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Luciano Armeli Iapichino a Giarre presenta “Le vene violate” sulla morte di Attilio Manca

Anche a Giarre si svolge un importante incontro con lo scrittore Luciano Armeli Iapichino, il quale si è occupato da tanti anni del caso irrisolto sulla fine di Attilio Manca con  libro “Le vene violate.  Dialogo con l’urologo non solo ucciso dalla mafia” in cui si reclama la verità sulla drammatica fine del medico di Barcellona Pozzo di Gotto.

Ora  questa pubblicazione redatta nel 2011 è giunta alla V^ Edizione ed è integrata con la relazione della Commissione parlamentare antimafia della XVIII Legislatura in cui finalmente si stabilisce con estrema chiarezza che l’urologo è stato assassinato. Naturalmente si devono scoprire mandanti e autori materiali. Siamo però ad un punto di svolta di questa lunga odissea giudiziaria per la famiglia Manca che ha patito non solo lo straziante dolore della perdita di un figlio ma anche la sofferenza per una serie di archiviazioni di questa morte dovuta ad un’overdose che secondo i giudici era stata praticata dallo stesso giovane  tra l’11 e il 12 febbraio del 2004 a Viterbo, dove il medico risiedeva da due anni per ragioni di lavoro. Il cadavere di Attilio venne ritrovato nella sua stanza il 12 febbraio 2004 seminudo riverso sul letto,con il volto tumefatto il setto nasale deviato con due siringhe a terra.

La novità è che nei  giorni scorsi l’avvocato Fabio Repici avrebbe presentato l’istanza di riapertura delle indagini sulla base di nuovi elementi emersi in tutti questi anni. Repici insieme all’avvocato Antonio Ingroia sono sempre stati vicini alla famiglia che lotta per avere giustizia e verità. Attilio Manca aveva 34 anni ed era già un luminare nel campo chirurgico per gli interventi laparoscopia. La sua famiglia ha gridato sin dall’inizio che Attilio non aveva nessuna tendenza suicidaria né che facesse uso di eroina, peraltro secondo l’autopsia aggravata dall’assunzione di uno psicofarmaco a base di benzodiazepine, bensì che venne ucciso perché coinvolto inconsapevolmente in una torbida vicenda che riguardava le  cure da prestare  a Bernardo Provenzano, allora latinate e ammalato di tumore prostata. L’autopsia stabilì che il giovane era morto per un aneurisma ravvisando tracce di alcol e cannabis. Anche se tutti i colleghi smentirono il fatto che Attilio Manca fosse un tossicodipendente confermando, invece, che fosse mancino e, quindi, sarebbe stato praticamente impossibile iniettarsi la dose di droga nel braccio sinistro.Non vengono trovate tracce di impronte di Attilio sulle siringhe tra l’altro rinchiuse con il tappetto. Un contesto in cui la vittima appariva in una condizione tale da apparire in maniera chiara oggetto di un’aggressione.

Numerosi pentiti hanno affermato che il medico è stato ucciso per tutelare gli interessi della mafia e proteggere la latitanza del boss corleonese . Anche recentemente si era appreso di un’intercettazione del 2003 in cui alcuni affiliati a Bernardo Provenzano affermarono che bisognava fare “una doccia” ad un medico. Questa intercettazione risale ad un fascicolo che aprì dopo la sua morte la Procura di Roma ed in questa registrazione si possono ascoltare le voci di sei o sette uomini, tra cui anche il fedelissimo di Provenzano, Giuseppe Lo Bue che parlano di effettuare “la doccia”. Ci sono altri pentiti  che riferiscono anche del progetto mafioso di eliminare il medico prima del Natale 2003.

Appare certo che Provenzano aveva bisogno di un medico a causa del suo tumore alla prostata, cosicché prima del suo viaggio in Costa Azzurra, dove poi sarebbe stato operato con falsa identità da un medico francese.

Non è solo questa intercettazione che consentirebbe la riapertura del caso, bensì anche le numerose testimonianze di collaboratori di giustizia di un procedimento complesso e lungo.

Nonostante queste immediate e note evidenze le indagini imboccarono immediatamente la pista del suicidio per overdose.

Vi furono quindi tre richieste di archiviazione, tuttavia oggi sembra più vicina la possibilità di stabilire la verità dei fatti con nuovi elementi a disposizione. Sarà questa occasione a Giarre l’occasione per approfondire questi argomenti con Luciano Armeli Iapichino, il quale è anche il Presidente della Associazione Nazionale Amici di Attilio Manca, che si batte da anni per ricercare la verità. Il tema sarà dibattito con il magistrato Maurizio Salustro e il giornalista Rosario Sorace anche per fare conoscere all’opinione pubblica del nostro territorio un fatto così grave rimosso e spesso sconosciuto.

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Docente di Scuola primaria con un ottimo curriculum professionale. Nel corso della sua oltre trentennale carriera ha avuto numerosi ruoli tra cui un incarico di vicaria in un Istituto scolastico e numerose responsabilità di progetti nell’ambito didattico ed educativo. Nella sua lunga esperienza professionale ha perfezionato la cura di un testo scritto oltre la lettura attenta intesa a verificare la correttezza di ortografia, grammatica, sintassi, nonché l’organizzazione strutturale del testo e la sua coerenza interna, l’adeguatezza dello stile, l’esattezza e la rispondenza alla realtà delle asserzioni scientifiche, storiche. Possiede naturali doti di empatia e di leadership nei gruppi umani.

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