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“Inconvenienti borghesi” al Teatro Stabile di Catania

Il Teatro Stabile di Catania con il suo direttore Luca De Fusco hanno offerto la “Sala futura” per proporre dal vivo i tre vincitori della sezione dei Corti Teatrali del Catania Off Fringe Festival; un’iniziativa fortemente voluta per valorizzare i giovani autori under 35. 

La giuria che con i suoi voti ha determinato la vittoria è stata composta dagli spettatori in sala (40%), dai giovani in sala (20%), da esperti (20%) e da una giuria on line (20%).
I vincitori si sono aggiudicati il premio “PRODUZIONE TSC for CT OFF 22” e sono stati prodotti dal TSC come spettacoli completi e programmati per 3 repliche nella stagione 2023 del medesimo Teatro Stabile di Catania. 
Dall’1 al 4 giugno è andato in scena l’ultimo di questi spettacoli: “INCONVENIENTI BORGHESI”

Scritto e diretto da Francesca Giancaspro, diplomata presso l’Accademia teatrale di Roma “Sofia Amendola”, con l’assistenza dell’aiuto regista Federica Prencipe.

Interpreti: Marco Antonio Fiore, Lucrezia Lupa Guaita, Rosy Lo Calio, Barbara Monetti.

Voce fuori campo Selena Bellussi produzione Teatro Stabile di Catania.

La scena si apre sulla sala da pranzo della famiglia composta dai coniugi Borghesi e dalla loro giovane figlia.

È il giorno di Natale tradizionale archetipo -tra presepio e gigantesco albero –  della serenità e della “famiglia”, valori considerati senza tempo.

Ma non è così!

Il tempo, in primo luogo, non è più scandito da novene e campane ma dalla fredda voce di un media attraverso cui Alexia, tra soste e insensate ripetizioni, programma azioni e menù mettendo in confusione la figlia che, si vedrà poi, è in crisi anche per ben altri motivi.

Giungono poi il padre, nervoso, che nasconde un segreto, e la madre che compulsivamente spazza e spolvera, per rendere l’ambiente accogliente e degno della ricorrenza, mentre confabula sottovoce col marito rivelando al pubblico di essere a conoscenza del “segreto”.

Come in una sorta di spettacolo illusionistico la confusione diventa totale quando bussa alla porta una giovane musulmana, sedicente collega d’università della figlia.

Le verità nascoste vengono a questo punto alla luce in maniera scomposta, caotica e colma di pregiudizi.

Il padre, che in realtà avrebbe invitato la figlia illegittima avuta da una vecchia amante per presentarla alla famiglia, si scaglia contro l’ultima arrivata rivelando un razzismo mascherato ma profondamente radicato.

La furia dell’uomo diventa esplosiva quando viene a galla un altro ‘segreto’ tra reticenze e orgoglio ferito: le due giovani ‘colleghe’ sono omosessuali e ‘fidanzate’!

È troppo!!

L’unica che, secondo qualche benpensante, sembrerebbe ‘normale e che invano cerca di ricomporre a modo suo i cocci di questa inaspettata realtà è la madre.

 “Il punto di partenza per la mia analisi– rivela l’autrice e regista- è stata una qualunque famiglia borghese italiana” apparentemente ‘normale’ ma che riesce con ironia a “scardinare tanti meccanismi molto più estesi nella nostra società… e far entrare il pubblico all’interno di questi ingranaggi per far sì che…potessimo riderci quanto rifletterci su…. in un mondo che ci vuole performativi e non autentici, in perfetto orario e non in ascolto con i nostri tempi, che ci riempie di aspettative, ruoli da adempiere e maschere da indossare…scottanti e inconvenienti sottotemi sociali molto discussi (sessualità, identità di genere, religione, politica, etc.)… è un grande gioco illusionistico in cui tutti mentono consapevolmente a se stessi e agli altri,…e non sarà nemmeno il Natale, l’archetipo per eccellenza di unione, amore, perdono e accoglienza, il momento propizio per togliersi le maschere”.

In tale scontro non solo generazionale ma anche tra due mondi distanti anni luce l’uno dall’altro, si svolge e si conclude questo esilarante e al contempo profondo

spettacolo.

Un plauso e un sincero augurio a questi giovani cui è affidato il futuro del teatro.

Un ringraziamento di cuore al Teatro Stabile di Catania per questa importante iniziativa al passo con i tempi.

                                                                                        

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Silvana Raffaele, laureata in Lettere moderne, è stata professore ordinario di Storia moderna presso l'Università di Catania. Nella sua lunga carriera, oltre a seguire allievi e tesisti, ha organizzato convegni di studio, seminari, conferenze, e viaggi di istruzione a livello nazionale e internazionale. Ha insegnato anche presso il Dottorato di ricerca in Storia del Mediterraneo dell'Università di Potenza. Specialista del periodo borbonico si è occupata, scegliendo tra un centinaio di pubblicazioni, di politica assistenziale specie dell'infanzia abbandonata, di demografia storica, di analisi delle strutture familiari, di storia delle realtà accademiche e universitarie specie nel campo della sanità, di patrimonio culturale dell'isola e di politica scolastica. Ha pubblicato infine un volume sul feudalesimo al femminile e in particolare sulle monacazioni forzate in età moderna. Negli ultimi anni ha ideato e completato un progetto di turismo culturale "Catania e i suoi Palazzi: il recupero della memoria" con cui si è proposta, attraverso l'apposizione di ben 162 tabelle e dopo una lunga ricerca di archivio, di recuperare l'architettura urbanistica in senso storico per imparare a leggere la città attraverso le categorie sociali che nel tempo hanno voluto autorappresentarsi con i loro edifici. Per circa quattro anni ha pubblicato su informarmaSicilia le recensioni di tutti gli spettacoli di lirica, sinfonica e prosa messi in scena dal Teatro Massimo 'Bellini', dallo Stabile e dal Brancati nella stagione invernale e in quella estiva.

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