Intervista all’attore Giuseppe Castiglia “La comicità spesso racconta cose molto sensate”

Giuseppe Castiglia, 50 anni, attore catanese, è uno dei comici siciliani di maggiore talento ,affermatosi anche a livello nazionale. Giuseppe ha doti innate, la movenza sciroccata e la voce calorosa , quei gesti che solo osservati sprigionano naturale simpatia. I racconti del suo vastissimo repertorio provocano ilarità e divertimento, indagano nel vasto mondo del grottesco che molto spesso sono sotto gli occhi di tutti. La sua vita professionale è intrisa di sagacia artistica, questo suo umorismo è apprezzato dal pubblico, quel viso ad un tempo impassibile e ironico sono il miglior corredo della “marca liotru”, che ha oltrepassato lo stretto. Insomma una flemma vivace e una satira arguta che lo rendono una personalità che illumina la scena. Conoscerlo e parlargli è un vero piacere, mostra calma ed equilibrio ti asseconda senza fretta, un catanese d.o.c.,il quale reputa il tempo una variabile indipendente anche se l’artista che c’è in lui freme, è veloce, attento e immediato. La specialità del sapere raccontare le barzellette è vario e smisurato , mestiere peraltro un po’ desueto e anche difficile che il nostro ha imparato nella famosa trasmissione “La sai l’ultima”. Sappiamo bene un pò tutti che intrattenere con le barzellette non è cosa che riesce sempre bene e chi le racconta deve sapere recitare oltre modo bene altrimenti alla fine il risultato può catastrofico, può sortire un fallimento assoluto che si esplicita in un silenzio assordante. Un attore comico come Giuseppe narra storie che hanno sempre un risvolto tragicomico e per fare ciò si nutre di tanto studio e allenamento, possiede tanta voglia di vivere, una propensione di fare bene al prossimo, poi ancora esprime un’irriverenza educata mai involgarita quanto basta per non apparire antipatico e maleducato. Ben inteso questa è la dote dei grandi attori comici, mi ricorda Gino Bramieri grande barzellettiere di un’altra epoca, ai tempi quando la Padania non esisteva. Moltissime le sue trasmissioni di successo a cui ha partecipato da “Insieme” ad “Allacatalla cu tuttu u cori” sempre con Salvo La Rosa che hanno regalato e regalano allegria a tutti.

Giuseppe Castiglia e Salvo La Rosa
Ho voluto parlare e scherzare con lui.
Quando hai scoperto le doti della recitazione?
Ero davvero molto piccolo, tre anni di età credo, quando conoscevo e recitavo già a memoria i 45 giri con gli Sketch di Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina, ma soprattutto imparavo subito le barzellette che mi raccontava Nonno Ciccino.
Risulta agli atti che eri un bambino affetto da una curiosità indomita e questo lato del carattere quanto ti è servito per fare l’attore?
Credo che la curiosità sia il motore del mondo, se l’uomo non avesse insita la curiosità nel suo animo oggi non avremmo ancora il fuoco o la ruota. E’ chiaro che alla curiosità debba corrispondere poi anche la voglia di approfondire gli argomenti altrimenti, se si rimane in superficie, non si impara nulla e resta una curiosità fine a se stessa, come quella delle scimmie. E’ importante per un attore tanto quanto lo è per un idraulico.
Pensi che si nasce o si diventa attore ?
Può darsi che si nasca con dei talenti ma potrebbero anche non rivelarsi mai. Molto dipende da dove nasci, come cresci, con chi cresci. Ci vuole una buona dose di fortuna e anche quella curiosità di cui parlavamo prima.
Il ruolo di eccelso barzellettiere ti sta stretto ?
