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Un mese arcobaleno all’insegna della libertà di amare

Giugno: il mese del Pride. Da giorni qualsiasi mezzo di comunicazione, dalla televisione ai social media, ci trasmettono notizie, foto e video di questa manifestazione.
Abbiamo mai riflettuto sulla sua natura? E perché proprio giugno?
La nascita di questo movimento risale al 27 giugno del 1969 quando, nel club gay Stonewall Inn in New York, un gruppo di poliziotti fece irruzione rivoltandosi contro i membri della comunità LGBTQ+ com’era consuetudine fare negli Stati Uniti degli anni ’60. Per la prima volta quella notte, la comunità decise di ribellarsi e di opporsi a tutti quei soprusi: si trattava della prima e vera rivoluzione. Da quel momento in poi, le persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ decisero di scendere sistematicamente nelle piazze per esprimere liberamente e orgogliosamente (da qui, Pride) la loro identità e lottare affinché i diritti civili venissero riconosciuti.
Si tratta di un momento di svolta nel corso della storia dell’umanità, in cui le persone smettono di avere paura e alzano la loro voce come conseguenza di un passato segnato esclusivamente dal terrore e dal silenzio.
Un passato cui inizio è molto lontano dal presente che stiamo vivendo, data l’evidenza storica di come l’omosessualità sia sempre esistita. Basti pensare che nell’antica Grecia i rapporti tra persone dello stesso sesso erano considerati un’abitudine e, in tanti altri casi, rappresentavano importanti rituali di passaggio previsti dalle diverse comunità. Dai più illustri personaggi storici ai filosofi, dai maestri dell’arte ai grandi letterati, le tendenze omosessuali sono sempre state presenti e concrete di pari passo all’eterosessualità. La storia ci dimostra anche che, per quanto normali, esse sono state e vengono tutt’ora trattate diversamente dalla società.
Discriminazioni, violenze, uccisioni, nei confronti di chi viene etichettato come diverso quando in realtà quello che dovrebbe prevalere è l’essere considerato come persona, avente diritti e doveri.  
Davvero un orientamento sessuale può svalutare l’essere in quanto umano e divenire richiamo di così tanto odio? Ricordando che omofobia, per definizione etimologica greca, è una parola composta da homo e -fobia ed indica la paura verso le persone dello stesso sesso e di scoprirsi omosessuale.
Paura verso qualcosa che prettamente non nuoce alla vita degli altri.
E il Pride è un modo per ribadire ulteriormente questo concetto, per annientare tutti gli atteggiamenti omofobi.
È una battaglia. Una battaglia per amare liberamente senza se e senza ma.
E come tutte le battaglie, terminerà quando l’obiettivo verrà raggiunto. In questo caso, quando non ci saranno più comportamenti disumani nei confronti di ciò che è, al contrario, umano e da sempre esistito.

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Angelica Grasso ,21 anni. Frequento l'Università di Catania, dipartimento di Scienze Umanistiche, CdL in Scienze e Lingue per la Comunicazione Internazionale. Spinta dall'interesse per tutto quello che rientra nell'ambito comunicativo, ho conseguito un Diploma di Corso Base LIS (lingua italiana dei segni) e due attestati di superamento degli esami di Lingua Spagnola livello B1 e B2. Ho avuto sin da sempre la passione per la scrittura e la considero un mezzo fondamentale per poter esprimere noi stessi sotto qualsiasi forma, dalla letteratura al giornalismo, dalla poesia al romanzo. Comprendere la forza delle parole è l'elemento principale per poter realizzare una comunicazione efficace.
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