Ricordo di Pio La Torre

È rimasta impressa nella mia memoria la data del 30 aprile 1982.
Ero in Calabria per un incontro di partito sui temi della giustizia.
Giunse la sconvolgente notizia che Pio La Torre era stato assassinato assieme al suo autista Rosario Di Salvo.
La sera stessa fui a Palermo.
Pio era il segretario regionale del PCI, partito al quale avevo aderito anche a motivo della presenza sua e di Enrico Berlinguer.
Poi, dal 1989 ad oggi, non ho preso altre tessere.
Ricordo la manifestazione di Comiso contro la istallazione dei missili americani, e tante altre per il contrasto alle varie mafie che infestavano il territorio.
Furono queste mafie ad uccidere La Torre, persona cristallina e intransigente, mal sopportato anche da alcuni settori del suo partito, propensi alla consociazione e al compromesso.
Da quella esperienza ho tratto una convinzione: con la mafia non si tratta mai!
Va combattuta con fermezza e determinazione, unitamente a quanti, nel mondo politico e istituzionale, attivano con essa nefaste sinergie per il controllo delle risorse economiche, limitare la libertà e condizionare la democrazia.
Così come vanno contrastati tutti i fenomeni di corruzione e di devianza dei pubblici poteri.
Una Politica vera, degna della “P” maiuscola, pone tale obbiettivo al primo posto della propria agenda.
Unitamente a quello della eliminazione di tutte le ingiustizie sociali, delle disuguaglianze, delle povertà.
Mi chiedo quali forze politiche, oggi, facciano ciò senza alcun tentennamento.
Enrico e Pio, il vostro esempio non ha molti seguaci.