Giaime Pintor, l’intellettuale rapito da “astratto furore” per la patria umiliata e offesa

Giaime Pintor è stato un uomo di lettere , uno scrittore e un giornalista che divenne un martire della lotta al nazismo. Ammise lui stesso che senza la guerra sarebbe rimasto solo un intellettuale dedito alla letteratura.
Il fratello Luigi, giornalista, fu fondatore de “Il manifesto” , giornale di estrema sinistra che nacque negli anni ’70. Giaime si laureò in giurisprudenza a Roma però la sua passione per la cultura letteraria ha segnato la sua vita anche grazie alle frequentazioni del salotto dello zio diventato responsabile della Treccani. E’ stato un grande animatore del dibattito letterario dei quegli anni giovanili insieme a figure come quelle di Lucio Lombardo Radice, Antonio Amendola, Paolo Bufalini, Aldo Natoli e Ugo Natoli.
Era un fervente e convinto seguace del pensiero illuminista avendo maturato il convincimento della progressiva e razionale affermazione culturale dell’uomo. Pubblicò articoli e note di critica letteraria n dal 1938 su riviste di cultura di rilievo nazionale qual “Oggi”, “La Ruota”, “Aretusa”, “Letteratura”, “Campo di Marte”, “Primato”. Usò spesso gli pseudonimi di Mercurio e di Ugo Stille, quest’ultimo nomignolo lo condivise con l’amico Misha Kamenetzky, che in seguito l’avrebbe fatto proprio. Insieme con Leone Ginzburg, Cesare Pavese e Massimo Mila iniziò una fruttuosa e intensa collaborazione con la casa editrice Einaudi.
Su invito del Gruppo Universitario Fascista tra il 1939 e il 1940, prese parte ai Littoriali della cultura e dell’arte dove si classificò rispettivamente al 14º e al 3º posto per la letteratura. Pintor fu un grande studioso e ammiratore della letteratura tedesca, studiò con passione e dovizia Wolfgang Goethe e Friedrich Nietzsche, però del filosofo tedesco non condivise la teoria del superuomo.
Tradusse le opere degli scrittori Rainer Maria Rilke, Heinrich von Kleist e Hugo von Hofmannsthal. Sempre in giovane età in collaborazione al germanista Lionello Vincenti, curò la grande antologia del teatro tedesco che fu un progetto “Pantheon” dell’editore Bompiani, in cui inserì anche alcune sue traduzioni e una serie di brevi saggi critici. Nel 1942 curò un’edizione “ Saggio sulla rivoluzione di Carlo Pisacane”, mettendo in rilievo il fatto che questa azione fu ispirata da una matrice socialista.
Nel 1943 fu membro della missione militare italiana presso il governo di Vichy e partecipò alla difesa di Roma dai tedesca nel settembre 1943. Si recò a Brindisi per arruolarsi per breve tempo nel nuovo esercito regio e, poi, a Napoli per unirsi a un gruppo di volontari organizzati dal generale Pavone. Si arruolò poi, nell’esercito inglese che gli affidò anche il comando piccolo gruppo di soldati che si sarebbe unito ai partigiani operanti nel Lazio. Ebbe la consapevolezza di essere braccato nazisti, così, scrisse una lettera al fratello Luigi nella quale affermò l’importanza di aderire alla Resistenza.
Ai primi di dicembre del 1943 cercò di attraversare le linee nemiche e raggiungere Roma per combattere il nazifascismo accompagnato dall’agente del S.O.E. Max Salvadori, conosciuto con il nome di battaglia di “captain Sylvester”, in una zona considerata sicura per l’attraversamento dell’assedio nazista. Invece morì a soli 24 anni dilaniato da una mina che l’esercito tedesco aveva lasciato in Molise lungo il Volturno. Successivamente quando sono stati desecretati alcuni documenti si venne a sapere che Pintor era stato reclutato dai servizi segreti inglesi a Napoli nel novembre 1943 con lo pseudonimo Stille.
Non percepì nessun compenso per questa sua attività e la ragione del suo arruolamento fu esclusivamente legata al senso patriottismo che pervase la sua mente. Si evinse dallo stesso fascicolo che nel giugno 1944 i servizi segreti inglesi fecero pervenire alla famiglia di Pintor 200.000 lire a titolo di risarcimento, con un certificato di patriota e una lettera di condoglianze.
La storia che brevemente ho voluto tracciare è la vicenda umana emblematica e struggente di un giovane scrittore e letterato di 24 anni che non si appartò e sacrificò la sua vita rapito da un “astratto furore” per l’Italia umiliata e offesa.