Il ruolo di barzellettiere mi piace molto. Saper raccontare bene le barzellette non è facile, soprattutto quando lo si deve fare da un palco con migliaia di persone davanti o peggio ancora guardando una telecamera e immaginando chi possa esserci dall’altra parte. Non è come raccontarle a tavola agli amici dopo il terzo bicchiere di vino buono. Bisogna catturare l’attenzione e sorprendere lo spettatore sempre, anche quando l’hai raccontata mille volte. Molti bravi attori, anche comici, non sanno raccontare le barzellette.
Non mi sta stretto perché ho fatto molte altre cose e la gente ha imparato a conoscermi anche come attore, speaker, cantante, autore, conduttore, etc…
Far ridere diventa sempre più difficile. Si sono usurati tutti i cliché oppure viviamo una realtà troppo triste?
E’ sempre stato difficile far ridere. Oggi viviamo un’epoca caratterizzata da alcuni cliché, anni fa ce n’erano altri. E’ vero che oggi risulta difficile districarsi tra i paletti del politically correct ma non oso pensare alla fatica di chi doveva far ridere durante la Grande Guerra o mentre c’era un’epidemia di peste o peggio ancora al tempo della santa inquisizione.
La forza della comicità è il “ non senso”?
Il “Non Senso” è un modo di fare comicità ma non credo ne sia la forza. La comicità spesso racconta cose molto sensate, esasperandole ma rendendole fruibili a molte più persone. Anche messaggi “pesanti” si riescono a far passare tra una risata e l’altra.
Ci sono progetti teatrali nel tuo carnet di attore ?
Il teatro entra ed esce dalla mia vita ad intervalli di anni. La verità è che mi piace da matti, è il mio primo amore, ma è anche vero che lavorativamente il mio percorso spesso non mi consente troppe deviazioni, bisogna decidere una rotta. Magari, più avanti negli anni, lo riprenderò con più assiduità.
Immortala un momento bello della tua esistenza.
I momenti più belli sono certamente legati alla nascita delle mie figlie, Anna, Nina e Sofia.
Tra le tue passioni vi sono il viaggio e la fotografia.
Viaggiare arricchisce l’anima. Sapere come vivono, pensano, mangiano persone che stanno dall’altra parte del mondo mi affascina. L’opportunità di fotografare volti, momenti, luoghi è certamente importante per il ricordo ma c’è anche un aspetto artistico che viene soddisfatto. Credo di poter dire però che le foto più belle le ho scattate con la mente e le tengo conservate li, gelosamente.
Che differenza c’è tra l’essere siciliani e catanesi?
Credo che ogni siciliano rispecchi le peculiarità della propria città di nascita, diverse certamente per motivi geologici, storici, climatici. Il catanese in particolare è considerato il “commerciante” dell’isola per questa propensione spiccata e immediatamente riconoscibile all’arte della vendita. Alla fine però c’è qualcosa che ci rende tutti uguali, il fatto di vivere in un’isola.
Cosa manca oggi a Catania per uscire dalla depressione?
A Catania mancano tante cose ultimamente, siamo ben lontani dalla “raggiante Catania” degli ultimi vent’anni del secolo scorso. L’educazione civica prima di tutto, il rispetto per il bene pubblico, dovuto in parte all’ignoranza di alcuni cittadini e in parte dalla mancanza di controllo delle amministrazioni che si sono susseguite negli anni. Spero che adesso cambi qualcosa.
Cosa non sei riuscito a fare nella tua esperienza professionale?
Quello che ho pensato di fare l’ho fatto. Non essendo mai stato un sognatore ed essendo estremamente pragmatico non ho avuto grandi delusioni quando ho deciso di fare qualcosa, proprio perché l’avevo già pensata secondo i mezzi disponibili. Le cose che non ho fatto evidentemente non mi convincevano più di tanto, quindi non riesco a individuare qualcosa che avrei voluto fare e non ci sono riuscito.
Adesso me la racconti l’ultima ?
Non c’è nulla di più brutto di una barzelletta scritta, quindi se vuoi sapere l’ultima vieni a vedermi nelle piazze siciliane quest’estate.