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25 Aprile, a Giarre intitolata una via al partigiano Antonino Garufi

In un clima di grande emozione a Giarre si è celebrata la Festa della Liberazione intitolando una via ad Antonio Garufi, partigiano e deportato. Il Comune di Giarre ha voluto rendere omaggio a questa nobile figura della nostra comunità locale che ha dato lustro alla lotta contro il nazifascismo e per tale motivo venne fatto prigioniero nel 1944, quindi, subì l’umiliante deportazione e patì sofferenze indicibili nei due campi di concentramento in cui venne detenuto. In tale importante evento hanno partecipato le autorità civili e militari e all’inizio la preso la parola l’Assessore alla Toponomastica e alla Cultura Tania Spitaleri,la quale ha ricordato l’importanza di questo momento per tenere viva la memoria e per combattere le tentazioni di rigurgiti autoritari e reazionari. “L’amministrazione comunale- ha detto l’Assessora- ha accolto senza esitazioni e con entusiasmo la mia proposta di dedicare una via a questo nostro coraggioso concittadino”. Successivamente è intervenuto parlato il delegato dell’Anpi, Giuseppe Mazzaglia, che ha dedicato la sua attenzione all’importanza della figura di Antonino Garufi che riveste un ruolo di primo piano nella storia di coloro che hanno combattuto e si sono opposti al nazismo. Poi Mazzaglia ha anche affermato “che sono stati tantissimi i siciliani che si sono dedicati alla lotta partigiana”.

Subito dopo ha parlato Marinella Fiume, delegata della Fondazione Gramsci, la quale ha ampiamente descritto il valore di questa giornata che ravviva non solo la memoria ma che offre una luce alle future generazioni con il simbolo imperituro di una via per ” non dimenticare gli orrori della guerra e della dittatura”. Ha ribadito quindi la necessità di ripubblicare il libro di Garufi “Diario di un deportato” manifestando la sua disponibilità a dedicarsi a questo scopo individuando una nuova casa editrice.

Sono quindi intervenuti Carmelo Torrisi , Presidente della Società Giarrese di Storia Patria, che ha espresso la sua soddisfazione dopo tanti anni di impegno in cui prima il compianto Nicolò Mineo e poi adesso l’associazione giarrese hanno sollecitato da sempre l’intitolazione di una via per Nino Garufi. L’altra associazione che ha fornito un sostegno duraturo per la suddetta intitolazione è stata la Fidapa Giarre Riposto rappresentate dalla Presidente Anna Maria Patanè e da Maria Pia Russo che si sono associate alla gioia condivisa da tutti per questo evento che era atteso da anni.

Un momento toccante è stato quando è intervenuta Rita Garufi, figlia del partigiano e deportato, la quale ha ricordato le pene dell’inferno che visse il padre e gli orrori a cui assistette nei due campi di concentramento in cui venne rinchiuso. Soltanto per pura casualità non venne ucciso e ottenne la liberazione con l’arrivo degli americani nel campo di concentramento. Rita è stata più volte presa dalla commozione nel rievocare le indimenticabili e drammatiche peripezie di cui è stato vittima il padre uscito per puro miracolo vivo dalla detenzione inumana.

Altro momento di grande emozione si è vissuto quando sono state lette due poesie dai nipoti di Rita Garufi ,Aida e Carla , per ricordare il bisnonno.

Alla fine il Sindaco di Giarre Leo Cantarella ha consegnato simbolicamente l’atto deliberativo di intitolazione della via ai figli di Antonino Garufi leggendo la parte che motiva la decisione in cui si sottolinea “il valore etico e morale di questo giarrese che ormai fa parte a pieno titolo tra i personaggi illustri della comunità giarrese”.

Un momento dell’inaugurazione della nuova via

Adesso si auspica la ripubblicazione del libro di Antonino Garufi “Diario di un deportato” ,come peraltro ha affermato anche il prof. Felice Rappazzo, in un messaggio inviato nel corso della celebrazione , il quale ha dichiarato in questa nota di Antonino Garufi : “Ho avuto modo di conoscerlo più di trent’anni fa, quando un altro noto cittadino di Giarre, il prof. Nicolò Mineo, da poco deceduto, mi sollecitò a prendere visione e a provvedere a una trascrizione del Diario che Garufi aveva scritto al ritorno dalla deportazione. L’opera riuscì, non senza fatica, grazie soprattutto alla collaborazione del prof. Antonino Recupero, che fece in modo che la casa editrice Gelka la pubblicasse”.” Ebbe poi una discreta fortuna locale,ha proseguito nel messaggio il prof. Rappazzo, cosa che consentì a Garufi di essere riconosciuto come eminente figlio della Resistenza. Non ho bisogno di aggiungere altro sulla sua vita, che è ben nota, ormai, nella sua città, se non l’impressione che mi fece, di grande umanità e umiltà. La sua vita successiva al ritorno fu di duro lavoro, specialmente durante i primi anni. Nessun riconoscimento pubblico, nessun vantaggio, anzi, mi pare di aver capito, dovette subire vari tentativi di emarginazione.  In pubblico, e una volta in televisione, l’emozione lo prendeva, talvolta fino a bloccarlo. In sedi più ristrette era anche ironico e divertente. Tuttavia lo shock dell’esperienza della deportazione, l’aver quasi toccato la morte, era sempre forte, e ogni rievocazione provocava in lui una emozione che quasi lo paralizzava”. Era presente anche un picchetto di carabinieri in alta uniforme e a conclusione è stato intonato l’inno nazionale che è stata cantato dai presenti.

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Docente di Scuola primaria con un ottimo curriculum professionale. Nel corso della sua oltre trentennale carriera ha avuto numerosi ruoli tra cui un incarico di vicaria in un Istituto scolastico e numerose responsabilità di progetti nell’ambito didattico ed educativo. Nella sua lunga esperienza professionale ha perfezionato la cura di un testo scritto oltre la lettura attenta intesa a verificare la correttezza di ortografia, grammatica, sintassi, nonché l’organizzazione strutturale del testo e la sua coerenza interna, l’adeguatezza dello stile, l’esattezza e la rispondenza alla realtà delle asserzioni scientifiche, storiche. Possiede naturali doti di empatia e di leadership nei gruppi umani.

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