoscere correnti, venti predominanti e quant’altro di interesse per la navigazione, fare una ricognizione degli avvisi ai naviganti per verificare situazioni non riportate nei portolani, come succede per le esercitazioni militari o il rimorchio di navi o piattaforme per esempio, bisogna verificare le quantità del carburante in modo da garantire sia la navigazione ,sia una eventuale emergenza e poi bisogna organizzare tutto il necessario per l’equipaggio ,quindi, viveri, acqua potabile e quant’altro. Inoltre bisogna studiare la situazione meteo per evitare il cattivo tempo e cercare sempre di far navigare equipaggio e nave in condizioni di massima tranquillità.

Oltre la professionalità maturata per fare il suo lavoro che doti bisogna possedere ?

La dote più importante che deve avere a mio avviso un Comandante è sapere soprattutto ascoltare e non credere di essere il depositario del sapere, un concetto che è subentrato da qualche anno a bordo è quello del “bridge management team” ovvero tutti gli Ufficiali concorrono nella definizione del piano viaggio, il Comandante alla fine verifica tutte le single realtà sviluppate dagli Ufficiali e approva o modifica il piano di viaggio e altrettanto nella gestione del carico, tutti esprimono una loro idea in base alle loro capacità e conoscenze poi sarà il Comandante a decidere cosa e come fare per ottenere il risultato finale.

Quali sono stati momenti difficili nella sua esperienza ?

Vado per mare da tantissimi anni, ho quasi 32 anni di navigazione effettiva eppure, sebbene vi siano stati momenti difficili ,conservo sempre  ricordi solamente piacevoli. L’essere umano rimuove le cose brutte conservando nella memoria soltanto le cose belle. I miei momenti più difficili sono legati al maltempo, in particolare uno, eravamo in navigazione dal Nord Europa verso il Meditteraneo ed una volta arrivati all’entrata del Golfo di Biscaglia il tempo meteorologico ha avuto una variazione repentina passando da una previsione di vento e mare forza 6/7, normalmente accettabile per quella zona nel mese in corso ad una situazione di vento e mare forza 11/12 ovvero il “fondo scala”, abbiamo cercato di andare a “ridosso” ma non c’era alcuna area disponibile, a quel punto abbiamo cercato e  ci siamo riusciti a trovare il giusto compromesso tra rotta e velocità e siamo “scesi” con tranquillità verso il Mediterraneo.

La nave del capitano

Può descriverci quello che le piace di più nella sua attività?

Essenzialmente il contatto con la natura, il vedere il mare per me è sempre un’emozione, in ogni sua realtà, arrabbiato o tranquillo, mi piace poi il poter conoscere mondi nuovi, gente nuova, purtroppo oggi come oggi tempi di permanenza in porto sono minimi e quasi sempre siamo impegnati da visite di ispettori di diverse realtà, il che vincola la possibilità, per il Comandante ma non solo di poter scendere a terra. Anni addietro era totalmente diverso, c’era la possibilità di scendere, visitare musei, c’era ancora la piacevolezza di considerare il mare come qualcosa che unisce e non ad un semplice vettore commerciale.

E’ prassi riunire i collaboratori , l’equipaggio prima di iniziare un nuovo itinerario e sicuramente è cambiata la soglia di sicurezza della navigazione nell’era tecnologia ed informatica. Oggi la vita in mare è meno rischiosa?

Oggi la vita in mare, se si dovesse paragonare alla vita in mare dei romanzi di o’Brian è senz’altro meno pericolosa o meglio i pericoli sono cambiati. Il traffico oggi, per l’intensità è senz’altro un grande pericolo anche perché,  e nessuno me ne voglia, ci sono marinerie i cui Ufficiali sono veramente insufficienti sia tecnicamente che eticamente. Da quando Navigo, fine degli anni 70, la strumentazione è stata integrata con strumentazioni non sempre all’altezza delle aspettative, peraltro, sono scomparse realtà importanti come l’osservazione delle stelle che oramai è relegata ad un aspetto quasi romantico giovani Ufficiali oggi sono dipendenti da strumentazioni nuove ma poco sanno della navigazione tradizionale. Anni addietro conversavo con un Comandante della Marina Militare e quando ho espresso il mio pensiero circa uno strumento che ha sostituito la cartografia cartacea, ovvero che tra dieci anni gli ufficiali cresciuti con ECDIS, la cartografa elettronica non saranno più in grado di tracciare una rotta su una carta, in sostanza usare le famose squadrette nautiche e non sapranno molto probabilmente in grado di definire una rotta in maniera corretta.

Ci sono momenti di tempo libero sulla nave e se c’è una spazio per sé come lo trascorre ?

Ci sono oggi a bordo mezzi che aiutano a contattare famiglie e cari, sicuramente non permettono un rapporto con il mondo esterno, non permettono una vita sociale, non permettono di partecipare alle singole realtà che si alternano a terra, informazione, dibattito politico, quindi, sebbene ci sia la piacevolezza di un contatto con casa tutte le altre realtà di una vita normale sono sempre precluse.

Nel tempo del web e dei social è più facile stare a contatto con i propri cari. Oggi si sente meno la mancanza di chi ti ama. Quando si ritorna a casa cosa le piace fare?

Quando si torna a casa e festa, sebbene dopo tanti anni di questa vita non sia più emozionante come le prime volte, circa cosa mi piace fare è presto detto, sembra assurdo ma dopo l’andar per mare con le navi adoro andar per mare con la mia barca a vela, anni fà sostenevo che l’uomo nasce anche grazie al liquido amniotico e che quindi mi era rimasta questa voglia, di stare sempre in mezzo al liquido mi piace poi seguire la politica, altra mia passione giovanile ,mai dimenticata e poi mi piace vivere quella socialità che a bordo come dicevo prima ci è preclusa.

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Rosario Sorace, nasce a Giarre il 13 maggio 1958;nel 1972, a 14 anni, inizia un intenso impegno politico e sociale. A soli 25 anni diventa segretario regionale dei giovani socialisti in Sicilia e dopo due anni, nel 1985, viene eletto al Consiglio Comunale di Giarre. Successivamente, viene eletto al Consiglio Provinciale di Catania dove svolge la carica di Assessore allo Sviluppo Economico. Nel 1991 viene eletto Segretario della Federazione Provinciale del PSI di Catania. Nel contempo consegue la laurea in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Catania in cui ha svolto il servizio in qualità di funzionario di Biblioteca del Dipartimento di Scienze Chimiche. È giornalista pubblicista dal 21 maggio 2021. Collabora dal 2018 con i giornali on line IENE SICULE, SIKELIAN, IL CORRIERE DI SICILIA, AVANTI LIVE e PRIMATV ON LINE. Direttore responsabile di CLESSIDRA2021 ,giornale fondato dallo stesso. È un grande di lettore di prosa e scrittore di poesie.
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