Loading
Nuovo quotidiano d'opinione e cultura
Il tempo: la ricchezza per l’umanità
Nuovo quotidiano d’opinione e cultura

Giselle, un incantevole balletto senza tempo al Teatro Bellini

Bellissima edizione al Teatro Massimo Bellini (in scena dal 9 al 14 maggio) di uno dei balletti più amati dal grande pubblico, capolavoro del Romanticismo: Giselle su musica di Adolphe Charles Adam e coreografie di Jean coralli, Jules Perrot e Marius Petipa.. Protagonista  una compagnia di tutto rispetto, i solisti e il corpo di ballo dell’Opera Nazionale di Bucarest, diretta con grande perizia da Mihai Babuska, che ne ha curato anche l’accurato allestimento, sulla scena si è dipanata con leggerezza e grazia la vicenda nata dalla penna di Théophile Gautier, che scrisse il libretto ispirandosi alla ballerina Carlotta Grisi.

La storia di Giselle prendeva spunto dal romanzo di Heinrich Heine “De l’Allemagne” che riportava la leggenda delle Villi, fanciulle morte prima delle nozze, e andò in scena per la prima volta il 28 Giugno 1841 all’Opéra di Parigi, vedendo nei ruoli principali di Albrecht e Myrtha, accanto alla Grisi, Lucien Petipa, fratello del celebre Marious, e Adele Dumilatre.

La performance al teatro Bellini, grazie alla direzione artistica e del balletto di Alin Gheorghiu e Laura Blica Toader, ha evidenziato con grande accuratezza la netta contrapposizione tra il primo e secondo atto, animata dal contrasto fra il mondo solare dei campi della Renania meridionale e il regno oscuro dell’aldilà, sottolineato dall’abile passaggio orchestrale dal registro tecnico-espressivo dell’allegria alla disperazione e al buio delle tenebre e dal talento e la dedizione dell’intero corpo di ballo.

Questo grazie innanzitutto alla capacità della brava e preparata Cristina Dijmaru nel ruolo della protagonista, che nel primo atto ha espresso una grande e intensa forza drammatica con alte punte di espressività mimica grazie alla padronanza assoluta del corpo, passando poi, nel secondo, a manifestare eccellenti doti tecniche, atte a dare al personaggio un tocco di commovente patetismo. Molto toccante la scena della follia, dove Giselle scopre che l’uomo che ama è in realtà un nobile ed è promesso ad un’altra donna, nella quale la danzatrice ha veramente trasmesso al pubblico emozioni intense e profonde, le stesse che hanno permeato l’intero balletto.

Affascinante e sinuoso anche Robert Enache nei panni del principe Albrecht, in particolare nella scena del corteggiamento che spingerà poi Giselle (inconsapevole delle nobili origini del finto popolano) a cedere alle sue avances e a firmare la sua condanna a morte; Vlad Toader, nelle vesti di Hans, non è stato da meno, manifestando ottime doti tecniche ed espressive.

L’atmosfera evocativa del bosco spettrale del secondo atto, dove si aggirano le Villi, spiriti di giovani fanciulle morte infelici a causa di un tradimento o di un abbandono, ha donato poi al pubblico una navigata Rin Okuno nelle vesti della loro regina Myrtha, incantando la platea con la loro dimensione immateriale ed eterea, impreziosita dalle scenografie di Adriana Urmuzescu, che ci ha regalato un cimitero notturno in piena regola, con una inquietante croce bianca in primo piano.

La dolcezza della musica di Adam, eseguita con puntuale precisione dall’orchestra del Massimo, è stata ampiamente valorizzata dalla direzione di Mihai Babuska, che ha reso pienamente l’anima romantica di uno dei più amati balletti classici, davvero bentornato a Catania.

Applausi finali lunghi e sentiti hanno testimoniato il gradimento degli spettatori, piacevolmente coinvolti in una storia d’amore che sfida la morte. Come Romanticismo volle.

Share Article
Docente liceale, collabora con la pagina culturale del quotidiano La Sicilia e la rivista di informazione scolastica La tecnica della scuola. Recensisce spettacoli di teatro di prosa, musica e lirica per il quotidiano on line Sicilymag.

You may also like

TOP