Mia cara Frida

Frida Kahlo, la donna che ha saputo unire pittura e poesia, è da tempo diventata uno dei diversi e molteplici volti della rivoluzione femminista e della lotta di genere.
La ragione di questa sua straordinaria importanza? Sicuramente va ricercata nella storia della sua vita, privata e pubblica, che riesce a stupirci e a muovere in noi commozione in diversi punti.
Sangue e animo messicani, sin da giovane Frida ha vissuto in ambienti colmi d’arte, basti pensare alla professione di fotografo del padre che certamente ha avuto un impatto sulla sua formazione artistica avvicinandola sempre di più verso la passione per le arti visive. E’ sempre stata una ragazza dal forte temperamento, costruito per lottare e difendersi dai problemi di salute che hanno spesso minato la sua vita.
Ed è proprio dalla combinazione di questi due lati che è davvero nata Frida. In seguito ad un grave avvenimento che la vide coinvolta in un incidente in autobus mentre tornava a casa, dovette subire una serie di operazioni costretta all’immobilità per un lungo periodo di tempo, durante il quale l’unica valvola di sfogo che riuscì a trovare fu la stessa pittura.
Impotente, sola, e senza la possibilità di vivere appieno la vita, tornò a provare forti emozioni quando conobbe il famoso pittore Diego Rivera, con il quale vivrà un amore quasi ultraterreno ma anche pieno di difficoltà come tradimenti e distanze.
Tutto quello che Frida provava sulla sua pelle e dentro di sé lo tramutava in forme e colori come se servisse in qualche modo a fissare il sentimento nell’eterno e a poterlo osservare da una prospettiva diversa.
Dipingeva sé stessa, la sua raccolta di quadri è ricca di autoritratti che mostrano la sua immagine, del resto come anche lei era solita affermare “dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio.” Posava in solitaria, insieme ai simboli della cultura messicana e agli animali di cui amava occuparsi, famoso è il ritratto con scimmie.

Autoritratto con scimmia, 1940
Diversi sono i quadri che provano il forte amore che vi era tra lei e Diego, al quale dedicò vari versi poetici, i più famosi sono contenuti in La mia notte, ma ne rappresentò anche i lati più brutti, più dolorosi, come l’impossibilità di diventare madre raffigurando lo strazio dell’aborto.

Frida e Diego Rivera, 1931

Ospedale Henry Ford, 1932
Trattando tematiche delicate che spesso restavano censurate, Frida lottò con forza per emergere in un contesto in cui la presenza maschile era prettamente maggioritaria e occupò una posizione ben precisa anche in merito alla differenza di genere, per lei la sessualità era importante ma non era racchiusa in delle etichette; infatti, numerosi sono i rapporti che ebbe con altre donne e che dichiarava liberamente.
Libera è proprio l’aggettivo che più definisce Frida, una donna non curante delle regole imposte dalla società soprattutto quando mirano a distruggere la personalità dell’individuo.
Una donna che, nonostante le continue lotte fisiche e morali, ci ha lasciato con uno dei suoi più grandi insegnamenti che ritroviamo nel dipinto realizzato poco prima della sua morte.

Viva la vida, 1954
Dicotomia tra vita e morte, lei si ripromette di non tornare mai più ma non rinuncia ad esaltare un’ultima volta la vita, con tutte le sue gioie e dolori, in un inno senza fine.