Intervista con la scrittrice Paola Sbarbada Ferrari “La memoria è un faro nella notte”

Molto spesso gli scrittori al primo romanzo sono presi da una mercuriale vivacità artistica che li rende emotivamente eccitati e ispirati. E questo il caso che vive Paola Sbarbada Ferrari , benancese di origine mantovana, donna impegnata nell’ambito della finanza e narratrice di primo pelo che esordisce con “Il casolare sull’aia”. La scrittrice esordiente mostra umiltà e si trincera nella sua intensa sensibilità ,nella discreta riservatezza e continua a coltivare le sue passioni, musica e lettura, che l’accompagnano da sempre, anzi inizia lo studio del canto e della chitarra. Diventa interessante conoscere la genesi di una scrittrice all’esordio per conoscerla e comprendere meglio questa sua prima opera. La trama di questo romanzo ricalca l’idea della vita che ritorna e del passato che si ripresenta. Il personaggio è Stella, una donna moderna e del nostro tempo, che non intende cambiare o mutare lo stile della sua vita. Però in seguito a tutti una serie di “incontri” che la stupiscono quando i nonni rivivono in una dimensione nuova e questa ritrovata magia la conducono a rivalutare la propria esistenza rivoluzionandola. E’ romanzo che naturalmente contiene elementi autobiografici in un vissuto rielaborato dove si miscelano il desiderio di cambiare, il passato famigliare, la consapevolezza de voler essere liberi e dalla voglia di autoaffermarsi , fino alla scoperta di nuovi amori. E’ un racconto scorrevole, vivace, densa di musicalità in cui si osserva il passato felice sul filo della memoria e tuttavia si trova l’equilibrio per guardare al futuro. Emergono le figure dei due nonni, Dalila e Ivano, che accompagnano il percorso di crescita e di cambiamento della protagonista che riscopre sè stessa tra le note di Puccini e melodie inedite da comporre. Ho intessuto con lei un colloquio che qui riporto.
Da cosa nasce il bisogno di raccontare?
Il bisogno di raccontare credo sia legato alla necessità di condividere ciò che, sino ad un attimo prima, era chiuso a chiave nell’anima. Attraverso i personaggi di una storia, condividiamo emozioni e pensieri.
Si cela forse un’insoddisfazione “vitale” nel descrivere questa vicenda del racconto?
Nessuna insoddisfazione, anzi! Attraverso Il mio racconto, vorrei dare un messaggio di speranza. Raggiungere la felicità è possibile anche se ciò comporta -spesso- il doversi rimettere in discussione.
Scrivere per lei è una fatica o un piacere?
Scrivere è euforia pura, immedesimarmi nei miei personaggi, poi, è appagante. Tutto ciò, non potrebbe mai rappresentare per me una fatica.
Chi sono gli autori che ama?
Ho sempre amato leggere. Nel tempo ho modificato i miei gusti, oggi sono una grande lettrice di gialli. Gli autori che più mi sono piaciuti nel tempo sono: Oriana Fallacci, Isabel Allende, Jhon Grisham, ultimamente, poi, mi sono molto appassionata ai libri di Michel Bussi, di Joel Dicker e per finire di Valérie Perrin. Se la sinossi mi conquista, leggo anche autori meno noti.
La memoria ci aiuta a vivere e il futuro non deve impaurirci, è questa la traccia di “Casolare sull’aia”?
Credo che la memoria sia paragonabile ad un faro nella notte, una sorta di ponte in grado di collegare il nostro passato al nostro futuro, del quale non dobbiamo temere. In mezzo a questo ponte, ci siamo noi, tra le mani il nostro presente: cerchiamo di farne buon uso, guidati dai nostri ricordi, in cammino verso il domani.
Per i nonni si avverte un amore magico?
Ho amato moltissimo i miei quattro nonni e non vi è un solo giorno in cui io non pensi a loro e agli attimi meravigliosi trascorsi insieme. Vorrei tanto avere la fortuna della mia protagonista -Stella-, poterli ascoltare, vedere e riabbracciare… ancora una vola.
Ci sono “genius loci” nella nostra mente ?
Nella mia mente e, forse, in quelle di coloro che hanno apprezzato il mio romanzo, il “genius loci” è la nostalgia: quella sensazione impalpabile che colora il “nostro mondo”, capace di portarci a rivivere emozioni lontane, spesso dimenticate, lasciandoci stupiti, senza fiato e con gli occhi lucidi.
Che progetti editoriali ha in testa?
Sto scrivendo il mio secondo romanzo. Altri personaggi, destini che si incrociano, altre ambientazioni geografiche.
Se la scrittura diviene una professione si perde l’ispirazione?
Soltanto se dimentichiamo di metterci il cuore.
